Il fotovoltaico in Italia: un mercato da almeno 2 GW all’anno fino al 2020

L’industria del fotovoltaico in Italia, gli scenari normativi, produttivi e di mercato nell’era post-incentivi. Se ne è parlato nell'incontro 'SolarBrains' di Milano dello scorso 12 febbraio. Evento ideato da Luca Zingale, direttore scientifico di The Innovation Cloud e Solarexpo, che Qualenergia.it ha intervistato per fare alcune riflessioni sulle nuove dinamiche del mercato interno ed estero.

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SolarBrains, le “menti del solare”. Ovvero come l’industria del fotovoltaico in Italia può valorizzare il suo patrimonio di aziende, le sue risorse umane specializzate, mettere a fattor comune idee e strategie sugli scenari normativi, produttivi e di mercato nell’era post-incentivi. E – per traghettarsi al di là di una congiuntura di forte sofferenza come quella attuale – trovare anche delle solide ragioni di ottimismo. Un format innovativo di brainstorming a porte chiuse fra le aziende, e di confronto “in presa diretta” con le istituzioni tecniche invitate al confronto (MiSE, AEEG, GSE, RSE) che si è svolto a Milano lo scorso 12 febbraio presso l’Hilton. L’organizzazione è stata di Solarexpo – The Innovation Cloud, come tappa di avvicinamento all’edizione di quest’anno alla Fiera di Milano dall’ 8 al 10 maggio.

“Tanto più in questa fase pre-elettorale le istituzioni presenti all’incontro ovviamente si sono attenute al proprio mandato tecnico, ma hanno lasciato intendere che sono molto aperte a discutere di come mettere mano a un insieme di misure di liberalizzazione e semplificazione, a partire da una piena implementazione di strumenti come i SEU, le RIU, lo scambio sul posto, che combinati alle detrazioni fiscali sugli investimenti possono garantire la continuità del mercato. Molte di queste misure sono a costo zero e potrebbero consentire un passaggio soft alla fase post-incentivi”, spiega a Qualenergia.it, Luca Zingale, direttore scientifico della manifestazione e ideatore di questo ‘evento di community’ dell’industria del fotovoltaico in Italia.

Zingale, molte di queste misure, però, sono osteggiate da alcuni grandi operatori. Penso ad esempio all’innalzamento dal soglia dello scambio sul posto oltre i 200 kW.

E’ vero, ma è emersa la disponibilità a discutere anche di questo tipo di interventi per promuovere la generazione distribuita da rinnovabili, in un quadro di equo riparto degli oneri di sistema, ma anche di notevole semplificazione. È un segnale positivo.

Si è partiti dal contesto internazionale.

Reinhold Buttgereit, Segretario Generale di EPIA (European Photovoltaics Industry Association, ndr) ha fornito il quadro del settore in Europa e nel mondo. Per il mercato fotovoltaico europeo il 2012, seppur segnato da una flessione del 27%, è stato il secondo miglior anno di sempre. A livello mondiale invece il calo congiunturale si è fermato a un 4%. Un dato molto interessante è che in soli tre anni, dal 2010 al 2012, la quota europea sul mercato mondiale è scesa dall’80 al 55%. Questo dà conto di come da un lato il mercato europeo abbia già dato tanto, e dall’altro di quanti nuovi mercati si stiano affacciando alla ribalta. Questo calo del peso relativo dell’Europa è però da interpretare positivamente, perché riflette una forte diversificazione geografica degli sbocchi di mercato, e quindi una riduzione del rischio regolatorio, che è un po’ la ‘bestia nera’ del settore. In totale ad oggi risultano installati in Europa quasi 70 GW, di cui il 50% nelle sole Germania e Italia (Fonte EPIA: grafico FV Europa grafico FV mondo).

E’ anche vero però che in termini assoluti il potenziale europeo è ancora notevolissimo. E poi la platea dei mercati si sta allargando?

È così. Già nel 2012 cinque dei primi dieci mercati nazionali sono extra europei. È importante sottolineare che, a parte i primi otto mercati che sono nella scala dei GW annui (Germania, Italia, Cina, Usa, Giappone Francia, Gran Bretagna e India), ne sono emersi già 25 nell’ordine delle centinaia di MW all’anno. Per questo a Solarexpo – The Innovation Cloud quest’anno offriremo una serie di strumenti di ‘scouting’, di market intelligence e di interfaccia diretta con le istituzioni di questi paesi: un supporto concreto alle Pmi per facilitare l’accesso a tutti i mercati nuovi ed emergenti.

Un primo nucleo di dibattito di SolarBrains è stato dedicato al versante della produzione nazionale. Cosa si è detto?

I produttori italiani sono in grande sofferenza e rivendicano con forza la protezione da quello che ritengono sia un vero dumping da parte cinese. Allo scopo hanno co-promosso la procedura di indagine in corso presso la Commissione Europea. Al contempo però godono nel V conto energia di un incentivo per il “made in Europe” che è stato messo sotto tiro dalla Cina. Il rischio è quello di una guerra commerciale incrociata, a scala globale. Sarà però difficile immaginare strumenti speciali di protezione della manifattura in Italia in un mercato che è sempre più globalizzato, dominato dal fattore di scala. Anche se ormai in Asia non ci sono più ‘investitori-tycoon’ che si buttano nel settore, perché la sovracapacità produttiva mondiale ha eroso fortissimamente i margini di tutti. Inoltre il solare, come ha ricordato Buttgereit, ha realisticamente un peso marginale all’interno delle complessive relazioni commerciali tra Europa e Cina, e non potrà essere al centro delle preoccupazioni dei leader politici nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda l’Italia quali sono le prospettive, oltre alle auspicabili novità normative?

