Aper: i decreti sulle rinnovabili utilizzano la burocrazia per bloccare il settore

  • 8 Giugno 2012

Il Presidente di APER, Agostino Re Rebaudengo, commentando l’esito dei lavori della Conferenza Unificata, spera che il Governo tenga conto delle riserve manifestate dalle Regioni e riveda le proprie posizioni modificando i Decreti e accogliendo le proposte che le associazioni indicano da mesi.

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«Il parere fortemente condizionato delle Regioni conferma le gravi riserve sui Decreti V Conto Energia e Rinnovabili Elettriche proposti dal Governo, rispetto ai quali non sembra esserci ancora un’intesa definitiva»: lo afferma il Presidente di APER, Agostino Re Rebaudengo, commentando l’esito dei lavori della Conferenza Unificata.

Le Regioni hanno condiviso le preoccupazioni manifestate nei mesi scorsi dalle Associazioni di categoria e da APER in particolare, segnalando le criticità dei Decreti che rischiano di bloccare l’intero settore: non solo la riduzione degli incentivi, ma anche gli insostenibili oneri burocratici che i Decreti introducono, per esempio, con i meccanismi delle aste e dei registri. Le soglie ingiustificatamente basse di applicazione di tali meccanismi penalizzano l’utilizzo di eolico e fotovoltaico anche da parte delle Pmi. Le relative procedure amministrative aumentano gli oneri per gli operatori e riducono drasticamente la sicurezza degli investitori, con l’effetto di complicare ulteriormente il già difficile finanziamento delle iniziative.

Peraltro, per quanto appreso dai media, sembra che anche il Commissario europeo all’Energia, Guenter Oettinger, abbia manifestato analoghe perplessità sui Decreti, inviando una lettera al Governo.

«Si utilizza la burocrazia – continua Re Rebaudengo – per bloccare una filiera come quella delle rinnovabili, probabilmente scomoda ai grandi operatori energetici del panorama italiano che mal sopportano la concorrenza delle rinnovabili alle fonti fossili. Ora confidiamo che il Governo tenga conto delle riserve manifestate dalle Regioni e riveda le proprie posizioni modificando i Decreti e accogliendo le proposte che formuliamo da mesi».
 

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