Quinto conto energia, critiche anche dalla Commissione Ambiente della Camera

  • 23 Maggio 2012

Il quinto conto energia fotovoltaico così com'è non piace nemmeno alla Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, che oggi ha predisposto una bozza di documento conclusivo nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul tema.

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Il quinto conto energia fotovoltaico così com’è definito non piace nemmeno alla Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, che oggi ha predisposto una bozza di documento conclusivo nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema.

Gli incentivi alle rinnovabili vanno razionalizzati e resi più sostenibili sotto il profilo degli oneri per i consumatori, ma la filiera industriale italiana delle energie verdi deve essere comunque tutelata e salvaguardata, è il sunto del documento.

Nel mirino della Commissione, in particolare, alcuni aspetti del Quinto Conto energia per il fotovoltaico, che appare come “un deciso passo indietro” e “rischia seriamente di scoraggiare il settore delle fonti rinnovabili anche con ingiustificati appesantimenti burocratici”. Si osserva, in particolare, che per il fotovoltaico “la prevista soglia dei 12 kWp per l’iscrizione al registro mette a rischio lo sviluppo di tante aziende innovative. Inoltre destano perplessità la mancata conferma del sistema autoregolante di riduzione delle tariffe già previsto nel IV conto energia, la soppressione del premio automatico in tariffa per gli impianti installati su coperture bonificate dall’amianto, nonché la drastica riduzione del budget che non garantisce continuità al mercato e la previsione della certificazione energetica degli edifici come ‘barriera’ di accesso agli incentivi”.

Secondo il documento, gli incentivi al settore delle rinnovabili pesano per circa il 10% sulla bolletta elettrica di famiglie e imprese, ma nel medio periodo i benefici supereranno di gran lunga gli oneri: “Per il solo fotovoltaico si spendono annualmente circa 5,5 miliardi; se, come risulta da valutazioni condivise, tale importo crescesse ulteriormente fino ad arrivare alla soglia, stimata in sette miliardi, considerata essenziale per arrivare senza conseguenze negative per il settore alla grid parity, il saldo positivo al 2030 sarebbe veramente notevole”.

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