Helios, il progetto fotovoltaico ‘anti-debito’ della Grecia

Dal governo greco arrivano nuovi dettagli sul progetto Helios, che prevede di realizzare 10 GW di FV sui terreni demaniali greci e di esportare all'estero l'elettricità pulita così prodotta, per contribuire a risanare i conti del paese. Il piano ora sembra più concreto e potrebbe portare diversi benefici soprattutto all'industria fotovoltaica tedesca.

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Contribuire a ripagare il debito attraverso l’energia del sole: nella Grecia scossa dalle note vicende politico-economiche l’idea prende concretezza. Stiamo parlando del progetto Helios, che prevede di realizzare 10 GW di fotovoltaico sui terreni demaniali greci e di esportare all’estero l’elettricità pulita così prodotta, per contribuire a risanare i conti del paese. Un piano che il governo greco aveva reso noto quest’estate, che finora era rimasto piuttosto vago e di non sicura realizzazione, ma che invece ora pare muovere i primi passi. Si sta infatti procedendo a creare la società che gestirà il progetto e si sono individuati i terreni su cui realizzare gli impianti, lo ha annunciato nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente ellenico George Papaconstantinou in una presentazione che ha fornito più dettagli sullo schema progettuale(vedi allegato).

Con un’irradiazione solare tra le più alte in Europa, circa 1.800 kWh/m2, la Grecia potrebbe superare di molto il suo obiettivo per il 2020 (2,2 GW); attualmente sfrutta meno del 2% del suo potenziale solare mentre la meno assolata Germania paradossalmente ne sfrutta circa il 16%. L’idea da cui nasce il progetto è semplice: sfruttare il sole greco per aiutare gli altri Stati membri europei a raggiungere i propri obiettivi in materia di rinnovabili e nel contempo permettere alla Grecia di attrarre investimenti e avere entrate.

La Grecia metterà a disposizione degli investitori del fotovoltaico terreni demaniali, ad esempio cave abbandonate o basi militari, privi di vincoli legali-amministrativi e ne garantirà la connessione agevolata alla rete. In pratica si dà una corsia preferenziale per attrarre nella disastrata economia greca capitali esteri e far fruttare a pieno il potenziale solare del paese, realizzando impianti FV per 10 GW su circa 200 km2 di terreni.

Come detto, Papaconstantinou ha annunciato che il governo greco ha già preparato lo statuto di Helios S.A., la società pubblica che gestirà il progetto e ha già censito gli appezzamenti adatti. Che una task force trilaterale costituita da Grecia, Commissione europea e governo tedesco stesse lavorando al progetto invece lo sapevamo già (Qualenergia.it, Se la Grecia paga il debito con l’energia solare).

La Germania è infatti fin dall’inizio il partner privilegiato del piano ed è facile capire perché: ha interesse ad importare energia verde per soddisfare l’obiettivo 2020 spendendo meno e a dare sbocco alla sua fortissima industria fotovoltaica, che ora rischia di soffrire della riduzione del mercato domestico per il pesante taglio  agli incentivi in vigore dal 9 marzo prossimo (Qualenergia.it, Fotovoltaico in Germania, rivoluzione tariffe).

Quando il progetto partirà occorrerà decidere il modo in cui l’elettricità solare sarà trasferita dalla Grecia in Germania e negli altri Stati che parteciperanno e come i partner dell’accordo saranno compensati. Tre sono le possibilità che la direttiva europea 28/2009 sulle rinnovabili lascia aperte: un trasferimento statistico con il quale l’energia verde prodotta in Grecia possa essere conteggiata ai fini degli obiettivi sulle rinnovabili degli Stati partner; i progetti congiunti, in cui uno Stato finanzia un progetto di rinnovabili in un altro Stato membro, conteggiando l’energia verde prodotta nell’ottica dell’obiettivo nel paese finanziatore; e infine, gli schemi di supporto congiunti, secondo i quali due o più Stati membri collaborano a un progetto che contribuirà in maniera proporzionata ai rispettivi obiettivi nazionali.

L’elettricità non dovrà essere necessariamente trasferita fisicamente ma piuttosto statisticamente. Ciononostante la piena realizzazione del progetto Helios si inquadra in uno scenario in cui si potranno costruire nuovi elettrodotti in corrente continua (le cosiddette super-grid), capaci di collegare la penisola ellenica al resto del continente. Diverse le opzioni dipinte nella presentazione: la soluzione che permetterebbe di trasportare più energia (ma anche la più costosa) sarebbe un elettrodotto sottomarino che tagli longitudinalmente l’Adriatico attraversando poi Veneto e Friuli, fino in Austria.

Con questa nuova presentazione il progetto Helios sembrerebbe più vicino alla realtà. Se da una parte un piano del genere si inquadra pienamente nella discutibile politica di svendita del patrimonio pubblico imposta alla Grecia, dall’altra i vantaggi per il paese e per l’Europa ci sono. Gli Stati europei che parteciperanno potranno raggiungere gli obiettivi sulle rinnovabili spendendo meno. L’industria del fotovoltaico europeo, attualmente in difficoltà, potrà avere uno stimolo rilevante, specie nel segmento dei grandi impianti, che altrimenti nei maggiori mercati è praticamente bloccato. La Grecia, infine, avrebbe oltre alle ricadute fiscali e occupazionali, il vantaggio economico dell’energia venduta o delle concessioni sui terreni dati in uso. Staremo a vedere gli sviluppi.

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