Aste rinnovabili elettriche: il flop è ufficiale

QualEnergia.it lo aveva anticipato nei giorni scorsi, ora è arrivata la conferma ufficiale da parte del GSE: le nuove procedure per far accedere agli incentivi i grandi impianti di eolico, geotermia, idro e biomasse hanno fatto sì che le aste siano state sostanzialmente disertate. Tariffe troppo basse, troppa burocrazia e il mercato si contrae.

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Sul nostro sito lo avevamo anticipato nei giorni scorsi, ora è arrivata la conferma ufficiale da parte del GSE: con le nuove procedure per far accedere agli incentivi i grandi impianti di eolico, geotermia, idro e biomasse, le aste sono state sostanzialmente disertate. Basta guardare la tabella riassuntiva pubblicata ieri dal GSE: lungi dallo stimolare la competizione (la graduatoria dovrebbe essere formata in base al criterio della maggiore riduzione percentuale offerta) le procedure d’asta hanno spaventato gli operatori con tariffe troppo basse e troppa burocrazia, tanto che per tutte le tecnologie ci sono state meno domande rispetto al contingente incentivabile disponibile.

Al massimo (si veda tabella sotto) si è arrivati a ricevere domande pari al 99% della potenza incentivabile,  come nel caso della geotermia elettrica: 39,60 MW su 40 di disponibilità, una potenza tutta richiesta da Enel Green Power. Per l’eolico a terra invece si è arrivati all’88% del contingente annuale disponibile, 442 MW su 500. Per quello in mare una sola richiesta, per un parco da 30 MW in Puglia da parte di Beleolico srl: poco più del 4% di un contingente triennale da 650 MW. Scarsa adesione anche tra le biomasse (attorno al 10% della disponibilità) e nessuna domanda per l’idroelettrico.

Positivo solo il risultato dei progetti presentati per gli impianti sotto alla soglia che obbliga alle aste (5 MW tranne che per idroelettrico e geotermia che hanno per limite rispettivamente 10 e 20 MW), cioè quelli che accedono ai registri: qui, come si vede (tabella sotto), per tutte le tecnologie, salvo la geotermia, sono state presentate molte più domande rispetto ai contingenti incentivabili.

Peccato che questi numeri probabilmente si sgonfieranno notevolmente alla prova della realtà al punto che la potenza effettivamente installata potrebbe essere inferiore ai massimali previsti. A differenza che per gli impianti che accedono agli incentivi tramite asta, infatti, per i registri non è richiesta una fideiussione a garanzia dell’iscrizione ed è molto diffusa la prassi di fare la richiesta solo a titolo cautelativo, senza la sicurezza che il progetto verrà poi realizzato.

Insomma i risultati che il nuovo decreto sulle rinnovabili elettriche, varato dal governo Monti ed entrato in vigore con il 2013, sta raccogliendo sono piuttosto negativi, specie per quel che riguarda la partecipazione alle aste. Esemplificativa la situazione dell’eolico, che ci aveva illustrato qualche giorno fa Simone Togni, presidente di Anev: in base a un censimento effettuato dall’associazione, esistono progetti autorizzati e pronti per la connessione a rete per quasi 4.000 MW ma l’80% sono rimasti fermi perché non remunerativi in base alla procedure delle aste e il restante 20% bloccati per problemi nelle procedure burocratiche.

“È evidente che l’incentivo proposto non è sufficiente nonostante l’aumento della durata; il rischio concreto è la prossima chiusura di molte aziende eoliche” commentava Togni, descrivendo un panorama sconfortante: “Considerando i circa 150 MW dei progetti del ‘transitorio’, le iniziative per l’onshore sono inferiori ai 300 MW. Tenendo poi conto che tra questi vi potrebbero essere progetti privi dei requisiti necessari, potremo dirci fortunati se alla fine saranno realizzati 250 MW: in pratica come 10 anni fa e un quarto dei circa 1.000 MW mediamente registrati negli ultimi 5 anni. Dai circa 1,5 miliardi di euro investiti nell’eolico italiano ogni anno, soldi che ricadevano sull’economia del Paese sotto forma di occupazione, entrate fiscali, ecc., si passerà a circa 375 milioni. Significherà avere circa 3.500 posti di lavoro in meno rispetto a quanti se ne avrebbero con il trend precedente.”

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