Contro la crisi la Grecia punta sulle rinnovabili

Mentre in Italia le fonti pulite sono nella bufera, la Grecia conferma di voler puntare sulle rinnovabili per risalire dal fondo del burrone. Avanti con il progetto Helios per il fotovoltaico e scenari per le rinnovabili al 2050 che arrivano al 100% dell'elettricità e al 70% di tutta l'energia.

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Mentre in Italia le fonti pulite sono nella bufera, accusate (ingiustamente: basta questo studio a dimostrarlo) di essere di peso in un momento di crisi, la Grecia punta sulle rinnovabili per  risalire dal fondo del burrone. Il primo ministro, Lucas Papademos, nei giorni scorsi è tornato a parlare di Helios, il progetto di fotovoltaico su terreni demaniali che renderà il Paese, entro il 2050, il più grande esportatore europeo di energia pulita. Ne avevamo già parlato diverse volte (vedi qui): secondo il piano il FV in Grecia  crescerà dai 206 MW nel 2010 ai 2,2 GW entro il 2020 e fino a 10 GW al 2050 e dovrebbe attrarre circa 20 miliardi di investimenti.

“Negli ultimi anni, ha detto Papademos, l’attenzione si è concentrata sulla disciplina fiscale e nessun altro Paese dell’area OCSE è riuscito a ridurre così pesantemente il suo disvanzo. Ma l’armonizzazione fiscale, ha proseguito, non basta per lo sviluppo, il settore dell’energia offre alla Grecia l’opportunità di diventare un hub verde per l’Unione Europea e i Paesi terzi”.

George Papakonstantinou, ministro per l’Energia ed il clima, ha anche lanciato un piano per consentire alla Grecia di centrare gli obiettivi europei di riduzione dell’80% delle emissioni entro il 2050. Il documento (consultabile qui, in greco) disegna una serie di scenari su rinnovabili e risparmio energetico, che prevedono riduzioni delle emissioni di CO2 dal 40 al 70%: secondo questi, le rinnovabili potrebbero arrivare al 100% del fabbisogno elettrico del Paese e al 70% di quello totale.

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