Un futuro incerto per certificati bianchi ed ESCo

  • 4 Settembre 2012

AssoEsco, associazione italiana delle Energy Service Company, spiega le proprie preoccupazione in merito alla mancata definizione degli obiettivi per il risparmio energetico per gli anni successivi al 2012 e al rischio di modifiche dell’attuale meccanismo dei TEE, i cosiddetti certificati bianchi, che ne indeboliscano il funzionamento.

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AssoEsco, associazione italiana delle ESCo (Energy Service COmpany), esprime forte preoccupazione in merito alla mancata definizione degli obiettivi per il risparmio energetico per gli anni successivi al 2012, e al rischio di modifiche dell’attuale meccanismo dei certificati bianchi che ne andrebbero a modificare il funzionamento. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa nota, nell’ambito delle valutazioni presenti sul nostro portale in merito a politiche e normative per l’efficienza e le rinnovabili termiche per le quali si attende ancora il decreto attuativo.

La mancanza di certezza sull’estensione temporale e sull’entità dello sforzo che sarà  richiesto al meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) nei prossimi anni e, dunque, sull’evoluzione della domanda futura di TEE, scoraggia la presentazione di progetti e, soprattutto, lo sviluppo di nuovi investimenti strutturali, che generano i maggiori benefici per il Paese.

Tali incertezze si aggiungono ai rischi di ridimensionamento, rintracciabili anche nella proposta di introduzione del Conto Energia Termica, che sembra proporre una nuova segmentazione delle attività incentivate modificando i soggetti istituzionali di riferimento. Il divieto di cumulo previsto in alcuni casi tra il meccanismo dei TEE e gli ulteriori sistemi di incentivazione, determina inoltre una restrizione del campo di applicazione dei TEE, sebbene, secondo il Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica 2011, i TEE siano risultati economicamente più efficienti rispetto ad altri strumenti di pari efficacia nel generare risparmi energetici.

Il meccanismo dei TEE, infatti, rispetto agli altri meccanismi di tipo feed in o di natura fiscale, essendo uno strumento di mercato, seleziona naturalmente gli interventi che, a parità di risparmi energetici generati, hanno costi inferiori. Questo è ancor più vero a seguito dell’aggiornamento delle linee guida che hanno introdotto il coefficiente di durabilità tau che tiene conto della reale vita in cui gli interventi generano un risparmio.

La centralità del meccanismo dei TEE risulta confermata anche dalla “Proposta di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sull’efficienza energetica che abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE” che prevede che gli Stati membri “assicurano l’esistenza o la conclusione di accordi volontari e/o altri strumenti orientati al mercato, per esempio i certificati bianchi, ecc. … “

Alla luce di quanto sopra esposto, auspichiamo che il meccanismo dei TEE venga confermato e rafforzato e che, in particolare, vengano confermati i seguenti principi:

  • mantenimento dell’obbligo in capo ai distributori
  • mantenimento del ruolo delle Società di servizi energetici (ESCO).

Con riferimento al primo punto osserviamo che esso, oltre a essere confermato nella sopracitata Proposta di direttiva, rappresenta un requisito essenziale per contribuire alla liquidità del mercato dei TEE. Il mantenimento di tale obbligo in capo ai distributori avrebbe inoltre il vantaggio di non determinare aggravi in bolletta né ulteriori costi di sistema, in quanto storicamente il prezzo medio ponderato dei TEE è stato sistematicamente inferiore al contributo tariffario unitario riconosciuto nelle tariffe di distribuzione.

Per quanto concerne il secondo punto, il mantenimento delle titolarità dei TEE in capo alla ESCO che presenta il progetto e la previsione che solo le ESCO o le aziende che hanno al loro interno un energy manager siano titolate alle presentazione delle iniziative volte all’ottenimento di TEE, rappresentano un cardine essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica prefissati per l’Italia. Le ESCO hanno, infatti, contribuito negli ultimi anni in maniera assai rilevante al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica. A dimostrazione di ciò, basti pensare che oltre l’80% dei TEE sono stati emessi con riferimento a iniziative e progetti promosse da ESCO (soggetti volontari all’interno del meccanismo) e appena il 14% dai Distributori (Soggetti Obbligati).

Le ESCO in questi anni stanno facendo un grosso passo nella direzione della qualità, adeguandosi alla nuova norma UNI CEI 11352, per fornire ai propri clienti un servizio di livello e contenuto sempre più elevati. A loro volta inoltre, ‘diffondendo’ la cultura dell’efficienza energetica e favorendo l’applicazione delle correlate norme sulla qualità (EGE, SGE, ecc.), promuovono lo sviluppo della sensibilità e delle competenze nell’uso dell’energia e nel rispetto dell’ambiente.

Le ESCO sono, infine, soggetti specializzati nell’effettuare interventi nel settore dell’efficienza energetica, della generazione distribuita (piccoli impianti di produzione di energia vicini a luoghi di consumo) e delle energie rinnovabili, sollevando il cliente dalla necessità di reperire risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti e dal rischio tecnologico, in quanto gestiscono sia la progettazione che la realizzazione e la manutenzione per tutta la durata del contratto, attraverso l’utilizzo di contratti quali gli E.P.C. (Energy Performance Contract).

Inoltre, il fatto che una ESCO detenga la titolarità dei TEE generati dagli interventi di efficienza energetica, è una condizione spesso necessaria per la bancabilità degli stessi. In mancanza di garanzie, derivanti dalla titolarità dei TEE connessi agli interventi di efficienza energetica promossi, difficilmente le ESCO continueranno a farsi carico della realizzazione e finanziamento di interventi di efficienza che siano effettivamente in grado di contribuire alla riduzione dei consumi energetici nel lungo periodo. Molto probabilmente, in tale scenario, le ESCO limiterebbero il proprio campo di azione a interventi di minor rilievo e rischio. Ciò determinerebbe un forte ostacolo all’evoluzione dei servizi energetici e alla crescita del Paese in campo tecnologico, e renderebbe ancora più arduo il raggiungimento degli obiettivi di efficienza prefissati.

Le ESCO, intese come soggetti che assumono il rischio finanziario dell’intervento attraverso mezzi propri e partecipano a una parte dei benefici economici prodotti nel tempo dall’intervento stesso, sono un elemento propulsore di grande importanza per lo sviluppo del risparmio energetico in Italia. Le ESCO rappresentano da ultimo un fondamentale alleato del cliente finale nel ridurre l’asimmetria informativa che si creerebbe nel caso in cui il cliente si rivolgesse direttamente al fornitore di tecnologie e soluzioni di efficienza energetica. L’esistenza e lo sviluppo delle ESCO è, infatti, stimolata dal continuo monitoraggio e aggiornamento dell’evoluzione tecnologica e dalla completa e totale condivisione con il cliente della cultura dell’efficienza e dei benefici energetici ed economici connessi.

Sulla base delle considerazioni riassunte, AssoEsco auspica un pronto rafforzamento del meccanismo dei TEE, nel quale vengano confermati i principi dell’obbligo in capo ai distributori e del ruolo delle Società di servizi energetici (ESCO).

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