Fotovoltaico, quell’incertezza che tocca anche le banche

L'effetto annuncio delle bozze del quinto energia fotovoltaico circolate nei giorni scorsi ha già dato i suoi frutti negativi. Qualcuno ha sospeso la realizzazione degli impianti e diversi istituti di credito stoppano tutto per vederci più chiaro. I dubbi sul futuro del settore toccano anche le banche. Ne parliamo con la Nordest Banca.

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Quelle bozze circolate del quinto energia fotovoltaico, di cui i Ministeri non hanno confermato ufficialmente la paternità, il loro “effetto annuncio” lo hanno già dato. Chi voleva realizzare un impianto, visti i tempi ancora lunghi dell’iter, ha sospeso la sua decisione (visto che si parla anche di prossima entrata in vigore del nuovo decreto) e chi voleva farsi finanziare da un istituto di credito almeno una parte del progetto, si è visto rispondere “riaggiorniamoci dopo l’entrata in vigore del quinto conto energia”. Insomma il danno per operatori e utenti è fatto, ma anche per le banche l’incertezza è totale.

Di questo parliamo con Severino Neri, Direttore Generale Vicario della NordEst Banca, un istituto di credito che in questi anni ha finanziato nel Triveneto migliaia di impianti fotovoltaici soprattutto di piccola taglia e che nelle scorse settimane si è trovato spiazzato, come altre banche, dalle voci su possibili nuove regole e incentivi per il fotovoltaico.

Dottor Neri, che tipo di reazione ha avuto la Nordest Banca alla luce delle bozze circolate in questi giorni sul quinto conto energia fotovoltaico?

Un quadro normativo incerto pone tutti sulla difensiva. La nostra voglia di soddisfare il mercato ci ha indotto a non bloccare i finanziamenti, ma semplicemente a riformulare i tipi di intervento. Abbiamo deciso di lavorare comunque le richieste, al fine di comunicare ai clienti la nostra disponibilità a concedere credito e permettere loro di fare delle scelte: se procedere o attendere. In fase di perfezionamento concediamo al momento il 50%, dietro dichiarazione di presa d’atto della situazione (manleva) e al momento dell’allaccio la parte rimanente.

Cosa rende per voi scarsamente o per nulla bancabili i progetti a fonti rinnovabili secondo le ipotesi che sono al momento ventilate nei decreti in bozza?

L’incertezza sulla tariffa incentivante, visto che il nostro prodotto finanziario, denominato ‘elios’, è costruito proprio in base a essa; ne consegue che inizialmente finanziamo quanto finanziabile a tariffa ordinaria e a convenzione GSE, una volta confermata l’eventuale tariffa maggiorata, diamo la differenza.

Che tipo di interventi ha fatto la vostra banca in questi ultimi anni nel settore? Quanti progetti avete finanziato e quali  tipologie di finanziamento avete previlegiato?

La nostra banca ha fatto una scelta di target per motivi dimensionali. Ha finanziato le famiglie e le aziende agricole. Per le famiglie abbiamo finanziato circa 3.500 impianti, con una potenza media di 4,5 kWp e tutti su tetto. Finanziamenti sono stati destinati poi alle aziende agricole: in questo ambito sono circa 300 gli impianti FV finanziati e quasi tutti strumentali e/o a tetto, anche con rifacimento eternit. Inoltre abbiamo finanziato anche alcuni impianti per enti religiosi e per imprese. Molte altre cose sono in cantiere, ma crediamo che oltre 3.500 impianti rappresentino indubbiamente qualcosa di singolare per una banca di prossimità.

La questione ora, aggiungiamo noi, è che il Governo dia un segnale chiaro al mercato evitando di bloccare un settore che ha dimostrato di portare indubbi benefici generalizzati al sistema-paese, e molti altri ne potrà dare in futuro. Forse è questo che crea timori?

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