Anno 2013, torna a crescere l’industria del silicio

Gli analisti di Bernreuter Research stimano che il settore del silicio crescerà nel 2013 di almeno il 6,5%, dopo che si era contratto nel 2012 dell'8% Il prezzo spot potrebbe salire dagli attuali 20 $/kg a 25 per una serie di cause, non ultima quella legata alla politica dei dazi del governo cinese sull'import di silicio occidentale.

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Quest’anno l’industria mondiale del silicio riprenderà a crescere: dovrebbe aumentare la produzione, spiegano alcuni analisti di Bernreuter Research, almeno del 6,5%. Questa società di ricerca stima che la domanda netta di silicio a livello mondiale arriverà a circa 250.000 MT (metric tons) e il prezzo spot potrebbe salire dagli attuali 20 $/kg a 25 entro il 2013, dopo aver raggiunto un minimo a metà 2012.

Un’industria, quella del polysilicon, che oggi trova il suo cliente principale proprio nell’industria del fotovoltaico. Sembra una vita fa quando il silicio sul mercato spot era quotato oltre i 400 $. Eravamo nel 2008 e il silicio era scarso rispetto alla domanda, pochissimi i produttori e di fatto era diventato un collo di bottiglia per la filiera, ma per le poche industrie i margini di profitto erano enormi. Negli anni successivi, per questo motivo molti hanno deciso di entrare nella ‘filiera alta’ e la capacità produttiva si è espansa fino a divenire troppo grande rispetto alla domanda. L’effetto: il crollo dei prezzi fino ai livelli attuali.

Per fare un esempio a fine marzo 2011 il prezzo era di 80 $/kg. A fine dicembre crollò a meno di 30 $. Uno dei fattori che ha portato alla drastica riduzione dei prezzi di celle e moduli e dei sistemi FV nel mondo.

Nel frattempo però il prezzo spot del silicio, sempre a causa della sovrapproduzione, continua a precipitare. Il 2012 è stato un anno di notevole eccesso di offerta, tanto che i produttori di wafer a corto di liquidi hanno venduto sottocosto il loro stock. Il prezzo è addirittura sceso a poco più di 15 $ nel 2012. Ciò ha comportato la chiusura di circa 50 produttori di silicio, molti di questi con fabbriche medio-piccole situate in Cina. La sottoutilizzazione degli impianti degli operatori rimasti ha portato poi la produzione globale a 235.000 MT nel 2012, con un calo dell’8% rispetto al 2011. Ora si prevede una crescita, come detto, del 6,5% che potrebbe soddisfare, insieme alle attuale giacenze (stimate in circa 25mila MT) un mercato fotovoltaico mondiale 2013 che potrebbe oscillare tra  33 e 37 GW.

Il prezzo potrà salire già nel primo trimestre probabilmente a causa dell’elevata domanda cinese (programma di 10 GW per l’anno in corso), del rush finale in Giappone prima per il taglio delle tariffe previsto entro aprile e forse anche per i dazi che la Cina intende introdurre già da febbraio sul silicio di importazione (si vocifera di dazi fino al 50%). Da vedere poi che tipo di conseguenza si avrà sui prezzi di celle e moduli FV.

Proprio su prezzo del silicio e dazi cinesi, un paio di mesi fa il vice-presidente di Npd Solarbuzz, Charles Annis commentava: “l’ultima cosa di cui l’industria del silicio ha bisogno in questo momento è un aumento della capacità produttiva, ma risulta difficile chiudere impianti avviati appena due o tre anni fa o rinunciare alle economie di scala ottenuti ampliando le linee produttive”. Tuttavia si diceva convinto che i prezzi sarebbero aumentati solo se il Governo cinese avesse deciso di imporre dazi anti-dumping o di ritorsione nei confronti del silicio occidentale.

Questa soluzione però non sembra ad oggi molto vantaggiosa per Pechino al fine di risolvere il suo problema di sovracapacità, ma rischia anzi di danneggiare molti operatori, sicuramente stranieri, ma anche cinesi che producono wafer, celle e moduli. Molti produttori di silicio occidentali potrebbero aggirare i dazi vendendo ai produttori di wafer di Taiwan, per poi far tornare in Cina questi materiali sotto forma di wafer o celle.

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