Conto energia, verso la grid parity con nuove tariffe?

Continuano a scendere i prezzi dei moduli fotovoltaici, anche per il forte divario ancora esistente tra domanda e capacità produttiva. In Italia, come in altri paesi, gli incentivi hanno provato a seguire l'andamento dei prezzi, spesso con qualche improvvisazione. Nonostante l'incertezza normativa il settore ha i numeri per affrontare le prossime sfide.

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Secondo l’osservatorio di Solarbuzz anche nel mese di gennaio il costo al dettaglio dei moduli fotovoltaici ha registrato in Europa un ulteriore ribasso: il dato medio è di 2,28 €/Wp, al netto delle imposte. Sul totale dei moduli FV censiti, il 31%, cioè 302, è sotto la soglia dei due dollari per watt di picco (1,54 €/W).

Il prezzo più basso riscontrato per un modulo monocristallino è di 0,91 €/Wp, per un multicristrallino è di 0,82, per un film sottile è di 0,62, tutti e tre distribuiti da un operatore tedesco. Ma riteniamo con buona probabilità che qualche prodotto asiatico abbia prezzi anche più bassi.

Dai dati Solabuzz risulta, in media, che i prezzi al dettaglio dei moduli sono calati del 25% rispetto al gennaio 2011, e poiché i prezzi degli altri componenti del sistema, inverter inclusi (in leggero rialzo negli ultimi 4 mesi), sono pressoché stabili, oggi i moduli cristallini rappresenterebbero il 35-40% dei costi dell’impianto (una quota minore nel caso di film sottili). Se guardiamo al decennio, i prezzi dei moduli al dettaglio si sono ridotti del 60%.

Questa recente e rapida riduzione dei prezzi è in parte dovuta ad un forte divario tra la domanda e l’offerta mondiale: nel 2011 la capacità produttiva era di 50 GW, mentre la potenza installata nell’anno non ha raggiunto i 28 GW. A ciò si aggiunga la spinta al ribasso dei prezzi da parte di diversi produttori cinesi.

I tempi di reazione dei meccanismi incentivanti sono stati molto più lenti rispetto al trend dei prezzi e questo ha portato come conseguenza a reazioni scomposte in molti paesi, tra i quali il nostro. Da noi, appunto, la forte accelerata data alle installazioni fotovoltaiche dal decreto “Salva Alcoa” ha fatto il resto, facendo impennare il “monte incentivi” in modo eccessivo (le tariffe erano del II CE). Questi mesi sono stati piutosto difficili perché le regole sono cambiate in continuazione (decreto Romani e quarto conto energia) e anche in modo retroattivo come dimostra l’articolo 65 nel DL sulle liberalizzazioni riguardante il blocco degli impianti sui terreni agricoli, prima disciplinati dal Dlgs 28/2011 in modo tutto sommato accettabile.

Il fotovoltaico italiano, oggi in sofferenza, ha comunque prodotto numeri importanti e in meno di tre anni, anche grazie agli incentivi ovviamente: circa 340mila impianti, di cui almeno 300mila su tetti, quasi 13 GW installati in totale (9 GW nel 2011 se contiamo anche i 3,7 del decreto Alcoa), un contributo importante sul Pil stimato intorno al 2%, circa 100.000 addetti se includiamo anche l’indotto. Nel mix elettrico il fotovoltaico nazionale oggi il fotovoltaico copre il 3,5% della domanda (nel 2012 arriverà al 6%). Cifre di tutto rispetto che però perdono di forza di fronte ai continui rumours sul possibile rimaneggiamento delle tariffe incentivanti anche a causa del prossimo raggiungimento dei limiti del budget incentivi (quei famosi 6-7 miliardi/anno). Un’incertezza che crea soprattutto dubbi alle banche sull’affidabilità economica dei progetti e che si somma al credit crunch che colpisce già tutti i settori economici del paese.

Su Il Fatto Quotidiano on line, Mario Agostinelli ventilava, come molti, la possibilità di vedere a breve di un quinto conto energia, almeno sulla base di alcune dichiarazioni dei ministri competenti, e criticava l’improvvisazione e la mancanza di concertazione che permea tutta la politica energetica italiana, a cominciare da quella riguardante lo sviluppo di settori chiave come le rinnovabili.

Alla luce dei timori di un ulteriore stop del conto energia, Agostinelli spiega invece come il quarto Conto Energia costi agli italiani già il 25% in meno del terzo CE. Un ulteriore ragionamento va fatto anche sulla bolletta 2011, dice: “la componente energia della bolletta per le utenze residenziali è aumentata dell’8,3% nelle fasce serali, notturne e a fine settimana, mentre nella giornata feriale, dalle 8 alle 19, è addirittura scesa del 3,3%, grazie proprio alla produzione di elettricità solare”. Ci sono poi da considerare tutti i benefici per le casse statali.

Questi elementi andranno messi sulla bilancia nel momento in cui si dovrà ragionare su quel corretto ed equo percorso che dovrà accompagnare (sottolineiamo questo concetto) il settore verso l’agognata grid parity.

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