Quei 400 milioni che il fotovoltaico fa risparmiare in bolletta

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Nel 2011 il FV ha fatto risparmiare circa 400 milioni di euro in bolletta solo grazie all'effetto di peak shaving. Da qui al 2030 le rinnovabili porteranno benefici netti al Paese fino a 38 miliardi di €. Lo dice l'Irex Annual Report 2012, che pare aver convinto anche Clini di quanto le rinnovabili siano un investimento vincente per l'Italia.

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“Le fonti rinnovabili d’energia sono uno strumento fondamentale per disaccoppiare la crescita economica dalle emissioni di anidride carbonica e sono anche il perno attorno cui ruota il cambiamento dello scenario energetico, mirato non più sulle grandi centrali che alimentano una rete elettrica ‘a senso unico’ bensì sulla produzione distribuita di energia e su reti intelligenti, sui piccoli impianti integrati con l’efficienza energetica e con l’innovazione. L’obiettivo delle nostre politiche è aiutare queste tecnologie, questo tipo di innovazione e questi investimenti a crescere”.

Dal ministro Corrado Clini anche ieri, dopo le uscite rassicuranti di venerdì e domenica, arrivano parole positive verso le rinnovabili. Tra gli operatori e le associazioni c’è chi ipotizza o spera che Clini sia stato portato a posizioni più “ragionate” dai dati che girano sui rapporti costi/benefici delle fonti pulite, come lo studio dell’Osservatorio internazionale sull’industria e la finanza delle rinnovabili di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi.

In effetti le parole del ministro arrivano proprio a commento di un altro studio sulle ricadute economiche delle rinnovabili in Italia, l’Irex Annual Report 2012 di Althesys, “L’Italia delle rinnovabili negli scenari globali: investimenti, competitività e prospettive” , che sarà presentato oggi a Milano e il 19 aprile a Roma ma che Clini ha già visto e i cui contenuti principali sono già stati diffusi.

Vi si parla di un settore che è cresciuto  anche nel 2011 grazie a 223 operazioni di taglia industriale per complessivi 7,8 miliardi di euro di investimenti (pari allo 0,5% del Pil nazionale) e 4.338 MW di potenza. Una crescente convergenza con l’efficienza energetica. Tagli alla bolletta degli italiani per 400 milioni di euro dal solo fotovoltaico. Benefici per il sistema-paese fino a 38 miliardi di euro al 2030.

Dall’analisi delle operazioni 2011, spiega Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys e capo del team di ricerca, “emerge la fotografia di un settore che continua a crescere, sebbene in misura minore rispetto al 2010. La crescita interna, per la maggior parte nel fotovoltaico, rimane stabile”.

Nella finanza straordinaria, invece, aggiunge Marangoni, “continua l’aumento delle acquisizioni per 1,6 miliardi di euro contro 1,3 del 2010, chiaro indicatore della tendenza al consolidamento del settore. Nell’insieme, le pure renewable, pur restando i player più attivi, pesano meno sul totale del comparto. Il settore, inoltre, è tornato ad attirare i capitali del private equity internazionale”. Secondo una stima prudente, le rinnovabili generano benefici netti al sistema-paese tra 22 e 38 miliardi di euro al 2030.

Il calcolo, aggiornamento di un’analisi scientifica che Althesys realizza da quattro anni, si fonda su un approccio differenziale che compara due scenari. I dati storici di generazione da Fer dal 2008 e l’evoluzione al 2030 si confrontano con una situazione ipotetica in cui la produzione elettrica è solo con fonti fossili. Le voci di costo considerate sono gli incentivi e i costi delle carenze infrastrutturali. Voci di beneficio sono gli effetti sull’occupazione, la riduzione delle emissioni di CO2 (fino a 83 milioni di tonnellate al 2030), altre emissioni evitate, l’indotto, gli effetti sul Pil e la riduzione del fuel risk.

”L’indotto e l’occupazione sono le principali voci positive del bilancio” ricorda Marangoni sottolineando che “la crescita delle rinnovabili ha anche effetti sul mercato elettrico, calmierando i prezzi nelle ore di picco. Si stima che nel 2011 l’effetto di peak shaving attribuibile al solo fotovoltaico in Italia sia stato prossimo ai 400 milioni di euro. In prospettiva questo valore è destinato a crescere e il bilancio costi-benefici delle rinnovabili a migliorare”.

Nell’Irex sono stati censiti nuovi impianti e progetti (eolico, fotovoltaico, hydro, geotermico, biomasse ed energia dai rifiuti ), operazioni di finanza straordinaria e accordi di fornitura di taglia superiore a 0,9 MW. Il fotovoltaico continua a essere la tecnologia prevalente, con il 53% delle operazioni. Ma rispetto al passato si è ridotta la taglia media degli impianti, inferiore ai 6 MW nell’87% dei casi. Trend simile nell’eolico (più 23% di operazioni ma meno 24% di MW) dove quella delle aziende italiane è una vera fuga fuori dai confini: i progetti esteri superano per la prima volta i nazionali, segnando una potenza di 717 MW, circa il 56% del totale.

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