Conto energia e decreto rinnovabili, da Regioni probabile parere negativo

Le Regioni sono pronte a esprimere in Conferenza Unificata un parere negativo sui decreti del Governo che riguardano il conto energia fotovoltaico e le altre rinnovabili elettriche. Lo ha annunciato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, al termine della Conferenza tecnica delle Regioni di questa mattina.

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Le Regioni sono pronte ad esprimere in Conferenza Unificata un parere negativo sui decreti del Governo che riguardano il quinto conto energia fotovoltaico e il decreto sulle altre fonti rinnovabil elettriche. Lo ha annunciato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, al termine della Conferenza tecnica delle Regioni di questa mattina.

”A questo punto la posizione delle Regioni è quella di esprimere un parere contrario sui due decreti – ha chiarito De Filippo – sia sul ‘conto energia’ e sia sulle rinnovabili elettriche. I punti di avanzamento sugli emendamenti e sulle indicazioni delle Regioni non sono soddisfacenti – ha spiegato De Filippo – Se il Governo dovesse decidere di prendersi ancora qualche giorno di tempo per trovare un punto di convergenza più ampio, noi siamo disponibili a confrontarci, ma a oggi il parere dei governatori è sfavorevole”.

Non sono molti gli atti governativi che ricevono parere negativo dalle Regioni. Ne ricordiamo pochissimi. Se il Governo dovesse andare avanti su questa strada, dopo aver ricevuto uno stop dalle Regioni e ieri un richiamo dalla Commissione Energia UE, ci chiediamo cosa altro debba accadere per far rivedere ai Ministeri questo pessimo impianto incentivante che andrà a bloccare un comparto con oltre 100mila addetti occupati direttamente. Sappiamo che un parere negativo non ostacolerebbe formalmente la pubblicazione dei decreti, ma in questo caso il Governo si assumerebbe una responsabilità politica molto forte. Allora, se proprio le Regioni si dicono contrarie ai decreti su fotovoltaico e rinnovabili, sarebbe meglio negare del tutto il parere e prendere tempo per poter arrivare a un compromesso accettabile.

Da quanto sappiamo i pochi punti su cui si è trovato un accordo con il Governo, dicono le Regioni, è sull’incentivo per la sostituzione dell’amianto (forse soli 3 centesimi di euro per kWh? pochi per una convenienza economica) e sugli impianti pubblici che andrebbero fuori registro e avrebbero alcune altre piccole facilitazioni. Molto poco per accettare un meccanismo incentivante che tra registri e aste andrebbe a scoraggiare una enorme fetta di mercato.

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