Green economy. Efficienza e risparmio, lavori in corso

  • 5 Luglio 2012

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Pubblichiamo una bozza di lavoro del Gruppo 3 degli Stati Generali della Green Economy, quello relativo a "Sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico". E' un primo documento che verrà definito nei prossimi mesi con il coinvolgimento di diversi soggetti che parteciperanno o verranno consultati nell’ambito del gruppo di lavoro.

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Giovedì 12 luglio 2012 a Milano (Palazzo Turati, Via Meravigli 9/b, ore 14) avrà luogo l’Assemblea programmatica “Sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico”, cioè del Gruppo 3 degli Stati Generali della Green Economy, di cui è coordinatore Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club. Il Comitato organizzatore e il Ministero dell’Ambiente invitano a partecipare all’Assemblea programmatica nazionale e a fornire un contributo di idee e proposte sul tema dell’efficienza energetica. Per inquadrare le iniziative degli Stati Generali della Green Economy: Stati Generali della Green Economy per far uscire l’Italia dalla crisi.

Pubblichiamo qui una prima bozza di lavoro del Gruppo 3.

 

Quadro internazionale e nazionale

L’efficienza energetica rappresenta il principale strumento per ridurre le emissioni climalteranti, oltre che per aumentare l’indipendenza energetica, per favorire la creazione di imprese e per incrementare l’occupazione. Rappresenta un pilastro, spesso sottovoluatato nella percezione pubblica, della Green Economy. È una delle aree che più facilmente consentono azioni win-win sul lato economico e ambientale e per questo risulta particolarmente efficace in un periodo di crisi.

La Commissione Europea ha delineato il ruolo dell’efficienza sul lungo periodo e definito impegni sul breve periodo.  È stato infatti elaborato uno scenario al 2050 in cui si ipotizza, rispetto ai valori del 2010, una riduzione assoluta dei consumi di energia del 14% nel 2030 mentre a metà secolo la riduzione dovrebbe raggiungere il 30% (vedi figura 1).

Sulla base di questi scenari, le politiche di innalzamento dell’efficienza energetica dovranno diventare dunque molto più incisive.

L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo intermedio, non vincolante, di conseguire  nel 2020 un risparmio del 20% di energia primaria. Con le politiche attuali si raggiungerà però soltanto la metà dell’obiettivo. Per questa ragione è in via di definizione una nuova Direttiva sull’Efficienza Energetica con misure che consentirebbero di ridurre i consumi, a livello europeo, di 150 Mtep e aumentare l’occupazione di 400.000 unità. È in atto una complessa  trattativa, tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, per fare diventare il 20% un obiettivo vincolante. Tra gli altri obiettivi sensibili, quello di garantire a partire dal 2014 la riqualificazione energetica annua del 3% dell’edilizia pubblica.

Un altro riferimento sul versante dell’efficienza viene dalla Direttiva europea 2010/31/UE, più conosciuta come direttiva per la progettazione di “edifici a energia quasi zero” che dovrà essere adottata entro il 9 luglio 2012 “adottando e pubblicando le metodologie di calcolo, i requisiti minimi e le prestazioni energetiche destinate a tutto il comparto edile”.

Inoltre, in base alla  Direttiva 2009/125/CE, sono definite prestazioni minime per i motori elettrici con una progressione di aumento dell’efficienza tra il 2011 e il 2017.

In base alla Direttiva 2010/30/UE, inoltre, l’etichettatura energetica per gli elettrodomestici sarà più incisiva, mentre per le apparecchiature per ufficio svolge questa funzione l’etichettatura Energy Star.

Infine, per quanto riguarda i nuovi autoveicoli immessi sul mercato in Europa, gli obiettivi da garantire secondo la Direttiva 2009/33/CE sono di 130 grCO2/km al 2015 e 95 gr nel 2020.

A livello nazionale, malgrado la formulazione di diversi Piani per l’efficienza energetica non eccessivamente ambiziosi, è finora mancata una strategia complessiva su questo fronte, come è mancata l’elaborazione di una Strategia Energetica Nazionale, documento di visione sul lungo periodo più volte annunciato ma mai reso pubblico.

Il recepimento di Direttive europee ha consentito di dare un impulso all’efficienza in particolare nel settore dell’edilizia, dell’illuminazione, degli elettrodomestici e degli autoveicoli.

