Quel “tesoretto” generato dal V conto energia

Con il nuovo meccanismo della tariffa omnicomprensiva, tutta l'elettricità solare ceduta alla rete verrà acquisita dal GSE che la rivenderà in Borsa, con un ricavo che potrebbe andare da 75 a 200 milioni di euro a semestre. Risorse che andranno per gran parte all'ente e nelle casse dello Stato e non ad aumentare il tetto di spesa per gli incentivi.

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Un tesoretto di “100-200 milioni di euro” a semestre che il quinto conto energia concederebbe al GSE e che potrebbe essere usato per aumentare il tetto di spesa per gli incentivi al fotovoltaico. 

In questi giorni, in cui si stanno facendo i conti di quanta (poca) potenza il tetto di spesa per gli incentivi previsto dal nuovo decreto consentirà di installare (vedi qui), la notizia è di quelle che fanno drizzare le orecchie. Purtroppo però – ha appreso Qualenergia.it – le probabilità che questo tesoretto vada a finire in maggiori incentivi per le rinnovabili è alquanto remota. I maggiori proventi invece alleggeriranno in parte la bolletta e, in misura maggiore, andranno a rimpinguare le casse del ministero del Tesoro, azionista al 100% del GSE.

La storia nasce da un “bug” del quinto conto energia, così come trasmesso dal Governo alla Conferenza Stato-Regioni, e rilevato ieri dal quotidiano Daily-e: manca un’indicazione chiara di come saranno impiegati i proventi che andranno al Gestore dei Servizi Elettrici dal passaggio alla tariffa omnicomprensiva previsto nel nuovo decreto: 100-200 milioni a semestre secondo le stime di Daily-e, 75-100 milioni di € secondo quelle di nostre fonti interne all’ente.

Come sappiamo, con il V Conto energia si passa dallo scambio sul posto (o ritiro dedicato, cessione al mercato) alla tariffa fissa omnicomprensiva. La tariffa omnicomprensiva prevede che il GSE acquisti da chi installa un impianto fotovoltaico tutta l’energia pagando una cifra fissa a kWh che comprende sia le componenti remunerative di mercato che quelle di incentivazione vere e proprie. Quello che cambierà nella pratica è che il GSE acquisirà tutta l’energia prodotta dagli impianti incentivati con il nuovo sistema.

Prima erano i produttori a vendere l’energia, mentre con il nuovo sistema sarà il GSE che, dopo averla pagata con una tariffa omnicomprensiva, rivenderà l’energia alla Borsa elettrica.

Di qui l’ipotesi del “tesoretto”, la cui entità resta difficile da stimare con precisione: dipenderà dalla quantità di installato sotto il nuovo regime e dall’andamento della Borsa. Come dicevamo si può andare dai 100 ai 200, secondo alcune ipotesi, oppure dai 75 ai 100 milioni (incluso il prelievo di 0,1 centesimi a kWh incentivato) di quelle – comunque non ufficiali – del GSE.

Che fine faranno questi soldi? Il nuovo decreto non lo specifica. Daily-e ricorda che la sua parte di remunerazione il GSE ce l’ha già  grazie alla Delibera del 14 Aprile del 2012 140/2012/R/eel in cui l’Autorità garantisce un corrispettivo a copertura dei costi di funzionamento del GSE, per l’anno 2012, a titolo di acconto, salvo conguaglio, pari a 31,9 milioni di euro cui, aggiungiamo noi, dovrebbero esser aggiunti circa altrettante risorse a conguaglio; soldi finora presi in toto dalla componente A3 della bolletta.

La cosa è vera solo in parte: questo modo di remunerare il GSE finirà con il 2012. Con il nuovo sistema, dal 2013 il GSE verrà remunerato in maniera differente, alleggerendo così in parte anche la componente A3 della bolletta: grazie alle spese amministrative introdotte per la richiesta di accesso agli incentivi, al contributo di 0,1 centesimi a kWh incentivato introdotto con il nuovo regime e, infine, con i guadagni che otterrà rivendendo l’elettricità solare in Borsa.

In ogni caso il denaro raccolto sarà molto superiore alle spese operative. Queste dovrebbero aggirarsi sui 60-70 milioni l’anno, con le nuove disposizioni, invece, il GSE potrebbe ricavare dai 150 ai 400 milioni di euro all’anno. 

Resta all’ente dunque un bel tesoretto, che il nuovo conto energia non specifica come impiegare. Per molti sarebbe logico che questi soldi tornassero ad essere investiti nello sviluppo delle rinnovabili o almeno per ridurre il costo dell’energia. Purtroppo però l’ipotesi sembra poco probabile. Secondo fonti di Qualenergia.it non ufficiali, ma interne al GSE, il gruzzoletto finirà invece nelle casse del ministero del Tesoro. Insomma, le casse statali, dall’ultima mazzata data al fotovoltaico, ci faranno anche la cresta, visto che il costo degli incentivi continuerà a essere spalmato nelle bollette di cittadini e imprese.

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