Elezioni siciliane, svolta anche nella politica energetica regionale?

Nei prossimi mesi cercheremo di capire se la rivoluzione verificatasi nelle elezioni regionali in Sicilia di domenica scorsa potrà condurre anche a un forte cambiamento sul fronte delle fonti rinnovabili e, in generale, nella politica energetica regionale, alla luce dei programmi elettorali dei vincitori. L'opinione di Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 1’25’’)

La rivoluzione nelle elezioni regionali in Sicilia di domenica scorsa fa riflettere su cosa questo risultato politico potrà significare sul fronte delle rinnovabili e, in generale, sugli eventuali risvolti nella politica energetica nazionale.

La Sicilia è la prima regione italiana per potenza eolica installata (con circa 1.500 MW) e ha un’importante capacità anche nel fotovoltaico. Nel programma elettorale di Crocetta è indicata con chiarezza la spinta nelle rinnovabili e nel fotovoltaico in particolare, in modo da creare migliaia di nuovi posti di lavoro. Anche Grillo è sempre stato un fautore dell’energia verde fin dai tempi del primo programma “1.000 tetti fotovoltaici” che lo ha visto come testimonial.

Esistono inoltre molti fondi europei su rinnovabili ed efficienza energetica, ancora da spendere. Insomma ci sono tutte le condizioni per intraprendere il rilancio della diffusione delle rinnovabili in Sicilia e la creazione di filiere tecnologiche locali, come per il mini eolico, le biomasse o il solare termico.

Si tratta di una sfida da cogliere e quindi nei prossimi mesi sarà interessante vedere se il sorprendente risultato delle elezioni in Sicilia offrirà anche un risvolto nella politica energetica regionale.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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