Efficienza, la miniera di energia degli edifici europei

L'efficienza energetica è la pietra angolare della transizione del sistema energetico e gli edifici sono uno degli ambiti in cui più si può fare. Se lo standard degli edifici a consumi “quasi zero” venisse preso sul serio, l'Europa potrebbe facilmente puntare ad una riduzione dei consumi energetici del 40% al 2050, spiegano dalla University of East Anglia.

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L’efficienza energetica è la pietra angolare della transizione del sistema energetico e gli edifici, responsabili di circa il 40% dei consumi, sono uno degli ambiti in cui più dovrà e si potrà fare. Se l’adozione dello standard degli edifici a consumi “quasi zero” venisse presa sul serio, l’Europa potrebbe facilmente puntare ad una riduzione dei consumi energetici del 40% al 2050, un valore coerente con la Roadmap 2050 della Commissione europea, che prevede per quell’anno di arrivare ad un taglio delle emissioni dell’80%. A quel punto dal lato della produzione ci si potrebbe concentrare di più sulle rinnovabili, eliminando l’enorme supporto economico a nucleare e fonti fossili. E’ quello che sostiene un report pubblicato in questi giorni dalla University of East Anglia e da Build with CaRe, un consorzio di autorità locali e università di 5 paesi del Mare del Nord (vedi allegato).

Nel documento si dice che l’Europa non sta facendo abbastanza in quanto a efficienza energetica. Come sappiamo, l’obiettivo 2020 sul risparmio energetico non è vincolante (anche se non mancano le proposte al Parlamento europeo per renderlo tale) e attualmente siamo sulla strada per arrivare solo a circa metà della riduzione dei consumi che dovremmo mettere in pratica, cioè al 10% anziché al 20%.

Le ambizioni non sono supportate da piani concreti e, denuncia il report, questo avviene anche a livello di Stati membri. Uno dei paesi più avanzati in quanto a obiettivi sull’efficienza energetica in edilizia è la Germania: riduzione dell’80% del consumo energetico totale degli edifici entro il 2050 e riduzione del 25% per quello elettrico. Per ottenere questi risultati in Germania però si dovrebbe raddoppiare il tasso di riqualificazioni energetiche degli edifici (mentre a livello europeo si dovrebbe triplicarlo) ma anche in questo paese non c’é una strategia concreta per far sì che questo avvenga.

Per quel che riguarda il Regno Unito, su cui il lavoro si concentra maggiormente, gli obiettivi sull’efficienza energetica (tagliare da un terzo a metà i consumi al 2050) sono in linea con l’obiettivo della Roadmap 2050, ma anche qui manca la traduzione nella pratica.

Il report mette infatti l’accento sugli standard per gli edifici non adeguati (specie quello previsto nel Regno Unito dal 2016). Meglio sarebbe, secondo gli autori adottare standard che seguano i principi della cosiddetta “passivhaus”, usando coibentazione e ventilazione naturale per ridurre fino al 90% i consumi delle abitazioni.

Standard ambiziosi avrebbero enormi benefici di sistema, spingendo la ricerca e stimolando l’economia e l’occupazione e facendo dell’Europa un leader mondiale nel campo dell’edilizia efficiente. Per la Gran Bretagna il report stima che con una cifra pari a circa 200 miliardi di sterline, simile a quella che il paese dovrà investire da qui al 2020 per nuovi impianti di produzione di energia e adeguamento delle reti, si riuscirebbe a ridurre quasi a zero il fabbisogno di energia termica per l’intero patrimonio edilizio.

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