Anche in India inchiesta anti-dumping sul fotovoltaico d’importazione

Anche l'India entra nella “guerra mondiale del fotovoltaico”. Il ministero del Commercio indiano ha infatti aperto un'investigazione su celle e moduli fotovoltaici importati da Cina, Taiwan, Malesia e Stati Uniti. Possibili dazi fino al 200%. L'esito dovrebbe conoscersi fra 5 o 6 mesi.

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Anche l’India entra nella “guerra mondiale del fotovoltaico”, un conflitto ovviamente combattuto solo a colpi di dazi e indagini su eventuali pratiche commerciali scorrette. Il ministero del Commercio indiano ha aperto un’investigazione sulle celle fotovoltaiche importate da Cina, Taiwan, Malesia e Stati Uniti.

A richiedere l’indagine un’alleanza industriale la Solar Manufacturers Association che comprende Indosolar, Jupiter Solar Power e Websol Energy System. I dazi proposti vanno dal 20 al 200%.

Secondo la società di consulenza Bridge to India (vedi qui) ci vorranno 5-6 mesi prima di sapere se verranno imposti dazi e di quali entità e altri 3 mesi prima che entrino in vigore, presumibilmente ad agosto 2013. Eventuali dazi secondo Bridge to India si aggirerebbero sul 20-30% e non dovrebbero colpire in maniera omogenea i prodotti provenienti dai diversi paesi indagati: difficilmente ad esempio ne saranno soggetti i prodotti made in USA.

Le barriere doganali non dovrebbero nemmeno impattare troppo sulla realizzazione della National Solar Mission, l’ambizioso programma solare indiano che punta a intsallare 20 GW al 2020 e 100 GW la 2030 e che già richiede dei requisiti di realizzazione degli impianti con percentuali di componenti prodotti localmente.

L’India è un mercato fotovoltaico ancora relativamente piccolo – ha appena superato il traguardo di 1 GW a luglio – ma potenzialmente enorme.

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