Nella nuova edizione del rapporto “2011 Technology Map of the European Strategic Energy Technology Plan” (178 pp), elaborato dal Joint Research Centre (Jrc) europeo, l’elemento principale che emerge è la costante forte crescita del settore delle energie rinnovabili.

Il rapporto analizza 15 diverse tecnologie a basse emissioni di CO2, l’efficienza energetica nel settore industriale e abitativo, le tecnologie di stoccaggio dell’energia elettrica. A livello globale evidenzia, rispetto all’ultimo report del 2009, un forte incremento della potenza installata da fonte eolica e solare, sia nell’Unione Europea che nel resto del mondo.

La tecnologia energetica più diffusa rimane l’idroelettrico, che fornisce l’88% dell’elettricità da rinnovabili, circa 3.190 TWh (dato 2010), pari al 16% della produzione di elettricità globale lorda. Il potenziale dell’idroelettrico è stimato in 7.500 TWh/annui, ma non sarà facile arrivare a questi quantitativi.

Lo studio descrive quindi lo stato dell’arte delle diverse tecnologie, stime di diffusione nel mercato, le barriere alla loro distribuzione su larga scala e ricerche per il superamento delle problematiche che ne impediscono la diffusione. Nel documento vengono individuate inoltre potenzialità e lacune per la realizzazione di una transizione verso un’economia sostenibile, anche attraverso una maggiore diffusione di alcune delle tecnologie considerate.

In breve, secondo i dati forniti, il settore eolico ha visto significativi cambiamenti nel 2010 rispetto al 2008, con un incremento del 29% nell’Unione europea che ha portato la potenza installata a 84,3 GW, e una crescita del 65% a livello mondiale (fino a 200 GW installati).

Ottima anche la crescita del fotovoltaico, la cui potenza è triplicata rispetto ai 14 GW al 2008. Si è passati infatti dai 39 GW del 2010 ai 70 GW del 2011, 30 dei quali solo nella Ue.

Interessante anche l’analisi sulle potenzialità dell’energia dalle maree e dalle onde, ancora in una fase iniziale di sviluppo, i cui costi restano ancora elevati, ma hanno visto un calo dal 2009: si è passati infatti dai 4.500-13.000 euro per kW a 3.750-6.000 euro per kW.

Anche il settore delle bioenergie ha subìto una buona crescita, con una produzione globale pari a circa 100,6 milioni di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio): 72,5 Mtep sono da attribuire alla biomassa solida, 8,4 Mtep al biogas, 7,7 Mtep da rifiuti solidi urbani e 12,1 Mtep da biocarburanti. Nel complesso, il settore rappresenta il 68,6% dell’intero consumo di energia primaria da fonti rinnovabili.

In fase di consolidamento anche il settore dei biocarburanti, che ha visto le maggiori compagnie petrolifere coinvolte in grandi progetti, sia in Europa che in Nord America, che utilizzano prodotti non alimentari, rifiuti e materie lignocellulosiche soprattutto per la produzione di bioetanolo. Nel report si stima che i biocarburanti contribuiranno presto al settore trasporto con una quota pari all’11%.

Per quanto concerne le prestazioni energetiche degli edifici, che rappresenta circa il 37% del consumo finale di energia, è richiesto lo sviluppo di nuovi approcci progettuali al fine di raggiungere gli obiettivi della direttiva 2010/31/Ue, relativa all’esigenza di avere edifici a emissioni quasi zero entro il biennio 2018-2020.