Quote CO2 per nuove risorse da destinare al Fondo Kyoto

  • 4 Aprile 2012

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Definita la bozza di decreto che definirà i criteri di ripartizione dei proventi delle aste delle quote di CO2 che dal gennaio 2013 al 2020 regoleranno la concessione dei diritti di emissione delle imprese soggette alla normativa 'emission trading'. Almeno il 50% dei proventi delle aste ad attività di riduzione della CO2.

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“È stata definita, e trasmessa al ministero dell’Economia per il preventivo assenso, la bozza di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definirà i criteri di ripartizione dei proventi delle aste delle quote di CO2 che dal gennaio 2013 al 2020 regoleranno la concessione dei diritti di emissione delle imprese soggette alla normativa ‘emission trading’ (grandi e medie attività industriali)”. Lo fa sapere una nota del ministero dell’Ambiente, che così potrà riaprire il Fondo Kyoto per inteventi di decarbonizzazione, subito esauritosi per il grande successo riscosso.

“I proventi delle aste – sottolinea il ministro dell’Ambiente Corrado Clini – rappresenteranno un’importante fonte di risorse aggiuntive per le politiche ambientali. Sarà possibile sostenere in maniera più incisiva le filiere della green economy attraverso una robusta integrazione del Fondo Kyoto e destinare importanti fondi alla ricerca e alla cooperazione internazionale”. Interventi, sottolinea Clini, “che si inquadrano nella strategia complessiva di ‘decarbonizzazione’ del sistema Italia che è una strategia per l’ambiente ma può e deve costituire anche un grande volano di sviluppo economico”.

Il Decreto recepisce la normativa comunitaria che prevede che almeno il 50% dei proventi delle aste vada ad attività di riduzione della CO2. L’altra metà sarà divisa fino al 2015 fra i proventi che vanno al bilancio dello Stato per il Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato (25%) e gli operatori di nuovi impianti che non hanno ricevuto quote gratuite di CO2 per l’esaurimento delle risorse nell’aprile del 2009 (25%). Dal 2016 al 2020 tutto il 50% non finalizzato alla riduzione di CO2 andrà al fondo d’ammortamento per i titoli di Stato.

La parte di proventi destinata alle attività di riduzione di CO2 sarà infatti ripartita secondo i seguenti criteri:

  • Rifinanziamento del fondo rotativo ‘Kyoto’ (50% delle risorse disponibili)
  • Cofinanziamento di programmi di ricerca e sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio nell’industria e nei trasporti (25%)
  • Contributo ai programmi di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo per la riduzione delle emissioni e misure di adattamento ai cambiamenti climatici per rispettare l’impegno assunto alla Conferenza di Durban (10%)
  • Cofinanziamento dei programmi per l’aumento dell’assorbimento di carbonio attraverso attività forestali e agricole (10%)
  • Contributo al ‘Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici’ per i programmi nazionali ed europei di adattamento ai cambiamenti climatici (3%).
  • Coperture delle spese amministrative connesse alla gestione del sistema comunitario (2%).

fonte: Agenzia Dire

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