Quinto Conto energia FV, le Regioni si fanno sentire

Si riaccende un po' di speranza sul conto energia? Le Regioni hanno deciso di rinviare l’esame dei decreti e potrebbero arrivare a negare il loro parere se l'esecutivo non fosse disposto ad accogliere alcune delle modifiche proposte. Tra le richieste: innalzamento del tetto di spesa, impianti pubblici esenti dal registro e per gli altri 20 kW.

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Arriva un po’ di luce sul conto energia fotovoltaico: le Regioni hanno deciso di rinviare l’esame dei decreti e potrebbero arrivare anche ad impuntarsi qualora l’esecutivo non fosse disposto ad accogliere le modifiche proposte. Le notizie arrivano dalla riunione a Roma della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome tenutasi il 9 maggio. Ufficialmente le Regioni hanno annunciato che rimanderanno temporaneamente il parere, ma non è escluso che le Regioni siano pronte anche a non dare alcun parere finché il Governo non mostri di voler accogliere almeno alcune delle loro proposte, bloccando così di fatto l’iter dei due decreti. Una forma di ostruzionismo con una forte valenza politica che, eventualmente, dovrebbe essere decisa dai presidenti di Regione.

“I nostri enti sono convinti – dichiara ufficialmente Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico e all’Energia della Regione Piemonte, coordinatore della Commissione – che la strada migliore sia quella di avviare una mediazione che porti ad una posizione che sia il più possibile condivisa tra gli Enti locali”. Giordano chiede “un attento esame delle proposte del Governo e del raggiungimento di una scelta condivisa sugli incentivi per le energie rinnovabili e una marcata sburocratizzazione del meccanismo di accesso al registro degli impianti”.

Nel corso dell’incontro della Conferenza Unificata le Regioni hanno tuttavia fatto richieste che non sono particolarmente audaci. Tra le altre cose, si è chiesto il posticipo al primo ottobre della prima data possibile di entrata in vigore del nuovo conto energia (subordinata comunque al superamento del tetto di spesa, vedi Qualenergia.it).

Le Regioni vorrebbero inoltre che il tetto economico di spesa per gli incentivi del conto energia FV venga portato da 500 milioni di euro a 1 miliardo; che si escludano dal registro gli impianti sotto ai 20 kW di potenza (ora previsto a 12 kW) e quelli pubblici di qualsiasi potenza, nonché gli impianti con caratteristiche innovative e quelli a concentrazione. Altra richiesta emersa dall’incontro è di reintrodurre il premio per la bonifica dell’amianto dai tetti e per l’uso di prodotti made in Europe, che dovrebbero poter essere cumulabili tra loro.

Come conseguenza delle modifiche sul tetto di spesa e sul registro, secondo le Regioni, andrebbe ricalcolato il cap economico per gli impianti a registro, che chiaramente andrebbe ridotto a vantaggio del cap sugli impianti fuori registro.

A tal proposito, qualora venisse superato il cap semestrale degli impianti fuori registro, si propone di introdurre un meccanismo di riduzione proporzionale delle tariffe “alla tedesca” nel semestre successivo, modello secondo il quale le tariffe scendono maggiormente in base al volume di potenza delle installazioni.

Il cap economico complessivo, su 5 semestri, degli impianti non soggetti a registro potrebbe ammontare secondo l’ultima ipotesi a circa 600-700 milioni di euro, di conseguenza il cap degli impianti soggetti a Registro ammonterebbe a 400-300 milioni di euro, sempre sui 5 semestri (il valore è incerto in quanto deve risultare da dati che non sono al momento a disposizione delle regioni).

Queste le richieste più rilevanti emerse finora. Prossimo appuntamento per le Regioni, una nuova riunione tecnica della Conferenza Stato-Regioni prevista per la prossima settimana.

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