Eolico, anno record e sempre più competitivo

CATEGORIE:

L'eolico nel 2012 ha segnato un altro record: la potenza cumulata è cresciuta del 20%, arrivando ad oltre 282 GW. In 12 anni si è moltiplicata per 16. Su vari mercati energetici la fonte è già competitiva con le fossili. Ad esempio in Australia un MWh da nuovo eolico costa quasi la metà di un MWh generato da una nuova centrale a carbone.

ADV
image_pdfimage_print

Nonostante la crisi e il rallentamento delle installazioni nel maggior mercato mondiale, la Cina, nel 2012 l’eolico ha continuato a crescere, segnando l’ennesimo record. Con 44.711 MW di nuova potenza connessa, +10% rispetto al 2011, la potenza cumulativa mondiale è salita a 282.430 MW, +18,5% dall’anno scorso, dicono gli ultimi dati diffusi da GWEC, il Global Wind Energy Council.

In 12 anni dunque la nuova potenza annuale si è moltiplicata per 12 e quella totale per 16: nel 2000 si erano installati circa 3,7 GW che avevano portato il totale a 17,4 (vedi grafico sotto, clicca per ingrandire). In futuro la crescita non potrà che aumentare visto che questa tecnologia, la più economica tra le nuove rinnovabili, su vari mercati è già competitiva con le fossili: un recente studio Bloomberg ci dice ad esempio che in Australia un MWh da nuovo eolico costa il 44% in meno di uno ottenuto da una nuova centrale a carbone (vedi sotto).

Ma veniamo ai dati GWEC (scaricabili qui, pdf) e riassunti nei grafici in basso.

I primi due mercati al mondo sono rimasti Cina e Stati Uniti, ma, mentre la prima ha rallentato il ritmo delle installazioni, gli Usa, come pure l’Europa, hanno avuto un ottimo anno. Nord America ed Europa per volume di mercato hanno infatti recuperato terreno sull’Asia, che ha vissuto una battuta d’arresto: in Cina un processo di consolidamento dell’industria ha portato a installare “solo” 13,2 GW, in India un vuoto nelle politiche di sostegno ha fatto fermare le installazioni a 2,3 GW.

Al contrario negli Usa proprio il timore – poi rivelatosi ingiustificato – che gli sgravi fiscali incentivanti non venissero riconfermati, ha portato a una corsa ad allacciare turbine (8 GW solo nell’ultimo trimestre) che ha spinto il mercato statunitense quasi a volumi cinesi: 13.124 MW di nuovo installato nel 2012. Una situazione, si avverte nel report, solo temporanea: in Asia la crescita dovrebbe riprendere velocità, mentre negli Usa, dopo il rush finale del 2012, il mercato dovrebbe rallentare.

In Europa, come anticipato le cose sono andate bene, mentre qualche incertezza in più, causa crisi del debito, c’è per il 2013. A trainare nell’anno appena concluso soprattutto Germania e Regno Unito, ma una sorpresa positiva è venuta da altri mercati: Svezia, Polonia, Romania e Italia hanno pesato per 12,4 GW. Il nostro paese è stato il terzo mercato europeo per l’eolico, con 1.273 MW di nuova potenza che hanno portato il totale a 8.144 MW. Dove il vecchio continente detiene ancora la leadership è nell’offshore: oltre il 90% della nuova potenza del 2013: 1,166 MW su un totale mondiale di 1,293 (vedi QualEnergia.it, L’eolico in mare tra crescita e incertezze).

In America Latina il 2012 è stato relativamente tranquillo: il Brasile è il mercato più importante con 1.077 nuovi MW, con un totale di 2.500 MW. Poco si è fatto nell’area MENA, cioè Africa e Medio Oriente: 50 MW in Tunisia e 52 in Etiopia. Nell’area del pacifico si sono installati solo 258 MW in Australia, che portano il paese ad una potenza cumulativa di oltre 2,5 GW.

Proprio dall’Australia arrivano gli ultimi dati che ci mostrano come l’eolico possa ormai battersi alla pari con le fonti convenzionali. Secondo un recente studio di Bloomberg, infatti, un megawattora da una nuova turbina eolica ha un costo (LCOE) di 80 dollari australiani (61,3 euro), mentre l’elettricità da una centrale a carbone costruita ex-novo costerebbe 143 dollari (109,6 euro)/MWh e quella prodotta da una nuova centrale a gas 116 dollari (88,9 euro)/ MWh. A pesare sul LCOE delle fossili in Australia ovviamente c’è anche il costo della CO2 nell’ETS nazionale (23 aus$/ton). Tuttavia, anche se non si considerasse il prezzo dei permessi ad emettere – spiega il report Bloomberg – il costo del MWh eolico sarebbe del 14% inferiore a quello del nuovo carbone e del 18% inferiore a quello delle nuove centrali a gas.

ADV
×