Burden sharing rinnovabili: “obiettivi obsoleti”

Si sta decidendo la ripartizione dello sforzo delle rinnovabili tra le Regioni a partire dagli obiettivi del PAN, che sono già superati dalla realatà: all'indomani dell'approvazione del decreto sul burden sharing in Conferenza Stato – Regioni arriva la critica di Assosolare.

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Giovedì scorso la Conferenza Stato – Regioni ha approvato il “burden sharing”, ossia la ripartizione regionale della quota minima di incremento dell’energia prodotta con fonti rinnovabili, in vista degli obiettivi europei al 2020.

ll provvedimento, che ora dovrà essere approvato dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, è stato definito sulla base degli obiettivi contenuti nel Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili, il cosidetto PAN.

Obiettivi che però secondo Assosolare sarebbero inadeguati: “basarsi su obiettivi contenuti nel PAN costituisca un errore poiché obsoleti”, fa sapere l’associazione in un comunicato. “Oggi qualsiasi provvedimento preso sulla quella base risulterebbe superato”.

In concreto queste perplessità trovano una dimostrazione concreta nell’analisi dei dati che riguardano il solare fotovoltaico: il PAN faceva riferimento ad un target di 8.5 GW includendo i 500 MW riservati al fotovoltaico a concentrazione. Oggi il settore del fotovoltaico ha quasi raggiunto i 13 GW dimostrando di poter fare e contribuire significativamente al fabbisogno energetico nazionale, come ribadito anche dalla normativa del nuovo conto energia che parla di un obiettivo di 23 GW al 2016.

Alla vigilia dell’approvazione il presidente di Assosolare Gianni Chianetta aveva scritto al presidente della Conferenza Vasco Errani. Nella lettera invita a riflettere su come questo provvedimento vada visto come una reale opportunità per la crescita economica ed occupazionale e propone che la definizione del burden sharing venga rimandata a valle della definizione della Strategia Energetica Nazionale, “altrimenti il provvedimento rischia di essere un mero adempimento normativo”.

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