Le distorsioni del quinto, e forse non ultimo, conto energia

Registri, limitati tetti di spesa, premi scomparsi e criteri di priorità penalizzanti per molti impianti. Il quinto Conto energia, nato per guidare il fotovoltaico alla grid parity contenendone i costi, non sarà in grado di sostenere adeguatamente il settore, creando invece distorsioni impreviste. L'analisi di Joel Zunato di eLeMeNS.

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A meno di un anno dall’entrata in vigore del quarto Conto energia, il settore fotovoltaico è chiamato a rivedere di nuovo le proprie scelte strategiche alla luce delle drastiche modifiche apportate al sistema incentivante dal nuovo, il quinto, Conto energia  licenziato dal Ministro dello Sviluppo Economico e dal Ministro dell’Ambiente e in attesa del parere della Conferenza Unificata (vedi bozza decreto). In questa sede affronteremo le principali novità introdotte dal decreto e accenneremo ai possibili scenari che si aprono per il settore.

Volumi incentivabili

Il nuovo decreto contingenta gli incentivi per una spesa massima di 100 milioni a semestre, assegnati tramite iscrizione a registri. Si riprende di fatto lo schema già introdotto dal quarto Conto energia con la differenza di non limitare tale procedura ai soli grandi impianti ma estendendola quasi a tutti. Il quinto Conto energia individua un totale di cinque semestri a partire dalla data di applicazione del decreto stesso; per ciascuno di essi sono ammessi alle tariffe incentivanti impianti fotovoltaici per un costo annuo indicativo di 80 milioni (ulteriori 10 milioni rispettivamente a impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e a impianti fotovoltaici a concentrazione). In altri termini, il nuovo Conto energia erogherà un totale di 500 milioni di euro nell’arco di due anni e mezzo.

Tempistiche

Ora la questione è capire quando il nuovo meccanismo inizierà a essere operativo. Infatti, il quinto Conto energia vincola la sua applicazione al raggiungimento del costo cumulato annuo degli incentivi pari a 6 miliardi di euro. Sarà l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas a stabilire con delibera la data esatta di raggiungimento di tale costo; il nuovo conto si applicherà decorsi 30 giorni dalla delibera, ma comunque non prima del 1° luglio 2012. Alla medesima data cesserà di avere validità il quarto Conto energia, fatti salvi i grandi impianti iscritti in posizione utile nei registri.

Le regole applicative del GSE per l’iscrizione ai nuovi registri dovranno essere pubblicate nei successivi 30 giorni, mentre il bando vero e proprio dovrà essere operativo dopo ulteriori 10 giorni e restare aperto per i successivi 60 giorni. I bandi successivi dovranno avere cadenza semestrale.

Riassumendo, solo nell’ipotesi in cui i 6 miliardi venissero raggiunti entro fine maggio, al 1° luglio diventerebbero operative le regole del quinto Conto energia. Entro il 10 agosto verrebbe aperto il bando mentre la pubblicazione delle graduatorie avverrebbe entro l’8 novembre.

Molto più probabilmente i sei miliardi non verranno raggiunti così presto. Il Ministero, su indicazione del GSE, stima la data più probabile tra luglio e ottobre. Forse sarebbe potuto succedere anche più tardi, ma è indubbio che essere intervenuti così pesantemente sul settore comporterà una forte accelerazione di tutti i progetti in cantiere avvicinando di fatto il raggiungimento dei 6 miliardi agli scenari più “pessimistici”.

Criteri di priorità

L’introduzione dei registri obbliga la definizione di criteri di priorità per determinare la graduatoria degli impianti incentivabili.Diversamente dal passato, troviamo tra i primicriteri di priorità l’adozione di soluzioni impiantistiche che fino a oggi hanno invece beneficiato di premi sulla tariffa. Infatti, sarà titolo preferenziale (ma senza premio!) realizzare un impianto su edifici con classe energetica uguale o superiore a D, eventualmente in sostituzione di coperture in eternit oppure costruire in siti contaminati o discariche esaurite. Criteri preferenziali vengono pure concessi ad aziende agricole per impianti fino ai 200 kW e ai Comuni con meno di 5.000 abitanti. Seguono impianti su serre, pergole, tettoie, pensiline e barriere acustiche. Poca rilevanza avranno invece la data di ottenimento del titolo autorizzativo, la minore potenza dell’impianto e la data di iscrizione al registro.

Limitatamente al primo registro, per tutelare gli impianti in avanzato stato di realizzazione sarà considerato, come primo criterio, la precedenza della data di entrata in esercizio. Curioso il criterio di priorità (al quinto posto) per impianti che abbiano fatto richiesta di una tariffa ridotta del 5% rispetto a quella vigente.

Tutto questo è vero, ma ad eccezione degli impiantisotto i 12 kW di potenza che invece continueranno ad accedere direttamente alle tariffe incentivanti senza necessità di iscrizione al registro. Per garantire tuttavia l’effettivo controllo dei volumi incentivabili, il costo sostenuto per incentivare tali impianti viene comunque detratto dal costo indicativo annuo dei semestri successivi al primo. In altri termini, solo il registro del primo semestre sarà in grado di allocare impianti per un totale di 80 milioni di euro annuali. Nei semestri successivi, questo limite di spesa sarà intaccato da tutti i piccolissimi impianti (< 12 kW) che non dovranno sottostare a nessun registro. Vedremo meglio in seguito cosa questo possa comportare.

