L’industria cinese delle rinnovabili e gli effetti internazionali

Quasi il 40% della nuova potenza elettrica installata nel 2012 in Cina è rinnovabile. La forte crescita dell’industria e della domanda interna potrebbe avere l’effetto di una significativa riduzione dei costi a livello internazionale nei prossimi anni. Ascolta il podcast della rubrica "L’opinione di Gianni Silvestrini" a Ecoradio.

ADV
image_pdfimage_print

Ascolta audio (mp3 – durata 2’44’’)

Dai dati sulla potenza installata nel 2012 in Cina emerge la rapidissima crescita del contributo delle fonti rinnovabili: quasi il 40% della nuova potenza elettrica installata lo scorso anno in Cina è rinnovabile, in particolare idroelettrico, eolico e, in piccola parte, fotovoltaico. Ecco i dati 2012: 51 GW di energia convenzionale; 15,9 GW di eolico che portano la Cina al primo posto nel mondo per potenza eolica installata; 15,5 GW di idroelettrico, 1,2 GW di fotovoltaico e 0,7 GW di nucleare. Il mese scorso la notizia che l’obiettivo del fotovoltaico, di 21mila MW al 2015, è stato innalzato a 35mila MW.

Un rapido cambiamento sta attraversando il sistema energetico cinese che, ancora fortemente dominato dal carbone, vede però una accelerazione delle rinnovabili. Una crescita determinata da due fattori: la forte industria cinese di aerogeneratori e di fotovoltaico oggi in difficoltà a causa dei dazi doganali posti dagli Stati Uniti, rende necessario il consolidamento di un mercato interno. E i problemi dell’inquinamento locale, sempre più gravi e preoccupanti per la popolazione, al punto da spingere le autorità cinesi a dare una marcia preferenziale alle politiche su efficienza energetica e rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre il peso del carbone.

La Cina quindi si trova obbligata a favorire l’espansione delle rinnovabili e a livello a livello internazionale l’effetto potrà essere una significativa riduzione dei prezzi delle tecnologie verdi.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

ADV
×