Le politiche di incentivazione adottate dai Governi hanno ottenuto in alcuni casi risultati interessanti, ma sono state prive di coordinamento, senza certezze e senza un orizzonte di lungo periodo.

Potenziale di risparmio dei vari settori

L’intensità energetica dell’Italia è relativamente bassa ma questa virtuosità ha visto solo lievi miglioramenti nell’ultimo ventennio, al contrario della maggior parte dei Paesi europei che hanno invece ridotto notevolmente il valore dell’intensità. 

Sul medio periodo il comparto civile potrà fornire circa la metà del 20% di riduzioni dei consumi prevista per il 2020, mentre industria e trasporti potranno contribuire ciascuno per un quarto del risparmio totale.

Il settore civile (35% dei consumi finali) è quello in cui si possono ottenere i risultati più significativi. Infatti, più della metà delle costruzioni presenta consumi di climatizzazione tripli rispetto a quelli previsti dalle attuali normative per i nuovi edifici. Miglioramenti dell’efficienza sono possibili anche sul versante dei consumi elettrici, a iniziare dall’illuminazione. Un settore molto interessante che si apre è quello delle smart grid in risposta alla forte penetrazione di rinnovabili non programmabili, attivando interventi di Demand Response e Demand Side Management.

Per quanto riguarda l’industria, che assorbe un quarto dei consumi finali, pur essendo un settore più attento ai consumi di energia presenta interessanti margini d’intervento sia sul versante elettrico (i motori elettrici, 80% dei consumi del comparto, vedranno un deciso mglioramento dell’efficienza per effetto delle norme europee) che in quello della co-trigenerazione e del recupero termico.

Infine, per quanto riguarda il comparto dei trasporti, responsabile del 31% dei consumi finali, i risparmi verranno sia dall’evoluzione delle tecnologie che dagli interventi sul governo della mobilità. Il Gruppo Efficienza lavorerà in collaborazione con il gruppo della Mobilità sostenibile per l’elaborazione di proposte. Verranno in particolare analizzati gli impatti dell’evoluzione tecnologica dei veicoli e le possibilità di incidere sulla trasformazione del mercato. Il consumo specifico dei nuovi autoveicoli è regolamentato a livello europeo, ma la fiscalità può orientare fortemente le vendite in relazione ai consumi.

I comparti dell’efficienza energetica

Si possono distinguere tre aree di imprese il cui business ruota attorno all’efficienza energetica.

Il primo raggruppamento è molto ampio perché comprende aziende che nella loro offerta includono anche soluzioni ad alta efficienza, come elettrodomestici, automobili, motori elettrici, edifici, caldaie…  Pur essendo molto diversificato lo spettro delle imprese coinvolte, l’efficienza non è generalmente una loro esigenza vitale dovendo commercializzare anche prodotti di media o scarsa efficienza. In questo comparto esistono comunque aziende che fanno dell’efficienza una caratteristica specifica della propria attività.

Nel secondo gruppo sono invece incluse le imprese i cui prodotti sono essenziali per le politiche di risparmio, come i produttori di materiali isolanti, led, inverter, cogeneratori, recuperatori di calore, veicoli elettrici… Infine, abbiamo un terzo gruppo che include le aziende e i professionisti la cui attività è direttamente legata all’efficienza, come Esco, certificatori energetici, progettisti, installatori, produttori di software e di sistemi di controllo per smart grid…Questi ultimi due gruppi dipendono in modo significativo dalle normative e dagli incentivi che vengono predisposti. 

Definire i contorni delle realtà produttive legate all’efficienza, come si vede, non è semplice. Certamente, l’area “green” tende a espandersi in relazione alla virtuosità delle politiche dei vari Paesi e all’andamento del prezzo dell’energia. Anche grazie agli impegni internazionali sul clima, è sempre più ampio il numero di piccole aziende come di grandi multinazionali che qualificano la propria attività sul versante della green economy.

Attori (reali e potenziali) dell’efficienza energetica

Nell’ambito delle istituzioni che hanno un ruolo decisivo nella promozione delle politiche di efficienza, va segnalato il contributo che nei prossimi anni potrà essere dato dal Patto dei Sindaci, che vede 2.000 Comuni italiani coinvolti nella definizione di strategie di efficienza, uso delle rinnovabili, mobilità sostenibile.