L’EPIA per l’Italia stima un installato di circa 3,4 GW per il 2012, ma i dati ufficiali arriveranno comunque dal GSE nelle prossime settimane. Luciano Barra del MiSE ha voluto evidenziare che, secondo anche quanto indicato dalla SEN, il mercato domestico potrà attestarsi fino al 2020 su una media annuale di 1-2 GW. Questa, secondo il rappresentante del ministero, potrebbe essere la dinamica spontanea post quinto conto energia.

Forse anche di più se ci fosse un’operatività delle misure di cui sopra e qualche effetto legato agli obblighi sui nuovi edifici?

Anche se l’edilizia oggi di fatto è ferma ed è difficile fare stime precise sulla sua ripresa, la norma che impone l’obbligo di utilizzo delle rinnovabili per la climatizzazione invernale ed estiva dei nuovi edifici potrebbe, secondo quanto emerso nel corso del dibattito, favorire la realizzazione di una potenza annuale di 200 MW. Personalmente penso che complessivamente si potrebbe arrivare ad un mercato attorno ai 3 GW annuali. Certo si tratterebbe della metà di quei 6 GW, esclusi quelli attribuibili al decreto ‘Salva Alcoa’, che abbiamo installato nell’anno-record 2011, ma è pur sempre un valore importantissimo, molto vicino a quello del 2012 e da 4°-5° mercato al mondo.

E sul tema della grid parity?

Già diversi impianti generano, e da tempo, in grid parity. Ma al momento un fattore che ha un ruolo determinante per l’Italia è il costo del Capex, che, nonostante la riduzione dello spread-Paese, è ancora così elevato da rimangiarsi l’effetto grid parity che è stato accelerato da un crollo dei prezzi dei moduli del 70% negli ultimi due anni.

Insomma, luci ed ombre sul mercato domestico?

Questa stima di un ‘plafond naturale’ del mercato di 1-2 GW/anno credo abbia rassicurato molti operatori che ritenevano solo alcuni mesi fa che il mercato italiano potesse addirittura scomparire. Ora è difficile valutare quando si chiuderà il quinto conto energia; secondo il GSE, presente all’incontro, potrebbe essere entro la tarda primavera. Ma vorrei dire che ormai c’è un consensus sul fatto che il mercato fotovoltaico avrà una sua dinamica spontanea  e che si manterrà stabile nei prossimi anni. Al ritmo di 2 GW/anno, da qui al 2020, potremmo installare in Italia altri 16 GW. Il che, partendo dagli attuali 17, ci consentirà di arrivare a quell’obiettivo di 32-33 GW che solo qualche tempo fa sembrava inarrivabile.

Probabilmente il settore era sovradimensionato, ma le perdite di posti di lavoro, soprattutto in un comparto simbolo della green economy, fanno male.

Sì, c’è una stima del GIFI di 6.000 posti già persi. Questo è il motivo per cui l’intera filiera industriale italiana del fotovoltaico – ma il discorso vale per tutti gli altri settori produttivi del Paese – deve trovare rapidamente sbocchi sugli altri mercati. La parola d’ordine – ma tanti l’hanno ovviamente già fatto! – è ‘internazionalizzarsi’: c’è una domanda enorme di fotovoltaico nel mondo, connesso in rete per i paesi a forte crescita economica ma anche off-grid, ma bisogna sapersela andare a conquistare.

Il 2013 come fase di transizione, con i piccoli impianti che saranno il core business per molti operatori?

Il mercato degli impianti residenziali sarà sicuramente interessante, tanto più se indirizzati verso una quota elevata di autoconsumo, in prospettiva da raggiungere anche attraverso il controllo domotico dei carichi elettrici e dalla diffusione dei sistemi di accumulo. Le analisi economiche segnalano che questi impianti (ma lo stesso si può dire per impianti di taglia media su utenze industriali e commerciali, ad esempio supermercati, caratterizzate da importanti consumi elettrici interni) hanno tassi di rendimento dal 6 all’11% circa, in funzione appunto della quota di energia autoconsumata. E’ 10 volte tanto il rendimento dei BOT delle aste di questi giorni! Al netto delle incertezze economiche che vivono in questa fase di dura recessione le famiglie, aspetto di non poco conto, resta il fatto che la profittabilità dell’investimento nel FV è acclarata e può essere quindi molto attraente andare a investire sulla propria casa. E si avvicinano rapidamente nuovi mercati aggiuntivi e di grandissima potenzialità per il solare, come la climatizzazione a pompe di calore e la mobilità elettrica e ibrida plug-in. E poi ricordiamoci che ci sono milioni di metri quadrati di eternit su tetti industriali ancora da bonificare e solo l’installazione del fotovoltaico rende conveniente ogni intervento di questo tipo.

Infine, un altro fattore chiave, non affrontato nell’incontro di Milano: un’ulteriore dinamica di discesa dei costi dei moduli e dei componenti. Sarà certamente uno dei focus del “Global Solar Summit” – l’evento di market intelligence dell’industria fotovoltaica europea, asiatica e americana – che si svolgerà l’8-9 maggio in parallelo a Solarexpo – The Innovation Cloud.

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