L’appello del WWF: “decarbonizziamo l’Italia”

  • 1 Giugno 2012

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WWF Italia lancia la campagna sul web, “Decarbonizziamo l’Italia”. Una petizione che chiede a Governo, Regioni e Comuni di chiudere definitivamente con il carbone. In Italia contribuisce per il 12% alla produzione di energia elettrica, ma è responsabile di oltre il 30% delle emissioni italiane di gas serra e di danni sanitari ingenti.

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WWF Italia lancia una campagna sul web, “Decarbonizziamo l’Italia”. Un appello che anche la nostra testata condivide in pieno. Una opzione energetica che da anni Qualenergia.it affronta, segnalando ricerche e analisi che spiegano quanto sia deleteria per il clima e la salute questa fonte, causa di pesanti esternalità che ricadono sulla comunità e sugli Stati e mai pagate dai grandi gruppi energetici. Un vero segnale di cambiamento, che preluda ad una graduale chiusura di tutte le centrali a carbone, è la sentenza che potrebbe bloccare la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle.

Cliccando sul sito della campagna wwf.it/stopcarbone è possibile firmare la petizione che chiede a Governo, Regioni e Comuni di chiudere definitivamente con il carbone. Il carbone italiano, pur contando relativamente poco nella produzione di energia elettrica, conta invece moltissimo per l’emissione di gas serra: infatti, anche se contribuisce per il 12% alla produzione di energia elettrica nazionale, è responsabile di oltre il 30% delle emissioni italiane di gas serra.

“Decarbonizziamo l’Italia ha un duplice significato” spiega Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. “Infatti, il nostro obiettivo non è solo quello di liberare l’Italia da una fonte di energia vecchia e sporca come il carbone, ma anche di avviare finalmente il nostro paese a un’economia carbon free, che punti sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica: ovvero, che guardi al futuro”.

Spiega ancora il comunicato dell’Associazione: “Il carbone fa male alla salute: anche i filtri più sofisticati presenti negli impianti di ultima generazione consentono l’emissione di una quantità di polveri sottili 71 volte superiori a quelle di una centrale a ciclo combinato a gas, mentre sono totalmente inefficaci per il particolato ultrafine, quello più pericoloso per l’uomo. Per non parlare del mercurio, sostanza altamente nociva in grado di limitare lo sviluppo neuronale degli embrioni umani fin da prima della nascita”.

Spingere sul carbone in Italia è anche inutile dal punto di vista energtico. Il WWF ricorda infatti che a fronte di una potenza elettrica installata che supera i 106.489 MW, il picco di consumi raggiunto non ha mai superato i 56.822 MW. “Ci si chiede quindi quale sia il vero motivo di tanta ostinazione nel voler riconvertire a carbone la centrale di Porto Tolle, di voler ampliare con dei nuovi gruppi a carbone la centrale di Vado Ligure, di voler addirittura costruire nuove centrali a Saline Joniche, in Calabria, e nel Sulcis, in Sardegna” si afferma nel comunicato.

“La risposta a questa domanda non è sicuramente la sicurezza energetica italiana”, conclude Midulla, “bensì la volontà di preservare rendite di posizione di colossi dell’energia che si rifiutano di fare i conti col futuro, sfruttando la totale mancanza di un piano energetico nazionale. In tutto il mondo lo sviluppo delle energie rinnovabili è esponenziale e molti Paesi, Germania in testa, stanno affrontando i problemi della transizione; l’offerta di energia elettrica prodotta con la combustione dei combustibili fossili è già sovrabbondante.  Insistere col carbone, il combustibile fossile a maggiore impatto sulla salute, sul clima e sull’ambiente è miope, antistorico e soprattutto non fa l’interesse del nostro paese”.

Sul sito è possibile approfondire la problematica “carbone” scaricando il dossier tecnico-scientifico con tutti gli ultimi dati e aggiornamenti sull’argomento.

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