Car sharing, Avis acquista Zipcar per 500 milioni di dollari

Dopo essere stata quotata alla Borsa di New York, Zipcar è diventata una multinazionale che operava nel business della mobilità sostenibile. Ora con l'acquisizione da parte di Avis, multinazionale dell’autonoleggio, la questione è se Zipcar rischia di perdere la sua cultura di impresa ecologica o se si punterà a una maggiore diffusione del car sharing.

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Il 2013 sarà una svolta per il car sharing. L’anno è iniziato con una notizia lanciata da Bloomberg il 2 gennaio che stravolge le regole e il mercato dei nuovi servizi di mobilità. AVISBudget, la multinazionale dell’autonoleggio, ha comprato per quasi 500 milioni di dollari Zipcar, la più importante azienda del settore. Avis pagherà 12,25 dollari ad azione, il 49% in più rispetto alla chiusura del 31/12, per un valore totale dell’operazione di 491,2 milioni di dollari. L’operazione si completerà entro la primavera 2013 ”Riteniamo che il car sharing abbia un forte potenziale di crescita e rappresenta per noi una grande opportunità” ha commentato l‘a.d. di Avis Ronald Nelson, secondo quanto riportato dal New York Times.

La notizia era rimasta segreta come le trattative tra i due big. Gli unici sospetti erano le fuoriuscite di alcuni dei top manager di Zipcar in America, avvenute proprio nelle ultime settimane, nel silenzio dei media. I retroscena di questa scelta sono molto complessi e, per gli operatori del settore, ricchi di incognite per il futuro. Zipcar rappresenta una “cenerentola” della mobilità sostenibile. Nata in America oltre 10 anni fa quasi “derisa” dai big dell’industria, la società basata sul noleggio a breve termine si è fatta spazio macinando km e clienti, all’insegna dell’ambiente e della redditività. I successi sono stati costanti, la crescita anche (fatturato medio annuo 28% e 34% in termini di clienti): alla fine, quello che pochi anni fa sembrava impossibile è diventato realtà.

Quotata alla Borsa di New York l’azienda ha fatto il grande passo ed è diventata a tutti gli effetti una multinazionale che operava nel business della mobilità sostenibile. L’orgoglio di chi aveva lanciato la sfida e la conferma che il mercato dell’auto era destinato inevitabilmente a evolvere verso nuove forme di utilizzo, non legate necessariamente alla proprietà.

Oggi lo hanno capito in molti, tanto che le case automobilistiche hanno avviato loro programmi di car sharing (Mercedes, Bmw e di recente anche Fiat), così come i grandi player dell’autonoleggio (Hertz, Athlon, per citarne alcuni). Avis Budget era rimasta per ora estranea e si capisce anche il perché: attendeva il grande passo, per entrare in possesso di un business che genera profitti dal primo giorno di operatività. Zipcar ha 760.000 clienti nel mondo, una bella dote per un mercato stimato da Frost&Sullivan in 3 miliardi di € in Europa e altrettanti in America.

Poche settimane fa avevo intervistato anche il Presidente Europeo di Zipcar, molto concentrato nell’integrazione dei business car sharing in Gran Bretagna, Spagna e Austria. Gli scenari ora cambiano radicalmente. Da un lato Zipcar rischia di perdere la sua cultura di impresa ecologica e innovativa per essere inglobata nel business model del “rent a car”. Dall’altro la sinergia con la grande organizzazione AVIS potrebbe dare un impulso significativo alla diffusione del car sharing in nuove città e Paesi. Il trade off si giocherà nell’equilibrio tra la filosofia Zipcar che non dovrà essere snaturata e l’integrazione con i sistemi della nuova capogruppo.

Economicamente il management prevede fino a 70 milioni di $ di economie, che partiranno dal 2° anno di integrazione. La gestione comune della flotta auto sarà uno dei più interessanti temi di integrazione, infatti Zipcar ha domanda insoddisfatta durante i weekend, proprio quando Avis invece ha eccesso di offerta di veicoli. Le premesse sono tutte positive e, al di là degli aspetti finanziari, ora spetterà al management di entrambe le aziende (Scott Griffith è confermato CEO di Zipcar e Mark Norman rimarrà Presidente e COO) riuscire in una delle più importanti integrazioni nell’ambito dei servizi di mobilità.

Purtroppo l’Italia in questa fase è ancora esclusa, avendo un car sharing ancorato al modello ministeriale introdotto dieci anni fa. Mi auguro che con l’integrazione in AVIS anche il nostro mercato possa finalmente decollare.

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