L’Autorità e i decreti rinnovabili: “i tagli non bastano”

Il parere dell'Autorità per l'energia sui decreti sulle rinnovabili elettriche. Le proposte del Governo vanno nella direzione giusta, ma il peso in bolletta delle rinnovabili elettriche, secondo l'Aeeg, crescerà comunque troppo: urge una strategia energetica nazionale. Diverse le modifiche proposte. Il documento in allegato.

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Quella dell’Autorità per l’Energia era stata una delle voci più autorevoli nel lanciare l’allarme sul peso delle rinnovabili in bolletta. L’Aeeg nei mesi scorsi aveva espressamente preso posizione affinché con i nuovi sistemi incentivanti in fase di definizione si fermasse la crescita della componente A3 della bolletta, quella da cui vengono presi gli incentivi. Ora l’Autorità ha pubblicato il parere sullo schema del decreto sugli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, un documento che comunque fa anche il punto sul quinto conto energia fotovoltaico (vedi in allegato, delibera e parere, pdf).

Un giudizio articolato dal quale traspare la preoccupazione per la crescita delle rinnovabili elettriche che, nonostante la frenata imposta dai nuovi sistemi incentivanti proposti, secondo l’Autorità avrebbe comunque un impatto troppo gravoso su sistema elettrico e bolletta.

Il documento è corredato da proposte di modifica, che se da una parte vanno nel senso di una maggior semplificazione di alcuni meccanismi, come quello dei registri, in altri punti lasciano perplessi. È il caso in cui si propone che il posticipo dei pagamenti dei certificati verdi venga in parte sostituito con una dilazione dei pagamenti degli incentivi ai grandi impianti fotovoltaici per i mesi di maggio e giugno 2012.

Se da una parte, infatti, nel parere dell’Autorità si plaude al freno alla crescita della componente A3 che i nuovi decreti porteranno, dall’altra si mette “in guardia” dall’innalzamento dell’obiettivo 2020 sulle rinnovabili elettriche che emerge dai decreti (dal 26%, praticamente già raggiunto, al 32-35%). Questo “comporterà in capo alla collettività, tramite le bollette elettriche, costi maggiori rispetto a quelli strettamente necessari ai fini del raggiungimento degli obiettivi imposti a livello europeo”. A regime, cioè nel 2016, incentivare gli obiettivi previsti per le rinnovabili elettriche costerà 12 miliardi di euro, cui vanno aggiunti i costi indiretti che le rinnovabili hanno sul sistema elettrico per la loro non-programmabilità.

Il problema, rimprovera l’Autorità, è la latitanza di una strategia nazionale per l’energia. I decreti “continuano a riguardare la sola produzione elettrica da fonti rinnovabili e sono stati proposti in totale assenza di una revisione degli obiettivi complessivi e delle relative strategie per il loro raggiungimento”. Sarebbe invece “necessario e urgente” un intervento dei ministri competenti per ridefinire le modalità di raggiungimento degli obiettivi 2020, “aggiornando prima di tutto il PAN”. Ovviamente tenendo presente il rapporto costi-benefici che, non si manca di ricordare, va nettamente a favore di efficienza e rinnovabili termiche.

Insomma, nel conto che fa l’Autorità le rinnovabili elettriche crescono troppo. Un conto che, ci permettiamo di osservare, è limitato agli impatti delle rinnovabili sulla bolletta, ma che esclude i benefici per il sistema-Paese. Inoltre l’istituzione, che parla di strategia, sembra non considerare come l’obiettivo 2020 sia solo un passo intermedio nella progressiva decarbonizzazione del sistema elettrico e non un obbligo fine a se stesso da assolvere con il minor sforzo possibile.

Andando nel merito dei decreti, l’Autorità ritiene che i valori unitari delle tariffe incentivanti “debbano essere allineati a quelli vigenti nei Paesi europei caratterizzati dalla maggiore diffusione” di impianti a rinnovabili. Pertanto, nel caso delle rinnovabili diverse dal FV, secondo il Regolatore, i valori possono avvicinarsi alla UE “solo grazie al buon esito di procedure concorsuali ben disegnate, che portino a riduzioni significative rispetto al valore base d’asta di partenza”. Per il fotovoltaico i valori sono ancora più elevati della media UE e “potrebbero essere conseguentemente ridotti”.

Diverse le modifiche ai decreti proposte dall’Autorità (in dettaglio da pagina 11 in poi del parere). Si propone per esempio di semplificare le modalità di accesso ai registri e la trasmissione delle informazioni necessarie al GSE; si consiglia di introdurre disposizioni finalizzate all’introduzione di un sistema di tracciabilità degli incentivi complessivamente acquisiti da un medesimo soggetto. Si propone poi un ritocco alla tariffa feed in premium stabilita dal decreto rinnovabili per gli impianti sopra al MW al fine di “consentire di stabilizzare i prezzi dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, e di renderne più efficiente la gestione, prevedendo semplificazioni e consentendo anche l’incentivazione, a parità di risorse economiche complessive, dell’energia elettrica prodotta e contestualmente consumata in sito” (pagina 12).

Da segnalare, infine, la curiosità che riportavamo sopra: come sappiamo, il decreto stabilisce che il GSE anziché pagare in un’unica soluzione i corrispettivi per i certificati verdi relativi alla produzione 2011 paghi il 25% degli importi spettanti entro il mese di giugno 2012, il 25% entro il mese di settembre 2012 e il rimanente 50% entro il mese di dicembre 2012. “Anche alla luce delle osservazioni presentate da varie associazioni di categoria, che hanno evidenziato forti criticità su questo aspetto, … e poiché il rilevante aumento del valore unitario della componente tariffaria A3 riscontrato negli ultimi mesi è anche (e soprattutto) attribuibile agli impianti fotovoltaici, a parità di risorse – fa notare l’Aeeg –  si potrebbe prevedere che: entro giugno 2012, il GSE effettui pagamenti riferiti al 50% dei CV complessivamente ritirati; il conseguente maggiore onere sostenuto dal GSE entro giugno sia interamente compensato, in termini finanziari, da una dilazione (di almeno 4-6 mesi) nelle tempistiche di pagamento degli incentivi previsti per l’energia elettrica prodotta nei mesi di maggio e giugno 2012 dagli impianti fotovoltaici di taglia maggiore (per esempio sopra 100 kW)”.

Dopo le associazioni delle rinnovabili elettriche, di sicuro adesso arriveranno le dure critiche di quelle del fotovoltaico.

La delibera (pdf)

Il parere (pdf)

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