“Decreto inviato”? Il giallo del conto energia termico

Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha annunciato che “il decreto è già stato concordato con lo Sviluppo economico e inviato alle Regioni”. Ma questa mattina sulle scrivanie delle Regioni ancora non c'è nessun decreto: pare ancora manchi l'accordo del ministero dell'Agricoltura. Il testo, modificato, dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.

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(Aggiornato ore 12)

Pensavamo di poter finalmente sapere qualcosa di più certo, invece la snervante attesa del decreto sulle rinnovabili termiche continua. Ieri pomeriggio da Ecomondo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato che “il decreto è già stato concordato con lo Sviluppo economico e inviato alle Regioni”. Ma questa mattina sulle scrivanie delle Regioni sentite da Qualenergia.it ancora non c’è nessun decreto.

Sul testo mancherebbe ancora l’accordo con il ministero dell’Agricoltura, apprendiamo da fonti interne a questo stesso ministero. Il decreto  difficilmente arriverà alle Regioni prima della settimana prossima, “non credo prima del 14”, prevede la rappresentante del coordinamento energia delle Regioni, Stefania Crotta. Diversa la versione di Clini e Passera che oggi a Rimini hanno parlato ancora di compromesso raggiunto tra tutti i ministeri interessati e di un testo che sarebbe già stato inviato.

Quella degli annunci sull’arrivo imminente del conto energia termica inizia a essere una telenovela che più che appassionare irrita. Anche nella recente bozza di Strategia Energetica Nazionale, le rinnovabili termiche e l’efficienza energetica sono definite come prioritarie in una contrapposizione, secondo alcuni artificiosa, con le elettriche. Eppure, mentre i tagli e i freni al fotovoltaico e alle altre elettriche si sono già concretizzati, con effetti pesantissimi, le termiche ancora attendono da più di un anno un decreto che stabilisca come incentivarle.

Le ultime dichiarazioni, rilasciate a Qualenergia.it da rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico ai primi di settembre, assicuravano che il decreto sarebbe arrivato “entro il mese di settembre o ai primi di ottobre”.

Le difficoltà che hanno causato il grosso ritardo “sono state legate alla sovrapposizione di questo meccanismo con le detrazioni fiscali del 55% per l’efficienza energetica. Nella visione del MiSE questo dovrebbe essere l’unico strumento a occuparsi delle rinnovabili termiche di piccola taglia, attualmente incentivate anche con le detrazioni fiscali”, ci aveva spiegato Enrico Bonacci che al Ministero si occupa proprio delle misure per promuovere le termiche e l’efficienza energetica.

In quell’intervista Bonacci si era mostrato possibilista su diverse modifiche rispetto alla bozza di decreto in circolazione da giugno (Qualenergia.it, Il decreto rinnovabili termiche prende forma), a partire da possibili ritocchi sulle tariffe, secondo diverse associazioni di categoria insufficienti a incentivare le tecnologie, al tetto di spesa complessivo, fino a un affinamento del grossolano sistema degli incentivi a tabelle, che porterebbe al paradosso che un impianto solare termico da un metro quadro riceva la stessa somma di incentivo di uno da 5 mq.

Infatti, dalle indiscrezioni che stanno filtrando sembra che il testo in uscita dai ministeri conterrà diverse modifiche, anche se ancora non si nei dettagli sa quali. Oggi a Rimini Clini ha parlato di “incentivi non speculativi, che dovrebbero coprire il 40% del costi di investimento e che uniti ai risparmi porteranno a un rientro in tempi brevi” e di un tetto di spesa annuale di 700milioni per i privati cui ne vanno aggiunti 200 per il pubblico”.

In realtà il 40% di cui parla il ministro è puramente indicativo: ad esempio nel caso delle biomassele tariffe della versione finale del decreto dovrebbero coprire dal 30 al 50% dell’inevstimento a seconda dei vari casi. Sembra invece confermato il superamento del sistema a tabelle: ad esempio nella bozza di giugno un impianto solare termico tra gli 1 e i 5 mq avrebbe percepito 480 euro l’anno per due anni, tra i 5 e gli 11 mq 114 euro l’anno e così via per classi di taglie, nella versione in uscita invece ci saranno due sole classi di taglia ma l’incentivo verrà calcolato in base ai metri quadri: per impianti sotto ai 50 mq ad esempio sarà di 170 euro al metro quadro.

Speriamo di riuscire a breve a conoscere e fornire maggiori dettagli, affinché le aziende di questo settore strategico per la green economy italiana possano avere al più presto un quadro normativo chiaro e stabile per pianificare la loro crescita.

 

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