Un biometano che scalzi i biocarburanti di importazione

Un sistema analogo a quello dei certificati verdi per promuovere il biometano e fare sì che questo carburante sostenibile e made in Italy scalzi i biocarburanti di importazione nel soddisfare l'obbligo del 10% di rinnovabili nei trasporti. La proposta arriva dal Sottosegretario del ministero dell'Ambiente Tullio Fanelli.

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Un sistema analogo a quello dei certificati verdi per promuovere il biometano e fare sì che questo combustibile sostenibile e made in Italy scalzi i biocarburanti d’importazione nel soddisfare l’obbligo di rinnovabili nei trasporti. La proposta arriva dal Sottosegretario del ministero dell’Ambiente Tullio Fanelli, che l’ha lanciata ieri, intervenendo agli Stati Generali delle rinnovabili e dell’efficienza energetica a Roma, in risposta alla presentazione con cui Stefano Bozzetto – del Gruppo di lavoro biometano italiano – ha illustrato le opportunità offerte da questa fonte e gli ostacoli che la frenano (vedi allegato, pdf).

“Si potrebbe fare come avviene per l’energia elettrica – ha spiegato Fanelli – c’è un produttore di energia elettrica rinnovabile che immette in rete, c’è qualcun’altro dall’altra parte d’Italia che ritira elettroni, indistinti, senza una bandierina che indica come sono stati prodotti e, infine, c’è un legame contrattuale, più o meno intermediato, che qualifica l’energia ritirata come rinnovabile. Questo è il metodo per promuovere il biometano, con cui il produttore deve essere messo nella condizione di poter vendere due cose: il metano stesso e il diritto di rinnovabilità, o comunque lo si voglia battezzare”.

Un modello appunto simile a quello delle rinnovabile elettriche, “che consenta a chi vuole acquistare metano rinnovabile – spiega Fanelli – di poterlo fare prelevandolo da qualsiasi punto della rete. In questo modo una compagnia (che vende carburanti, ndr) potrà comperare questo metano rinnovabile, o meglio i diritti di rinnovabilità, e contabilizzarlo nella quota obbligatoria di rinnovabili nei trasporti: in questo modo il confronto sarebbe con i biocarburanti, a tutto vantaggio del biometano. A mio giudizio basterebbe anche solo questo a rendere competitivo il metano rinnovabile”.

Una proposta che potrebbe essere inclusa nella nascitura Strategia energetica nazionale: “Non so se riusciremo a inserirla nella Strategia energetica, ma ne stiamo parlando”, ha affermato il Sottosegretario.

Come i lettori del nostro portale sanno (Qualenergia.it, Il giacimento tappato del biometano), il metano rinnovabile, ossia il biogas purificato e trasformato in metano, potrebbe offrire molto al nostro sistema energetico: si parla di un “giacimento” sfruttabile in maniera sostenibile con un potenziale da 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno, la stessa quantità prodotta attualmente da tutti i giacimenti nazionali e circa il 10% dei consumi del Paese, mentre attualmente il settore, che ha circa un miliardo e mezzo di fatturato, si sta avvicinando ai 2 miliardi di metri cubi l’anno.

Si tratta di una fonte particolarmente versatile dato che, essendo di fatto metano, può fare tutto quello che fa il gas: dal riscaldamento, alla cogenerazione, all’alimentazione dei motori delle auto. Proprio quest’ultima applicazione è interessante per l’Italia, il Paese europeo con più mezzi a metano (un parco di oltre 600mila mezzi, 18mila nuove immatricolazioni solo nei primi 3 mesi del 2012). E anche perché il decreto sulle liberalizzazioni consente alle aziende agricole che producono biometano di installare pompe di rifornimento.

Usare più metano rinnovabile nell’autotrasporto potrebbe, come detto, farci raggiungere quell’obiettivo al 2020 del 10% di energia rinnovabile nei trasporti risparmiando e diminuendo l’uso dei biocarburanti quasi totalmente di importazione e spesso di dubbia sostenibilità. Il costo per gli automobilisti dell’obiettivo del 10% al 2020 con i biocarburanti, ai prezzi attuali, sarebbe di oltre 3,5 miliardi di euro, è la stima del gruppo di lavoro sul biogas. Il biometano – che costa circa il 20% in meno rispetto al biodiesel e produce 8 volte più energia a parità di suolo utilizzato –  potrebbe tagliare questo costo: contribuendo ai consumi per autotrasporto con 2,5 miliardi di metri cubi l’anno al 2020 si risparmierebbero 1,6 miliardi di euro all’anno in biocarburanti di importazione.

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