Attenzione! Tra i nuovi requisiti richiesti a soggetti responsabili e agli impianti, l’art. 7, comma 2 introduce una micidiale prescrizione. Requisito indispensabile per la categoria “altri impianti” (ma non solo) sarà quello di aver ottenuto il titolo autorizzativo entro la data di entrata in vigore del quinto conto energia. Gli impianti esclusi da questo criterio sono solo quelli realizzati su edificio dotati di attestato di certificazione energetica, realizzati in sostituzione totale di eternit, realizzati su serre, pergole, fabbricati rurali, barriere acustiche, tettoie e pensiline, realizzate in discariche esaurite o siti contaminati e infine realizzati nei tempi e in conformità all’art. 65 del DL n.1 del 24 gennaio 2012 (impianti in area agricola). Tutti gli “altri impianti”, con autorizzazione successiva alla data di entrata in vigore del decreto, non avranno accesso agli incentivi in Conto energia. Precisiamo che tale data sarà quella corrispondente alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non quella in cui diventerà operativa la disciplina in esso contenuta che, come abbiamo visto, dipenderà dall’effettivo raggiungimento dei 6 miliardi. La famiglia allargata degli “altri impianti”, così come individuata dall’art. 7, comma 2, ha quindi poco più di un mese per ottenere l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio.

Le domande a questo punto sono:di quanti MW stiamo parlando in totale? e quanti milioni/megawatt saranno sottratti agli impianti a registro nel secondo semestre?

Il Ministero sostiene che con il nuovo meccanismo incentivante sarà possibile installare 2÷3 GW di potenza fotovoltaica all’anno. Ma vediamo. Appurato che la categoria “altri impianti” sarà nel tempo sempre più marginale, nel primo semestre verranno installati tra i 500 MW e gli 800 MW in funzione di quella che sarà la taglia media degli impianti. Per i semestri successivi, il taglio delle tariffe permetterà un incremento della potenza installata, in linea di massima possiamo affermare che la potenza complessiva installata nei due anni e mezzo di vita del quinto Conto energia oscillerà tra valori compresi tra 3,9 GW e 4,8 GW. È tuttavia probabile che l’incentivo concesso a impianti sotto i 12 kW orienterà il mercato verso taglie decisamente piccole con un’inevitabile contrazione dell’installato verso lo scenario inferiore.

A fine marzo, il GSE ha contabilizzato gli impianti sotto i 20 kW del quarto Conto energia 2011 (ovvero 7 mesi da giugno a dicembre) per una potenza pari a circa 440 MW. Se i tagli alle tariffe non dovessero determinare una contrazione di questo segmento di mercato, è possibile che una fetta consistente dei volumi messi a disposizione per il secondo semestre vengano erosi a vantaggio dei piccolissimi impianti che nel frattempo saranno entrati in esercizio: per gli impianti da iscrivere a registro nel secondo semestre aumenterebbe notevolmente il rischio di essere esclusi soprattutto se non avranno criteri di priorità sufficientemente alti (tra tutti pensiamo agli impianti su edifici non riqualificati energeticamente e che non hanno sostituito coperture in eternit: impianti posizionati al quart’ultimo posto tra i criteri di priorità).

Gli scenari che a questo punto si aprono sono diversi e i rischi connessi all’ottenimento dell’incentivo saranno da valutare caso per caso. A titolo di esempio, il costo sostenuto per incentivare poco più di 200 MW di impianti sotto i 12 kW andrebbe a intaccare circa la metà degli 80 milioni disponibili per il secondo semestre.

Tariffe incentivanti

Da quanto scritto finora, il taglio delle tariffe sembra quasi essere il male minore. Rispetto alle tariffe previste dal quarto conto energia per il secondo semestre 2012, il taglio medio delle tariffe è del 50% (calcolato rispetto alle nuove tariffe previste per l’autoconsumo, che non tengono conto della componente di vendita dell’energia). Un taglio netto che assume valori diversi al variare della tipologia e della taglia dell’impianto. Paradossalmente, gli impianti che subiscono il taglio minore (34%) sono proprio gli “altri impianti” di piccola taglia che difficilmente troveranno posto nei registri e che potrebbero, come detto, non avere neppure i requisiti sufficienti per poter richiedere l’incentivo. All’estremo opposto troviamo i grandi impianti sia quelli su edificio che gli “altri impianti”: in entrambi i casi, i tagli superano il 65%.

Degno di nota, infine, è il contributo che tutti gli impianti fotovoltaici dovranno devolvere al GSE a titolo di copertura degli oneri di gestione: ben 0,1 centesimi di euro a kWh, ovvero 1 euro ogni MWh prodotto.

Dalle prime analisi qui accennate sembra quindi che il nuovo Conto energia, nato per guidare il settore alla grid parity in un contesto di forte contenimento dei costi, potrebbe non essere in grado di sostenere adeguatamente il settore. Alcuni meccanismi previsti dal decreto potrebbero infatti contenere i germi di una possibile ulteriore distorsione degli effetti attesi e non offrirebbero le necessarie garanzie di stabilizzazione del mercato. Sarebbe auspicabile intervenire ora per correggere alcune storture per assicurare gli obiettivi che lo stesso Governo si è dato. Altrimenti potremmo non essere di fronte all’ultimo Conto energia e probabilmente questo è un peccato.

(Analisi realizzata per Qualenergia.it da Joel Zunato della società di consulenza eLeMeNS)

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