Regione Veneto, ecco dove non installare gli impianti FV a terra

  • 2 Novembre 2012

La deliberazione della Giunta ha dato seguito all’iter avviato lo scorso marzo con l’approvazione di un primo provvedimento poi sottoposto alla valutazione della Terza Commissione del Consiglio regionale. Il burden sharing richiede al Veneto che il 10,3% dell’energia termica ed elettrica consumata provenga da rinnovabili.

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La Giunta della Regione Veneto ha deciso con una deliberazione dove non si possono installare gli impianti fotovoltaici a terra: siti inseriti nella lista mondiale dell’UNESCO; zone di particolare interesse paesaggistico, ai sensi della Convenzione Europea del Paesaggio; zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar; Rete Natura 2000; superfici inserite nell’elenco delle aree naturali protette; geositi; aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità; aree a elevata utilizzazione agricola.

La deliberazione approvata lo scorso 29 ottobre, nell’ultima seduta, e presentata dall’assessore ai lavori pubblici e all’energia, Massimo Giorgetti, di concerto con i colleghi Zorzato, Manzato e Conte, ha dato seguito all’iter avviato lo scorso marzo con l’approvazione di un primo provvedimento poi sottoposto alla valutazione della Terza Commissione del Consiglio regionale.

Secondo quanto proposto dalla stessa Commissione e alla luce degli ulteriori approfondimenti svolti da marzo a oggi dalle strutture regionali competenti, è stato deciso di riformulare il provvedimento originale trasformandolo in proposta di deliberazione amministrativa che l’Assemblea di palazzo Ferro Fini sarà chiamata a varare definitivamente.

L’assessore Giorgetti ha dichiarato: “abbiamo operato le nostre scelte nel rispetto delle linee guida emanate nel 2010 per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili; queste dispongono che le Regioni possono procedere all’individuazione delle aree non idonee a questo tipo di insediamenti in ragione della loro particolare sensibilità e vulnerabilità alle trasformazioni territoriali e paesaggistiche. La finalità è duplice: non rallentare la realizzazione degli impianti, offrendo agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento e orientamento per la loro localizzazione e nel contempo garantire la tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, delle tradizioni agroalimentari locali, della biodiversità e del paesaggio rurale delle aree di pregio presenti nel nostro territorio, conciliando le politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio con quelle di sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili attraverso atti di programmazione rispondenti alla quota di burden sharing che è stata assegnata al Veneto”.

Il burden sharing, cioè l’obiettivo vincolante sul consumo di energia attribuito alle Regioni che stabilisce in quale misura ognuna di esse debba concorrere all’obiettivo nazionale in materia di fonti energetiche pulite previsto dalla Direttiva europea definita 20-20-20, per il Veneto richiede di garantire che il 10,3% dell’energia termica ed elettrica complessivamente consumate provenga da fonti rinnovabili.
 

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