Il caso del fusto di scorie distrutto dalla ruggine

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Uno scandalo nucleare è stato segnalato dalla stampa tedesca: una foto di un fusto contenente rifiuti radioattivi distrutto dalla ruggine. Scorie situate presso il deposito temporaneo della centrale atomica dismessa di Brunsbüttel gestita dalla Vattenfall. Partiranno ora controlli a tappeto su tutti i depositi nucleari in Germania? E in Italia?

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Su Der Spiegel sono state pubblicate le inquietanti immagini di un fusto da 200 litri contenente rifiuti radioattivi (filtri, utensili e altri materiali) completamente distrutto dalla ruggine. Queste ‘scorie’ appartengono al deposito temporaneo della centrale atomica dismessa di Brunsbüttel, vicino ad Amburgo, gestita dalla Vattenfall e hanno una radioattività considerata di medio-bassa intensità. I barili presenti sono stati stivati nel deposito a partire dal 1981. Le irregolarità sono emerse chiaramente a gennaio dopo un’ispezione da parte della TÜV Nord.

Il timore è che un tale stato delle scorie sia riscontrabile anche in altri fusti di questo deposito così come in altri depositi tedeschi, visto che i controlli non sono così frequenti in aree, in genere caverne, che decenni fa nessuno poteva immaginare di destinare a questo compito per così tanti anni.

Purtroppo l’unico deposito sperimentale di scorie radioattive, quello di Asse, situato tra Amburgo e Hannover, ha da alcuni anni problemi gravissimi a causa di infiltrazioni d’acqua, tanto che i costi per la sua bonifica saranno probabilmente esorbitanti.

Per il caso delle scorie di Brunsbüttel, la Vattenfall si è scusata pubblicamente, ma le istituzioni vogliono vederci chiaro su tutti i depositi nucleari a livello nazionale, con controlli più severi e accurati, visto che al momento un deposito definitivo in Germania non è ancora disponibile e non lo sarà per molti anni ancora.

Secondo l’ente di supervisione nucleare, Kieler, all’interno della caverna-deposito si registra una radiazione di 500 microsievert/ora (Der Spiegel parla di 500 millisievert/h, ma probabilmente il dato è errato) e quindi non si esclude che altri fusti siano stati danneggiati gravemente.

La questione del fusto tedesco pone diverse perplessità anche sullo stato dei depositi temporanei di rifiuti radioattivi in Italia. Non sarebbe il caso di rendere regolari i controlli e più trasparenti i risultati di questi accertamenti?

 

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