Come ‘reinventare il fuoco’ … e il futuro dell’energia

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Edizioni Ambiente pubblica “Reinventare il fuoco. Soluzioni vincenti per il business della nuova era energetica” di Amory Lovins, un distillato delle migliori conoscenze ed esperienze acquisite dal fisico americano e dai ricercatori del RMI. Uno stralcio dell'introduzione al libro di Gianni Silvestrini. Il volume gratuito per i Soci Kyoto Club.

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È stato da poco pubblicato il volume “Reinventare il fuoco. Soluzioni vincenti per il business della nuova era energetica” di Amory Lovins (Edizioni Ambiente per la collana Kyoto Books). Fisico brillante, capace di abbinare affascinanti visioni del futuro all’elaborazione degli strumenti necessari per il cambiamento, Amory Lovins è considerato un guru delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Più conosciuto negli Stati Uniti che in Europa, è passato alla notorietà nel 1976 con la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Foreign Affairs di un saggio di 10.000 parole, ‘Energy Strategy: The Road Not Taken?’, che metteva in discussione gli scenari energetici dominanti. Trent’anni fa, nel 1982, Lovins creava il Rocky Mountain Institute (RMI), la cui attività non si è limitata alla ricerca e alla consulenza, ha anche avviato delle start-up per lo studio di modelli di veicoli a bassissimi consumi.

Pubblichiamo qui uno stralcio dell’introduzione al volume di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia (un’altra parte dell’introduzione più concentrata sui possibili effetti di queste innovazioni in ambito italiano è qui) intitolata “Quattro rivoluzioni per l’energia”.

Reinventare il fuoco. Soluzioni vincenti per il business della nuova era energetica, di Amory B. Lovins (pp. 352, 28 €, ISBN 978-88-6627-031-7). Il volume si può richiedere a Edizioni Ambiente.

I Soci di Kyoto Club, in regola con le quote associative, potranno fare richiesta gratuita della pubblicazione scrivendo a: [email protected]

“Reinventare il fuoco” rappresenta un distillato delle migliori conoscenze ed esperienze acquisite da Lovins e dai ricercatori del RMI. Lo sguardo è proiettato in avanti, con una consapevolezza degli ostacoli da superare e con un’articolazione sofisticata delle soluzioni possibili. Viene delineato uno scenario alternativo al 2050 per gli Stati Uniti, con insegnamenti e indicazioni in larga parte applicabili in tutti i Paesi industrializzati, e non solo. Ci sono valutazioni tecniche, progettuali, analisi dettagliate dei singoli comparti consumatori di energia, ma vengono anche proposte politiche per il raggiungimento degli obiettivi e il superamento delle barriere che difendono l’attuale e sempre più obsoleto modo di operare.

Gli importanti risultati ottenuti negli ultimi decenni nei settori dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili e, al tempo stesso, le resistenze incontrate che hanno impedito una più rapida diffusione, hanno indotto l’Autore a delineare un percorso affascinante, visionario e al tempo stesso solido e credibile. Uno scenario rivolto a tutti coloro che, al di là delle posizioni politiche o delle motivazioni di fondo, siano disposti a impegnarsi in una radicale trasformazione del sistema energetico. Lovins vuole dimostrare che l’economia degli Stati Uniti potrà arrivare alla metà del secolo con una dimensione dell’economia 2,6 volte maggiore rispetto a quella attuale eliminando nucleare, petrolio e carbone e con consumi di gas tagliati del 30%. Il tutto con un vantaggio economico per il Paese, valutato in 5.000 miliardi di dollari attualizzati.

Scottato dall’immobilismo di un Congresso influenzato da potentissime lobby, Lovins mette le mani avanti. Tutto ciò si potrà realizzare senza la necessità di alcuna legge approvata a livello nazionale. Una volta rimossi gli ostacoli, motivati gli attori e individuate le scelte migliori, il percorso indicato può risultare vincente perché conveniente, perché riduce i rischi di conflitti e consente di affrontare la sfida dei cambiamenti climatici. Un approccio, come si vede, molto diverso rispetto a quello di un altro grande sostenitore della necessità di abbattere l’attuale sistema energetico, il tedesco Hermann Scheer. L’autore di  ‘Imperativo energetico’, che aveva ben presente la valenza politica connessa con la diffusione su larga scala delle rinnovabili, puntava sull’approvazione di legislazioni avanzate. Scheer fu tra i promotori della “Feed in Tariff”, il nostro “Conto energia”, uno strumento che ha fatto esplodere la diffusione del fotovoltaico in Paesi come la Germania e l’Italia ma che, significativamente, non si è finora riusciti a introdurre negli Stati Uniti.

Lovins sa di dover lavorare in un contesto più difficile e sottolinea come il suo approccio possa risultare convincente per soggetti con alle spalle motivazioni molto diverse fra loro, quali la sicurezza nazionale, l’ambiente, la salute, l’occupazione o il profitto. E per marcare il fatto che questo percorso, per quanto prefiguri trasformazioni radicali, possa essere pienamente condiviso dal mondo delle imprese, fa aprire ‘Reinventare il fuoco’ con due prefazioni firmate da personaggi di prima grandezza del sistema industriale.

