Associazioni, lettera a Passera per maggiore valorizzazione del settore delle rinnovabili

  • 20 Marzo 2012

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Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie Future al Ministro Passera: occorre ricordare gli impegni europei e lo sviluppo della filiera pulita nazionale. Chiedono di avviare un confronto aprendo un tavolo tecnico e di essere coinvolte, anche a tutela degli investimenti già in corso

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Pubblichiamo integralmente il Comunicato ANIE/GIFI, APER, ASSOSOLARE e ASSO ENERGIE FUTURE:

È necessaria una strategia energetica per supportare il tessuto produttivo nazionale nel rispetto degli obiettivi fissati a livello europeo. Per supportare questo processo occorre però avviare una condivisione tra Governo e settore delle rinnovabili. È quanto affermano ANIE/GIFI, APER, ASSOSOLARE e ASSO ENERGIE FUTURE, riferendosi  alle  dichiarazioni  rese  la  scorsa  settimana  del  Ministero  delle  Sviluppo.  Le  Associazioni  richiamano l’attenzione sul contributo che il comparto delle rinnovabili può continuare a fornire, se debitamente supportato da un modello di sviluppo che concili le diverse fonti senza contrapporle, nell’interesse comune.

ANIE/GIFI, APER, ASSOSOLARE e ASSO ENERGIE FUTURE invitano il Governo a valutare l’energia non solo come bene comune analizzandone i suoi effetti sul clima, sull’economia e sulla crescita del Paese, ma anche come chance per recuperare le lacune in tema energetico che si sono create nell’arco dell’ultimo trentennio in Italia. A oggi lo sviluppo delle Rinnovabili ha sicuramente prodotto un primo risultato in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Il solo fotovoltaico ha generato circa 39 miliardi di euro di PIL nel 2011, come emerge dal rapporto CRESME, alimentando un’imprenditoria diffusa e un flusso di occupazione giovanile.

In  particolare  lo  sviluppo  del  settore  fotovoltaico  –  grazie  a  un  impianto  normativo  ben  articolato  –  è  stato perseguito al fine di recepire una Direttiva europea e i relativi obiettivi. In particolare il Conto Energia ha permesso una vivacità del settore e una reazione da parte dell’imprenditoria e degli investitori, attirando anche capitali stranieri.

Solo l’incertezza e la mancanza di un percorso equilibrato e controllato di revisione a medio – lungo termine hanno creato un effetto “stop&go” provocando di fatto uno stallo come quello registrato negli ultimi mesi.

Le Associazioni sono consapevoli che il sistema sta attraversando una fase di profondo cambiamento, anche grazie alla fase più matura del settore delle rinnovabili. Lo scenario degli “oggetti intelligenti” è il prossimo futuro: efficienza energetica, mobilità sostenibili, città intelligenti. Come risulta da una ricerca del Politecnico di Milano il nostro Paese in alcuni ambiti risulta perfino all’avanguardia: sono già stati installati 34 milioni di contatori intelligenti di luce e gas e sono attive 3,9 milioni di Sim che trasmettono solo dati, connesse dunque a oggetti. L’integrazione razionale tra fonti fossili e fonti rinnovabili è dunque possibile dal punto di vista tecnologico.

La tutela degli interessi su investimenti privati deve sì essere gestita, ma non può impedire la trasformazione del sistema. La minore utilizzazione di centrali esistenti comporta una gestione della transizione tra sistemi come quella all’indomani della liberalizzazione (cfr. stranded cost), ma nel contempo costituisce uno stimolo a una trasformazione  dell’industria  elettrica  verso  uno  scenario  di  sicurezza  degli  approvvigionamenti  energetici  e  di sostenibilità ambientale.

ANIE/GIFI, APER, ASSOSOLARE e ASSO ENERGIE FUTURE ritengono indispensabile l’iniziativa imprenditoriale privata basata su innovazione e ricerca negli ambiti più promettenti e sentono come necessaria la condivisione  di una visione sistemica con il Governo, che ha il ruolo chiave di coordinare lo sviluppo delle infrastrutture e l’orientamento di medio lungo periodo.

Le associazioni chiedono al Ministro Passera la possibilità di avviare un confronto aprendo un tavolo tecnico e di essere coinvolte secondo una congrua tempistica, anche a tutela degli investimenti già in corso.

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