Crescono le rinnovabili, ma anche il carbone

Le rinnovabili crescono, il fotovoltaico si impenna fino a salire in verticale nel grafico, mentre nucleare e petrolio perdono terreno. Ma tra le fonti fossili a crescere di più è il carbone che già pesa a livelli insostenibili nel mix energetico mondiale. Dagli ultimi dati statistici di BP si ha una fotografia di come sta cambiando il mondo dell'energia.

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Le rinnovabili crescono, il fotovoltaico si impenna fino a salire in verticale nel grafico, mentre nucleare e petrolio perdono terreno. Ma cresce anche il carbone che già pesa a livelli insostenibili nel mix energetico mondiale. È la fotografia che esce dai dati pubblicati di recente nello Statistical Rewiew 2012 di BP, diamo una veloce occhiata.

La crisi si fa sentire e i consumi hanno rallentato la crescita: sono aumentati del 2,5% contro il 5,1% del 2010. Se consideriamo solo i Paesi ricchi sono addirittura diminuiti: meno 0,8% nei Paesi OECD, mentre ad avere fame di energia sono i Paesi emergenti, consumi al +5,3% nei Paesi non OECD.  Una fame soddisfatta ancora in gran parte – per l’87% – dalle fonti fossili.

Come si vede dal grafico sopra, il carbone è cresciuto in maniera impressionante se si pensa a quanto questa fonte sia antiquata e incompatibile con la sfida di contenere il global warming: con un + 5,3% in un anno pesa ora per il 30% del mix energetico totale. Il petrolio – che pure continua a fornire il 33% dell’energia mondiale, per il dodicesimo anno consecutivo perde terreno. Il nucleare paga l’effetto Fukushima e l’anzianità del parco impianti: nel 2011 ha visto calare la produzione del 4,3%, ma gli effetti del fermo massiccio di centrali in Giappone e in Germania si vedranno ancora di più nel 2012. La produzione di gas è cresciuta del 3,1%: gli aumenti in America (+7,7%) dovuti al fenomeno shale gas sono stati compensati da un declino a livello europeo della produzione (-11%) e dei consumi (-9%).

 

Dove la crescita è più forte è invece tra le rinnovabili (idroelettico escluso) che pesano ora per il 2,1% dei consumi totali di energia primaria. Si veda il grafico a fianco.

Mentre la crescita dei biocarburanti si è praticamente fermata (+0,7%), nel settore elettrico le fonti pulite diverse dall’idro sono cresciute del 17,7% in un anno in quanto a produzione.

La produzione da eolico per esempio è salita del 25, 8%. Come mostra il grafico sotto (nostra elaborazione dal corpus dati BP non incluso nel rapporto), nel 2011 il vento ha prodotto 437,4 TWh, dieci anni prima ne produceva poco più di 63, nel 1991 solo 4,1.

La produzione da fotovoltaico invece è cresciuta in un anno dell’ 86%. Nel 2011 il Sole ha prodotto 55,7 TWh. Nel 2001 ne produceva 1,2, nel 1991 solo 0,5.

Certo i numeri sono ancora relativamente piccoli, dato che la produzione totale di elettricità da tutte le fonti nel 2011 è stata di 22.018 TWh. Ma se guardiamo le tendenze, la storia cambia: la produzione da fotovoltaico in un anno è cresciuta dell’86% quella di tutte le fonti del 3%. Con 55,7 TWh al momento, a livello mondiale, il Sole pesa solo per lo 0,7% della produzione, se la crescita continuasse con questo ritmo fra 3 anni i TWh prodotti dal Sole potrebbero essere 357, circa l’1,7% della produzione elettrica mondiale da tutte le fonti.

Se una cosa però il fotovoltaico ce l’ha insegnata è che fare previsioni è sempre rischioso: fino a ora le ha sempre superate. Si veda quel che è successo in Italia dove anche solo un anno fa nessuno avrebbe scommesso che il Sole arrivasse ad avere un peso così rilevante sul mix elettrico: a maggio è arrivato al 9% della produzione nazionale (vedi qui).

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