Industria fotovoltaico in Italia: a rischio 1500 posti di lavoro

  • 5 Aprile 2012

“Nel fotovoltaico oltre 1.500 posti di lavoro sono a rischio già dalle prossime settimane”. E' questo l'allarme lanciato dal Comitato Ifi-Industrie Fotovoltaiche Italiane in una nota che denuncia l'aggravarsi dello stato di crisi prodotto dall'annuncio del quinto conto energia. L'Ifi chiede invece al Governo chiarezza e stabilità normativa.

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“Nel fotovoltaico oltre 1.500 posti di lavoro sono a rischio già dalle prossime settimane” è questo l’allarme lanciato dal Comitato Ifi-Industrie Fotovoltaiche Italiane, in una nota che denuncia l’aggravarsi dello stato di crisi che si è venuto a creare da quando sono iniziate a circolare le bozze di un probabile nuovo conto energia, che paventa una drastica riduzione degli incentivi destinati al fotovoltaico e notevoli problemi per l’accesso alle tariffe.

Il mercato si è fermato, gli ordinativi sono stati bloccati e oltre 1.500 posti di lavoro sono a rischio già dalle prossime settimane, si spiega. ”La situazione è più grave di quanto si possa immaginare: la maggior parte dei nostri associati ha già iniziato a chiamare la cassa integrazione per preservare le proprie imprese da conseguenze che andranno peggiorando se continuerà questa situazione di incertezza normativa”, dichiara Alessandro Cremonesi, Presidente Ifi .

Secondo Cremonesi, i contenuti delle bozze del nuovo Conto Energia che stanno circolando dimostrerebbero che il Governo italiano sta andando nella direzione dello smantellamento dell’industria nazionale del fotovoltaico. ”In assenza di provvedimenti immediati e mirati alla salvaguardia della competitività italiana ed europea nei confronti di quella cinese – spiega – non avremo più un’industria nazionale e verranno lasciati a casa non solo i nostri lavoratori ma gli oltre 100.000 addetti dell’indotto e dell’attività di realizzazione di impianti fotovoltaci”. L’Ifi chiede invece al Governo chiarezza normativa, stabilità dei provvedimenti, salvaguardia delle produzioni nazionali ed europee.

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