Connessione alla rete del FV: la norma della discordia

La norma tecnica CEI 0-21 che definisce le regole per la connessione alla rete ed entrerà in vigore dal 1° luglio per garantire la stabilità della rete, insieme all'Allegato A70 al Codice di rete Terna, creerà diversi problemi agli operatori e ai responsabili di impianto. Si chiedono modifiche e uno slittamento dell'entrata in vigore.

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Come se non bastassero i problemi legati all’introduzione del Quinto Conto Energia, all’incertezza della data relativa alla sua introduzione e alla soglia circa i registri, vere e proprie forche caudine per il settore, ora arriva anche una norma tecnica la cui introduzione per tempi e metodi sta creando non pochi problemi. Parliamo della norma tecnica CEI 0-21 (pdf) che sancisce le regole per la connessione alla rete ed entrerà in vigore dal 1° luglio, come previsto dalla delibera dell’Autorità per l’Energia e il Gas n. 84/2012.

In pratica da questa data il Gestore della rete pretenderà un adeguamento alle nuove regole per gli impianti fotovoltaici. Si tratta di una norma introdotta per garantire la stabilità della rete, poiché vista la grande potenza di fotovoltaico installato in Italia potrebbe verificarsi che la fuoriuscita dai limiti di frequenza porti al distacco contemporaneo di molti impianti compromettendo la stabilità della rete stessa. Per evitare questi rischi l’AEGG ha appunto pubblicato tale delibera, nella quale dal 1° luglio 2012 viene richiesto il rispetto dell’Allegato A70 al Codice di rete Terna e alla CEI 0-21.

I problemi, come al solito quando si parla di rinnovabili, non stanno tanto nelle norme, che in questo caso appaiono in linea di massima condivisibili, ma nelle modalità con le quali ci si è arrivati, che sono per lo meno problematiche e hanno sollevato dubbi da più parti.

La norma tecnica CEI 0-21 – che tra parentesi sostituisce integralmente la più nota Guida per le connessioni alla rete elettrica di ENEL distribuzione Ed 2.1 -, infatti, è stata pubblicata il 23 dicembre 2011, ma secondo le premesse contenute nella delibera dell’AEEG 84/2012 è stato necessario modificarla e integrarla, su richiesta dalla stessa AEEG con una lettera del 21 dicembre 2011, cosa che è avvenuta solo in tempi molto recenti, tenendo nell’incertezza gli operatori fino all’ultimo momento.

Ma ora che le norme sono definitive un altro problema si affaccia all’orizzonte. La disposizione, infatti, prevede che gli impianti superiori ai 6 kW elettrici siano dotati di sistemi di protezione d’interfaccia che siano a norma rispetto alla CEI 0-21. Secondo Ater, l’Associazione Tecnici Energia Rinnovabili, non si è a conoscenza di produttori di tali apparati.

«Effettivamente i produttori di questi dispositivi sembrano essere pochi, anche se dall’AEEG ci hanno fatto sapere di aver fatto indagini in merito e di averne verificato la disponibilità. – ci ha detto Valerio Natalizia, Direttore Generale di SMA Italia – In generale tutto l’iter della CEI 0-21 è stato gestito in maniera abbastanza critica e non è da escludere che ci siano giacenze di materiale (inverter, ndr) che dopo il 1° di luglio non sarà più utilizzabile».

Ma i problemi non sono finiti, poiché i tempi d’introduzione e revisione della norma non sono stati armonizzati con quelli delle installazioni del fotovoltaico, gli impianti terminati nei mesi scorsi e non ancora allacciati che utilizzano materiale non adeguato potrebbero trovarsi automaticamente da luglio tagliati fuori e necessiterebbero pesanti adeguamenti, sul fronte economico, per entrare in esercizio. Molti sistemi, in realtà, possono essere adeguati attraverso aggiornamenti software che i maggiori produttori stanno fornendo ai propri clienti, ma il dubbio è che la comunicazione di queste necessità arrivi in tempo utile a tutti gli interessati.

«Gli impianti che non si adeguano possono essere, come estrema ratio, disconnessi dalla rete. – ci dice Fabio Zanellini, responsabile reti di APER – E si tratta di una questione che potrebbe riguardare diverse migliaia d’impianti».
Per risolvere tutte queste problematiche Ater dal canto suo chiede lo slittamento dell’entrata in vigore delle nuove norme al 1° gennaio 2013, mentre per quanto riguarda i sistemi di protezione esterna chiede che il limite per la loro obbligatorietà sia portato dai 6 kW previsti ai 20 kW della precedente normativa; per i grandi impianti in esercizio si affaccia, ancora, un altro problema: cosa succede in caso di guasto di un inverter antecedente alla normativa che comporta la sua sostituzione, se l’azienda produttrice non è in grado di sostituirlo con la stessa, e obsoleta, macchina? Potrebbe essere necessario, in linea teorica, sostituirli tutti, ma con un danno economico non indifferente.

Sulla problematica della connessione alla rete degli impianti FV vedi anche “Speciale Inverter e connessione alla rete elettrica

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