Molti altri soggetti hanno un ruolo: Enea, Agenzie per l’energia, Consip, CdP, Arel…

I distributori di energia elettrica e gas hanno l’obbligo di garantire risultati quantitativi sul versante dell’efficienza ma ricorrono soprattutto all’acquisto di TEE. Potrebbero svolgere un ruolo più attivo. Le Esco rappresentano uno strumento potenzialmente molto efficace, anche se al momento sono poco attive; è probabile un maggiore coinvolgimento grazie al potenziamento dei certificati bianchi e all’accesso a fondi di rotazione.

Efficacia degli strumenti esistenti

Come già sottolineato, finora è mancata una politica organica sul fronte dell’efficienza. Sono stati attivati diversi strumenti, ma raramente con una prospettiva di stabilità e di lungo periodo.

Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica nell’edilizia hanno registrato risultati interessanti, ma limitati sostanzialmente alla sostituzione di infissi, caldaie e all’installazione di collettori solari. Gli interventi di coibentazione dell’involucro esterno sono stati praticamente assenti. Le incentivazioni inoltre sono state limitate al patrimonio edilizio privato.

Lo strumento dei certificati bianchi ha ottenuto discreti risultati, ma è stato finora confinato ad applicazioni mirate. La situazione è cambiata alla fine del 2011 con la delibera dell’Autorità per l’Energia EEN 09/2011 che ha potenziato i TEE consentendo di incrementare gli interventi nell’edilizia e soprattutto nell’industria. Il Fondo di rotazione di Kyoto ha acceso molte aspettative.

L’etichettatura degli elettrodomestici è stata molto efficace, portando a una radicale trasformazione del mercato, con lo spostamento delle vendite verso prodotti di classe A, A+, A++. Per alcuni prodotti, come i frigoriferi, questo spostamento è stato agevolato negli ultimi anni da incentivi specifici all’acquisto. Le detrazioni fiscali per i motori elettrici a elevata efficienza e i variatori di velocità non hanno invece registrato grande successo.

Grazie alle norme europee sui consumi, la media delle emissioni delle vetture nuove vendute in Italia è scesa dai 146,5 gCO2/km del 2007 ai 130 dei primi 9 mesi del 2011.

Proposte per rendere più incisive le politiche sull’efficienza energetica

Questo capitolo verrà definito nel corso dei prossimi mesi sulla base del coinvolgimento dei diversi soggetti che parteciperanno o verranno consultati nell’ambito del gruppo di lavoro. Andranno valutate le possibili misure in relazione alla loro efficacia sia in termini di energia risparmiata che di sviluppo dei comparti interessati e dell’impatto occupazionale.

Verrà considerata anche la necessità di spingere sull’innovazione (Industria 2020?).

Come spunto, si indicano di seguito alcuni dei temi sviluppabili.

Edilizia

  • Avviare interventi radicali di riqualificazione del costruito, 55% plus, certificati bianchi potenziati, fondi di rotazione; rendere seria e controllata la certificazione energetica
  • Prevedere elettrodomestici abilitati a Demand response, obbligo di lavastoviglie e lavabiancherie a doppia presa
  • Predisporre strumenti specifici per l’edilizia pubblica con coinvolgimento attivo di soggetti terzi, EPC, FTT, Esco, Fondi di rotazione, CdP, audit, contrattualistica e bandi
  • Introdurre strumenti urbanistici e regolamenti edilizi innovativi
  • Superare il patto di stabilità per interventi di efficienza
  • Rendere effettivi e controllabili gli obblighi sulla quota di rinnovabili nella nuova edilizia
  • Fissare nuovi limiti del 30% inferiori agli attuali per gli edifici costruiti dopo il 2014
  • Utilizzare strumenti europei, come il Fondo Europeo per l’Efficienza Energetica

Industria

Assistenza alle imprese, specie le Pmi che hanno difficoltà a individuare sprechi, formazione Energy manager ed Esperti in Gestione dell’Energia, Audit energetici, uso dei TEE, Esco, fondi di rotazione, promozione dei Sistema di Gestione dell’Energia.

Trasporti

Promozione di veicoli elettrici, specie plug-in, e con alimentazione a metano e gpl, politiche di feebate per scoraggiare le vendite di auto energivore, innovazione.

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