Conto Energia fotovoltaico: luci e ombre dalla Conferenza Unificata

  • 11 Giugno 2012

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ANIE/GIFI esprime parziale soddisfazione per il parere favorevole “condizionato” delle Regioni in merito al quinto conto energia fotovoltaico. Per l'associazione il documento scaturito dalla riunione del 6 giugno presenta contemporaneamente aspetti positivi e criticità ancora da risolvere.

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“Il documento scaturito dalla riunione del 6 giugno (vedi Qualenergia.it, Conto energia fotovoltaico, ecco come dovrebbe cambiare, ndr) – dichiara Valerio Natalizia, Presidente GIFI-ANIE – presenta contemporaneamente aspetti positivi e criticità ancora da risolvere. Pur apprezzando la richiesta delle Regioni di escludere dal registro una più vasta tipologia di impianti, continuiamo a non condividere lo strumento in quanto tale che, come affermato anche dalla UE, aumenta la burocrazia e i costi creando maggiore incertezza a scapito della bancabilità dei progetti. Inoltre, l’aumento a 6,759 mld € complessivi è sicuramente un passo nella giusta direzione ma non è soddisfacente, soprattutto in virtù dei numerosi limiti che sono stati posti sulle varie tipologie di impianti. Ribadiamo la necessità di arrivare a 7 mld”.

Nel testo all’esame del Ministero dello Sviluppo Economico ricompare sia il premio per il Made in EU che per la sostituzione dell’eternit. Entrambi i bonus proposti sono di 3 €cent/kWh e sarebbero cumulabili tra loro.
“La re-introduzione dei premi per la sostituzione dei tetti in eternit e per la componentistica Made in EU è sicuramente un ulteriore passo in avanti. – commenta Natalizia – Credo comunque che l’entità dei premi debba essere saggiamente valutata sulla base dell’effettiva ricaduta occupazionale e dell’impatto a medio-lungo termine così come l’entità delle tariffe incentivanti, il cui incremento proposto per alcune fasce di potenza ci lascia perplessi”.

“Lo sviluppo sostenibile del mercato fotovoltaico non si basa sull’aumento delle tariffe incentivanti – conclude Natalizia – ma sull’eliminazione delle barriere burocratiche e delle incertezze legate al registro e ai limiti ‘imposti’. L’industria nazionale ha bisogno di misure lungimiranti che servano a stimolare la competitività del sistema produttivo nel suo complesso.”

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