Congiuntura e cambiamenti strutturali nel futuro dell’energia

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La crisi richiede ripensamenti tattici e strategici. Basti pensare a cosa sta accadendo al settore dell'auto e a quello dei carburanti. Nella produzione elettrica vanno conciliati calo della domanda di elettricità, forte crescita delle rinnovabili e utilizzo efficiente delle attuali centrali a cicli combinati. Il podcast con l'intervento di Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata: 2 min.)

L’attuale situazione di crisi sta investendo il settore dei trasporti in cui si registra un forte calo nella vendita di automobili pari al 45% nel periodo 2007-2012. Anche la vendita di benzina e gasolio per autotrazione ha visto una riduzione tra il 2004 e il 2011 di 3,7 miliardi di tonnellate, riducendosi ulteriormente anche quest’anno. E di conseguenza le raffinerie lavorano meno, alcune sono state anche chiuse.

È importante quindi comprendere quanto il cambiamento che stiamo vivendo sia congiunturale alla crisi o quanto strutturale. Per esempio, il cambiamento in atto nel settore della produzione di energia elettrica non è solo legato alla crisi, ma è anche strutturale. Le centrali convenzionali al 2020 dovranno essere più efficienti, conciliandosi con le rinnovabili crescenti che, come emerge nel documento redatto dal Governo (Strategia Energetica Nazionale), arriveranno a produrre 130 miliardi di kWh all’anno. Il risultato è una riduzione del contributo derivante dalle centrali convenzionali.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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