Per APER, decreti su fotovoltaico e rinnovabili “una scelta recessiva per il Paese”

  • 9 Luglio 2012

Blocco dello sviluppo del settore, mancanza di semplificazione, grid parity da generazione distribuita sempre più lontana. Aper contro i due nuovi decreti su conto energia fotovoltaico e incentivi alle altre rinnovabili elettriche.

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Venerdì, finalmente, i nuovi decreti su conto energia fotovoltaico (vedi testo e sintesi) e incentivi alle altre rinnovabili elettriche (testo e sintesi), sono stati approvati. Oggi arrivano nuovi commenti dalle associazioni del settore. E non sono positivi. Questo quello di Aper:

“A una prima analisi – commenta il presidente Agostino Re Rebaudengo – e riservandoci commenti approfonditi e puntuali in seguito, apprendiamo che, nonostante qualche lieve miglioramento, le numerose proposte sollecitate da Bruxelles, così come  le richieste esplicitamente avanzate sia dalla Conferenza Unificata sia da APER, non sono state accolte se non in minima parte.

Permangono infatti gravi elementi che ci preoccupano, a partire dall’assenza di un periodo transitorio adeguato a tutelare gli investimenti in corso fino alla mancata opportunità di sviluppo per le filiere produttive. Soprattutto rileviamo che non è stata prevista alcuna reale misura di semplificazione volta a ridurre gli “extra costi” subiti dal settore a causa della burocrazia, ma addirittura sono stati introdotti ulteriori meccanismi quali le aste, i contingenti annuali di potenza per i nuovi impianti e per i rifacimenti di quelli esistenti, l’introduzione dei registri anche per gli impianti di piccola taglia.

Nessun accenno infine a politiche di supporto per il raggiungimento della grid parity: stupisce che i provvedimenti non contemplino infatti la possibilità dell’innalzamento del limite dello scambio sul posto e l’implementazione dei SEU, che potrebbero al contrario rappresentare un nuovo paradigma di sviluppo per la generazione distribuita. Misure queste ultime che contrastano palesemente con gli obiettivi europei sia in tema di energie rinnovabili sia di efficienza energetica, e ancor di più con quelli di recupero di produttività del nostro Paese.

Siamo un settore industriale di primaria importanza per il tessuto economico italiano: i continui e repentini cambi delle regole del gioco e la mancanza di una lungimirante politica energetica nazionale rischiano di portare alla crisi anche il nostro comparto che al contrario, fino a oggi, ha garantito sviluppo e occupazione”.
 

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