Con auto più efficienti oltre 100mila posti di lavoro in Europa

Puntare su auto più efficienti potrebbe creare oltre 100mila nuovi posti di lavoro in Europa. Ma anche grazie al risparmio che questi mezzi consentirebbero ai consumatori, l'economia riceverebbe un nuovo stimolo, spiega un report redatto dalla società di consulenza olandese CE Delft per la Ong Transport and Environment.

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Puntare su auto più efficienti potrebbe creare oltre 100mila nuovi posti di lavoro in Europa. E non solo, grazie al risparmio che questi mezzi consentirebbero ai consumatori, l’economia riceverebbe un nuovo stimolo. La risposta ai timori dell’industria automobilistica, che limiti di emissioni dei veicoli più stringenti possano portare a perdite di occupazione e competitività, arriva da un report redatto dalla società di consulenza olandese CE Delft per conto della Ong Transport and Environment (qui in allegato, pdf).

Nel 2009 la UE ha proposto che i veicoli venduti dal 2015 non potranno superare la media di emissioni (per tutta la gamma di una certa Casa) di 130 grammi di CO2 per chilometro, e che quelli venduti dal 2020 non possano andare, in media, oltre i 95 g/km. La proposta è stata confermata, seppur ammorbidita in alcuni punti, a luglio e verrà votata dal Parlamento europeo il 6 dicembre; la versione definitiva è prevista nella seconda metà del 2013.

Secondo i calcoli della Commissione i nuovi limiti inietteranno nell’economia europea 12 miliardi di euro all’anno grazie al risparmio sui carburanti; circa 9 miliardi di euro all’anno arriveranno sotto forma di maggiore occupazine, mentre ogni guidatore potrà risparmiare in media 550 euro all’anno in carburante. Se il limite fosse portato a 80 g/km, fa notare Transport and Environment, il risparmio per guidatore salirebbe a 750 euro/anno.

Ovviamente passare ad auto più efficienti non porterebbe solo benefici: se produce risparmio e lavoro in certi ambiti, ne toglie in altri. Il report CE Delft analizza la letteratura scientifica prodotta finora per cercare di capire i diversi impatti eonomici. Per esempio, è abbastanza chiaro che si perderanno posti di lavoro nei settori della raffinazione dei carburanti e della distribuzione, ma queste perdite saranno più che compensate dai nuovi lavori creati nello sviluppo e nella produzione dei nuovi veicoli e delle infrastrutture per ricaricarli, in particolare nel caso delle vetture elettriche.

Tra gli studi recensiti dal report si cita per esempio quello del Fraunhofer Institute (qui, pdf) che prevede che il volume d’affari dell’automotive mondiale cresca di 43,4 miliardi di euro grazie allo sviluppo delle tecnologie efficienti, con la conseguente creazione di circa 145mila posti di lavoro; Mc Kinsey (vedi qui) prevede invece che nella sola Europa i nuovi addetti legati allo sviluppo e alla produzione di auto più pulite saranno 110mila.

Non tutti i tipi di auto efficiente però creeranno la stessa quantità di lavoro: le auto elettriche o a fuel cell, per quel che riguarda la manifattura farebbero perdere posti di lavoro rispetto alle motorizzazioni attuali, mentre le ibride o i motori a combustione più efficienti ne farebbero guadagnare. Le elettriche infatti permettono di fare a meno di diverse componenti presenti nei veicoli attuali, con relativo calo di occupazione. Calo che potrebbe esser compensato se in Europa si sviluppasse una forte industria sulle batterie e altri materiali avanzati.

Sia le ibride, che le efficienti, che le elettriche poi, come detto, produrrebbero un calo degli occupati nel ‘settore carburanti’, anche se va ricordato che lo sviluppo dell’auto elettrica dovrebbe essere strettamente legato a quello delle rinnovabili e – come mostra uno studio del Centre for American Progress (qui, pdf) – per ogni milione di dollari investito nelle rinnovabili si creano 17 posti di lavoro contro i 5 del settore raffinazione.

Ma i benefici economici che obiettivi più stringenti sulle emissioni auto darebbero vanno al di là dell’occupazine. Nel report mancano accenni ai costi ambientali e sanitari che presumibilmente verrebbero ridotti, ci sono invece alcuni dati sul risparmio di carburante. Secondo la Commissione attualmente in Europa spendiamo 100 miliardi di euro l’anno in carburanti per auto e altri veicoli leggeri: veicoli più efficienti dovrebbero farci risparmiare circa 27 miliardi per anno dal 2020 al 2025 e circa 36 dal 2025 al 2030. Questo dovrebbe migliorare l’indipendenza energetica europea e rimettere in circolazione questo denaro per altri investimenti. Insomma, se una mobilità davvero sostenibile non si potrà raggiungere senza stravolgere il modello attuale basato sui mezzi privati, è chiaro che produrre auto più efficienti sarebbe comunque un buon affare per l’Europa, nonostante una già forte concorrenza asiatica.

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