Incentivi alle rinnovabili, la via austriaca

L'Austria nel 2013 raddoppierà il budget per le rinnovabili, tentando nel contempo di favorire i piccoli impianti. Per il fotovoltaico per esempio niente più impianti sopra i 500 kW e, per i piccoli, un bonus del 30% sull'acquisto affiancato alla tariffa. Riduzioni modeste per eolico e mini-idro, mentre per biogas e biomasse i premi aumentano.

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Budget raddoppiato per il 2013, stop agli impianti fotovoltaici sopra i 500 kWp e, per i piccoli su edificio, un incentivo nuovo che associa alla tariffa sull’energia prodotta un contributo sull’acquisto. Sono questi i punti più notevoli della piccola rivoluzione negli incentivi alle rinnovabili annunciata nei giorni scorsi in Austria. Una riforma che ha l’obiettivo di far sì che i fondi non vadano a pochi grandi operatori bensì vengano distribuiti tra il maggior numero possibile di utenti/produttori e di mantenere sotto controllo la crescita in corso per quel che riguarda i costi.

Preoccupazioni, come in Italia ben sappiamo, che sono comuni a molti Governi di Paesi in cui le rinnovabili hanno vissuto un boom a seguito di politiche di incentivazione generose anche se, va detto, in Austria i costi sono ancora relativamente leggeri: nella bolletta degli austriaci le rinnovabili pesano circa 1/5 di quanto pesano in quella dei tedeschi e poco più di un terzo rispetto a quella degli italiani. Non è però certo solo per questo che la riforma dei nostri confinanti non sembra avere i connotati punitivi e il potenziale impatto recessivo dei nostri ultimi decreti su fotovoltaico e altre FER elettriche: il budget per le rinnovabili viene raddoppiato, gli incentivi restano quasi invariati, non vengono introdotte nuove gabbie burocratiche come i registri italiani e a cambiare, per quel che riguarda il fotovoltaico, è più che altro la modalità di erogazione dell’incentivo.

Il premio economico per un piccolo impianto su tetto, per esempio, resterà in sostanza equivalente alla tariffa feed in in vigore – 21,96 eurocent/kWh – ma sarà rimodulato in questo modo: alla tariffa, ridotta a 19,7 cent/kWh e che dal 2013 scenderà a 18,12 cent/kWh, sarà aggiunto un incentivo pari al 30% del costo dell’impianto fino a un massimo di 200 euro a kWp. La volontà, come detto, è quella di permettere anche a chi ha meno disponibilità economica di realizzare l’impianto e, nel contempo, favorire i piccoli impianti basati sull’autoconsumo, così da evitare eventuali problemi alla rete elettrica.

L’intenzione del Governo di Vienna è di ridurre le tariffe sul fotovoltaico dell’8% ogni anno. Gli impianti a terra vedranno un taglio del 10% a gennaio 2013 passando da 18,43 a 16,59 cent kWh. Come anticipato, invece, c’è lo stop per gli impianti sopra ai 500 kW: mossa voluta per evitare che pochi impianti su scala di utility si mangiassero gran parte del budget. Budget che peraltro, come detto, viene innalzato fino a 50 milioni di euro per il 2013 (per tutte le rinnovabili): verrà ridotto di 1 milione all’anno, fino ad arrivare a 40 milioni nel 2022.

Tagli contenuti anche per le altre fonti: meno 0,5% per gli incentivi all’eolico, che a gennaio 2013 passeranno da 9,5 a 9,45 cent/kWh. Il piccolo idroelettrico potrà scegliere tra una sovvenzione del 30% sui costi di investimento o tariffe feed in che, a seconda della taglia, arrivano fino a 10,6 cent/kWh.

Aumentano addirittura le tariffe per le biomasse e il biogas. Quest’ultimo a seconda della taglia avrà diritto dai 13 ai 19,60 centesimi per kWh. Gli impianti a biomassa, che potranno ricevere incentivi solo se producono contemporaneamente anche calore, riceveranno dagli 11 ai 18 centesimi per kWh (con un incremento da 1 a 3 centesimi) a seconda delle dimensioni.

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