Le possibili trasformazioni del mercato del fotovoltaico

L'evoluzione del settore degli ultimi due anni e il nuovo quadro tecnologico e incentivante richiedono approcci diversi. Serve intuire i trend, capire le novità tecnologiche, osservare le regole e le normative per orientare e riposizionare per tempo il proprio business. Un articolo di Gianni Silvestrini uscito sulla rivista 'Fotovoltaici'.

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Il fotovoltaico ha registrato discontinuità di crescita, ma questo è certamente il momento più critico attraversato finora dal settore. I motivi sono da ricercarsi nelle incertezze del quadro normativo, nella sovrapproduzione di moduli e nelle problematicità del credito (in molti Paesi), che hanno portato a numerosi fallimenti di aziende, anche importanti. L’incredibile caduta dei prezzi ha attivato guerre commerciali, ma ha anche fatto maturare la consapevolezza della possibilità nel medio periodo di reggere sul mercato anche senza la presenza di incentivi.

Come ha ricordato l’amministratore delegato di Bloomberg New Energy Finance, Michael Liebreich, la situazione attuale del fotovoltaico ricorda quella degli albori dell’industria dell’auto. La maggior parte delle 500 case automobilistiche fiorite negli USA nei primi anni del secolo scorso fallì in poco tempo nonostante il vero e proprio boom del settore. Anche nel solare il doloroso consolidamento rappresenta il passaggio verso la fase di spettacolosa crescita dei prossimi decenni.

Alcuni dati, del resto, segnalano l’incisività dei cambiamenti già in atto. Lo scorso maggio il solare ha coperto il 10% della richiesta di energia elettrica tedesca e l’8% di quella italiana. Nel nostro Paese la quota di rinnovabili, e in particolare quella del solare, sta addirittura mettendo in discussione il funzionamento di alcune centrali a ciclo combinato, che potrebbero chiudere nei prossimi mesi.

Viste le evoluzioni del quadro tecnologico e normativo è utile riflettere sulle possibili trasformazioni del mercato del fotovoltaico, in particolare nel nostro Paese.

Verso le piccole taglie

Con l’uscita del quinto conto energia, si può già fare qualche riflessione. Dal prossimo settembre-ottobre le caratteristiche del business solare cambieranno totalmente. Non si installeranno più impianti a terra in area agricola, né si avranno progetti di grande taglia sugli edifici. Si espanderà invece nei prossimi due anni il settore degli impianti di piccola taglia (presumibilmente in media sotto i 20 kW). Ci sarà poi un nuovo, limitato impulso relativo a progetti di taglia maggiore su edifici, cave, discariche e siti già contaminati all’inizio del 2013.

Una grande opportunità: la manutenzione

Il business della manutenzione per un parco di quasi 400.000 impianti per una potenza cumulativa superiore ai 14 GW è interessante e tenderà a crescere. Il fatturato si aggira oggi sui 500 milioni l’anno solo per la parte ordinaria. Se si considerano poi i possibili interventi sugli inverter e il futuro inserimento di sistemi di accumulo nella logica delle smart grid si comprende l’importanza di questo segmento di mercato e l’impatto occupazionale che vi è collegato.

Nuovi orizzonti: internazionalizzazione

È sempre più elevato il numero delle imprese italiane che trasferiscono le proprie attività in altri Paesi. Si tratta di una ricaduta positiva, spesso sottovalutata, legata alla fase di forte crescita di questo comparto. Si va dalle imprese che hanno insediato siti produttivi all’estero a società che propongono le proprie competenze sul versante autorizzativo, finanziario e di EPC principalmente nei Paesi dell’Est, ma anche in Africa e America Latina.  La stessa migrazione è avvenuta con le società spagnole del solare che si sono improvvisamente trovate senza un mercato casalingo.

Operare senza incentivi: opzione vicina

Alcune imprese stanno ragionando sulla prospettiva di interventi anche senza conto energia. Il primo mercato è quello della vendita diretta di elettricità a privati, contando quindi su un prezzo di cessione più alto rispetto alla vendita in rete. Un’ipotesi praticabile però solo liberalizzando la produzione solare, come richiesto ai Ministeri dagli Stati generali delle Rinnovabili e dell’Efficienza energetica.

A livello internazionale c’è già chi si attrezza per investire senza sostegni pubblici. È la strada che si inizia a percorrere in alcuni Paesi con condizioni privilegiate di soleggiamento. La spagnola Solarpack ha fatto da apripista, inaugurando a giugno il primo impianto nel mondo, 1 MW di potenza installato senza incentivi, che fornisce elettricità alle miniere di rame nel deserto cileno di Atacama. Nella stessa area Element Power Solar realizzerà, a partire da quest’anno, una serie di impianti da 30 MW per una potenza complessiva di 300 MW.

Diversi impianti sono previsti in Spagna. Nella regione di Toledo, la società Solaria, quotata alla borsa di Madrid, intende realizzare con i propri moduli un impianto da 60 MW investendo 60 milioni di € (attenzione al costo!). Lo scorso marzo era stata la tedesca Gehrlicher Solar ad annunciare l’intenzione di realizzare nell’arco di tre anni un impianto da 250 MW nella regione dell’Estremadura (sempre a un costo finale di 1 €/Wp). E nella provincia di Cordova è stato approvato il progetto di un parco fotovoltaico da 51 MW proposto da Gamonarejo.  

Analoghi progetti sono previsti in altre parti del mondo. In Sud Africa sarà l’italiana Aión Renewables (già Kerself) a realizzare un impianto da 900 kW, il primo di una serie per complessivi 30 MW , anch’essi senza alcun sussidio.

Sono molte le iniziative in varia fase di elaborazione e c’è chi valuta nell’ordine di diversi GW la pipeline di progetti di aziende che si sono lanciate in questa avventura.  Malgrado la possibile alta mortalità di queste proposte, sono numeri significativi che indicano l’attenzione che si è creata tra imprese e investitori.

Accumulo: soluzione strategica

Una carta centrale per lo sviluppo futuro del fotovoltaico riguarda l’accumulo di elettricità. Come è già evidente ora in Italia e Germania, la crescita del solare è legata sul lungo termine all’interazione con la rete. Questa opzione tecnologica riguarda tutti i Paesi che hanno imboccato con decisione la strada delle rinnovabili. In alcuni casi i sistemi di accumulo  vengono già sussidiati. In California, per esempio, è stato avviato un programma che prevede  incentivi pari a 2.000 $/kW.

Del resto, non è improbabile un trend di riduzione nel tempo del riconoscimento economico per l’elettricità immessa in rete per i nuovi impianti, visto il ruolo incisivo che il fotovoltaico sta assumendo in alcuni Paesi come il nostro. Prima della fine del decennio, con la diminuzione dei prezzi delle batterie in presenza di una politica sempre più aggressiva dei produttori di sistemi di accumulo, è possibile che diventi economicamente più vantaggiosa la scelta di un kit solare più batteria rispetto al solo fotovoltaico.

Del resto le normative tendono e tenderanno sempre più a valorizzare l’elettricità consumata. Ed è significativo il fatto che a Intersolar Europe 2012, svoltasi a metà giugno a Monaco, fossero presenti ben 140 aziende con prodotti nell’ambito dello stoccaggio dell’energia.

Da questa breve rassegna emergono alcune possibili tendenze di diversificazione del mercato fotovoltaico nei prossimi anni. È opportuno dunque intuire i trend, fiutare le novità tecnologiche, osservare le possibili evoluzioni normative in modo da orientare e riposizionare per tempo il proprio business.

L’articolo è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista mensile “Fotovoltaici”

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