Il primo contributo è del presidente della Shell, una multinazionale che sta passando dal business del petrolio a quello del gas ed è il maggiore distributore al mondo di biocarburanti. Il secondo è del presidente della Exelon, la utility proprietaria del maggior numero di centrali atomiche negli Stati Uniti, che riconosce l’importante ruolo che svolgeranno efficienza e rinnovabili. Alla domanda su cosa abbia spinto questi rappresentanti dell’establishment dell’energia a raccomandare la lettura del libro, Lovins risponde “l’interesse per il risk management”. Gli operatori più avveduti sanno che il contesto sta rapidamente cambiando e che sopravvivrà solo chi saprà gestire meglio i rischi e adattarsi al nuovo.

Ma veniamo al contenuto del libro. Nei quattro comparti analizzati – trasporti, edilizia, industria e produzione elettrica – si tracciano percorsi di profonda trasformazione. Cautelativamente non viene ipotizzata l’introduzione di innovazioni tecnologiche futuribili, che pure potranno arrivare. Il team del RMI delinea percorsi innovativi nei quattro comparti utilizzando l’approccio integrato basato sulle esperienze di successo in oltre 1.000 edifici e in centinaia di aziende, sul rapporto con le principali industrie automobilistiche, sul confronto con diversi livelli istituzionali.

L’aspetto forse più interessante che lega i vari capitoli viene dalle strette interazioni tra i cambiamenti auspicati nei comparti esaminati. Lovins cita una frase: “Se non riesci a risolvere un problema, ingrandiscilo”. Intendendo dire che, a volte, una situazione difficile da affrontare si riesce ad aggredire solo se si allarga l’analisi dall’aspetto specifico a un contesto più ampio, scoprendo così nuove e impreviste soluzioni. Un esempio viene dalla possibile evoluzione di due settori diversi come la produzione elettrica e il trasporto. Le auto elettriche plug-in possono infatti rappresentare un’importante opzione alternativa all’impiego dei motori a combustione interna, e contemporaneamente divenire un tassello fondamentale delle smart grid. In un contesto di ampia diffusione di fonti non programmabili come il solare e l’eolico, la presenza di milioni di auto connesse alla rete potrà infatti facilitare, con la cessione o l’assorbimento di energia, la gestione di una domanda elettrica variabile istante per istante. Come si vede, è più facile risolvere i problemi del trasporto e della produzione elettrica affrontando congiuntamente la trasformazione dei due settori.

Ma oltre alla ricchezza delle risposte che incrociano orizzontalmente le esigenze dei diversi comparti, Lovins pone l’accento anche sull’importanza di un approccio integrato verticalmente per individuare le sinergie tra soluzioni progettuali che a cascata autoalimentano la propria efficacia.

Prendiamo l’esempio dei veicoli. Creando strutture molto leggere con materiali compositi a fibre di carbonio e curando l’aerodinamica, si riduce di due terzi la quantità di batterie necessarie per le auto elettriche. In questo modo gli extra costi dei materiali utilizzati per la carrozzeria diventano tollerabili. Una conferma della validità di questo approccio viene da BMW, Volkswagen e Audi, che hanno annunciato che il prossimo anno metteranno sul mercato modelli di questo tipo.

Passando alla produzione di elettricità, nel libro sono presentati i risultati delle simulazioni su quattro scenari al 2050, basati sul nuovo nucleare, sul carbone “pulito”, sulle rinnovabili centralizzate e su quelle distribuite. I costi delle alternative esaminate sono molto simili; ciò che varia notevolmente è l’elemento di rischio connesso alle diverse opzioni. Ancora una volta è il risk assessment che tende a favorire gli scenari non convenzionali.

Analizzando il comparto dell’edilizia, Lovins sottolinea le potenzialità di un approccio integrato nella realizzazione di costruzioni non solo energeticamente autosufficienti, ma anche “esportatrici” di energia. Gli interventi coordinati possono essere molto interessanti anche dal punto di vista economico, come è stato nella riqualificazione dell’Empire State Building, effettuata con la consulenza del RMI. La riduzione dei carichi termici ottenuta grazie alla sostituzione delle 6.514 finestre con delle superwin-dows ha infatti consentito di tagliare di un terzo la domanda di climatizzazione nelle giornate calde riducendo di 17 milioni di dollari i costi dell’impianto.

Anche nell’analisi del comparto industriale vengono utilizzate le esperienze degli interventi di razionalizzazione effettuati con la consulenza del RMI, che hanno portato a tagli dei consumi del 30-60%. Risultati ancora più incisivi si possono ottenere nella progettazione integrata di nuovi impianti industriali. Ancora una volta, senza ipotizzare scoperte spettacolari ma semplicemente utilizzando in maniera elegante, con un approccio sistemico, le migliori tecnologie disponibili. Secondo Lovins, un’applicazione su larga scala di questi principi consentirebbe di raddoppiare la produttività energetica del settore industriale.

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