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Moduli fotovoltaici, continua il calo dei prezzi

Dopo una battuta d'arresto a giugno i moduli fotovoltaici continuano a diminuire di prezzo, dicono i dati di IMS Research. A luglio meno 2,4% rispetto al mese precedente e -44% su base annuale e per fine anno si prevede che si arrivi a 0,70 $/Wp. Ma tra i produttori la lotta è dura e i margini di riduzione dei costi sono stretti.

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I moduli fotovoltaici continuano a diminuire di prezzo. Mentre in Italia siamo sempre più vicini al momento in cui il fotovoltaico non potrà più contare su nessun tipo di incentivo, quella che arriva dagli ultimi dati di IMS research è una  notizia buona per installatori e consumatori e cattiva per la parte a monte della filiera, messa a dura prova dai prezzi stracciati.

A giugno il crollo dei prezzi si era fermato; anzi, i moduli in silicio cristallino erano costati il 3% in più rispetto al mese precedente. La causa è nella forte domanda dai due mercati più grandi, Italia e Germania, in entrambi dei quali c’è stata una corsa alle installazioni per anticipare la riduzione degli incentivi, scattata al 30 giugno in Germania e in Italia oggi, 27 agosto, con l’entrata in vigore del quinto conto energia.

A luglio invece il calo è ripreso, con un meno 2,4% in media, con cali più significativi per i prodotti occidentali (-5%) che per quelli cinesi. In media un modulo in silicio cristallino a luglio di quest’anno è costato il 44% in meno rispetto a un anno fa: quelli cinesi tier 1 sono stati venduti in media a 0,771 $/Wp, quelli di qualità minore, i tier 2 e tier 3, rispettivamente a 0,726 $/Wp e 0,710 $/Wp.

E il calo dovrebbe continuare: anche se per agosto si prevede un aumento dello 0,3%, entro la fine anno IMS prevede che per i tier 1 e 2 cinesi si arrivi a 0,70 $/Wp (circa 0,57 euro/Wp).

“I prezzi dei moduli fotovoltaici hanno goduto di un raro periodo di stabilità a giugno, ma sono di nuovo sotto pressione con l’indebolirsi della domanda in diversi mercati importanti nella seconda metà dell’anno”, spiega Sam Wilkinson, analista di IMS per il FV.

Anche se l’industria ha visto un numero significativo di uscite dal mercato, resta infatti un problema di sovrapproduzione che porta alla competizione sul prezzo. Una lotta molto dura dato che, come spiega Wilkinson, “i margini dei produttori sono già molto bassi e in alcuni casi negativi e la capacità di abbassare ulteriormente i prezzi sono assai limitate senza introdurre miglioramenti significativi nella loro struttura di costo.”

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