Rete elettrica italiana, lavori in corso

Il sistema elettrico italiano è cambiato troppo in fretta rispetto alla rete che va adeguata. Terna ha illustrato alla stampa quanto sta facendo: 3 miliardi di progetti sulla rete, il 40% dei quali legato alle rinnovabili. Partito ieri il cantiere “Foggia/Benevento”, farà risparmiare 30 milioni l'anno. E dal 2013 il via al piano per gli accumuli.

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Il sistema elettrico italiano è cambiato troppo in fretta rispetto alla rete, soprattutto a causa del boom delle rinnovabili non programmabili. La situazione in molte aree è critica, tanto da rendere inefficiente il sistema. È dunque una buona notizia quella che gli attesi interventi sulla rete stanno procedendo e quest’estate Terna resterà “aperta per lavori in corso”. Ieri a Roma il gestore di rete nazionale ha presentato alla stampa quanto sta facendo al momento: 3 miliardi di euro di opere in realizzazione lungo tutta la penisola, con oltre 150 cantieri, 750 ditte impiegate e più di 4.000 persone al lavoro (vedi l’infografica sulle opere in corso e la presentazione per la stampa, pdf).

Il 40% dei 3 miliardi di euro in realizzazione – è stato spiegato –  è destinato a opere che consentiranno il pieno sfruttamento delle energie rinnovabili. Oltre due terzi dei lavori in corso sono concentrati al centro-sud. Per esempio, tra le opere più importanti, la linea elettrica “Foggia/Benevento” i cui cantieri sono stati avviati proprio ieri con 6 mesi di anticipo sulla tabella di marcia. Un’opera, si è detto, fondamentale, perché “sbottiglierà” 1.000 MW di potenza tradizionale e rinnovabile, in un’area come la Campania ad alto consumo energetico e con un deficit di produzione di circa il 50% del fabbisogno. Un investimento da 90 milioni che dovrebbe garantire minori costi per 30 milioni/anno.

Una volta completate, le opere che Terna sta realizzando produrranno 1.200 km di nuova rete, 850 km di vecchie linee dismesse e 60 nuove stazioni. 6 sono i progetti “top”: Sorgente/Rizziconi, Trino/Lacchiarella, Dolo/Camin, Italia/Francia, Italia/Montenegro e – appunto – Foggia/Benevento. Il 70% della lunghezza complessiva di queste opere – oltre 1.000 km – sarà realizzato con cavi sottomarini e interrati.

“Solo questi sei progetti più importanti comportano un investimento di 1,7 miliardi e produrranno un minor costo per il sistema di 340 milioni di euro l’anno – ha spiegato l’amministratore delegato Flavio Cattaneo – questo significa, assumendo una vita utile di venti anni, che in cinque anni il sistema si sarà ripagato e che per i restanti 15 anni avrà un beneficio netto di oltre 5 miliardi di euro, a vantaggio delle imprese e delle famiglie”.

Cattaneo ha ricordato come l’evoluzione in atto (target rinnovabili e de-carbonizzazione europea dell’energia) comporti un nuovo paradigma e nuove sfide per il sistema elettrico continentale e italiano. Dal canto suo l’Italia è caratterizzata da una situazione di overcapacity, cioè di surplus di potenza rispetto alla domanda, unitamente a una forte variabilità della domanda che si protrae dal 2008 e da un vero e proprio boom delle rinnovabili (soprattutto eolico e fotovoltaico) che a fine 2011 hanno raggiunto circa 20.000 MW di capacità installata contro i 6.000 MW del 2009.

La smart grid dunque è fondamentale e ieri, seppure a margine della presentazione, si è parlato anche del piano accumuli (vedi Qualenergia.it, Le rinnovabili italiane e il nodo degli accumuli): su un orizzonte di 15 anni per 240 MW di batterie, secondo Terna, gli accumuli produrranno un risparmio di 45 milioni l’anno. Si dovrebbe partire già nel 2013: si inizierà con un primo step da 80-90 MW e le tecnologie verranno scelte di volta in volta in base alle finalità, agli esiti delle sperimentazioni e all’evoluzione del mercato, ha spiegato Cattaneo rispondendo ad alcune domande. Ha elencato tre diverse iniziative: “la sperimentazione avviata dall’Autorità su 20 MW, il nostro Storage Lab e il piano di sicurezza della rete da 40 MW”.

“Nel primo semestre 2012 – ha rimarcato l’amministratore delegato Flavio Cattaneo – abbiamo toccato il record di investimenti di 523 milioni di euro”. Terna insomma, è emerso dall’incontro, sembra non risentire della crisi e riesce ad attrarre capitali, cosa positiva per il miglioramento della nostra rete. Molto interessante per la società la prospettiva, definita anche nel decreto sviluppo, di finanziarsi attraverso i cosiddetti project bond, obbligazioni legate a una specifica opera, ma affinché funzionino, secondo Cattaneo, l’Autorità dovrebbe garantire tariffe fisse per la trasmissione.

Oltre che sulla rete Terna continuerà a investire su altre attività: “Ci interessano quei piccoli tratti di rete che connettono gli impianti a fonti rinnovabili alla rete nazionale vera e propria. Abbiamo già diversi contatti con società italiane e straniere per operazioni sul nostro Paese e all’estero, in particolare all’Est e in America Latina, con focus su Brasile e Cile”.

La presentazione di Cattaneo (pdf)

L’infografica sui lavori in corso (pdf)

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