L’eolico italiano tiene, ma va evitata l’incertezza normativa

  • 9 Febbraio 2012

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Nel 2011 sono 950 i MW installati in Italia. Il settore tiene, "ma è fondamentale evitare ulteriori shock normativi dal 2013 in poi per preservare l'occupaazione di 30mila addetti", avvertono Aper ed Anev.

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Il 2011 si è concluso all’insegna della stabilità per l’eolico nazionale. La potenza delle nuove installazioni eoliche effettuate nel corso dell’anno appena trascorso e allacciate alla rete elettrica è stata, infatti, dell’ordine di 950 MW, in linea con ciò che si è verificato nel 2010. Questo risultato, tuttavia – fanno sapere in un comunicato congiunto Anev e Aper – “ci penalizza a livello internazionale dove subiamo il sorpasso della Francia e con la prospettiva concreta, in assenza di misure adeguate, di essere superati anche dal Regno Unito”.


I numeri delle installazioni del 2011, anche se inferiori al biennio 2009-2010, fanno pensare ad un settore che si mantiene in equilibrio, ma, sottolineano le due associazioni, “in realtà non è così”. E’, infatti, necessario considerare come “la quasi totalità della potenza eolica installata nel 2011 trae origine da iter autorizzativi iniziati da diversi anni che hanno visto la loro conclusione solo in tempi recenti, dopo un percorso molto accidentato della durata media di 4 anni, invece dei 180 giorni previsti”.


Questa inefficienza del sistema, accompagnata dall’emanazione del D.lgs. n. 28/2011, di cui da quasi un anno si attendono i Decreti attuativi con i quali definire le misure incentivanti per gli impianti che entreranno in esercizio dopo il 1° gennaio 2013, ha influito e influirà ancora sull’accelerazione delle installazioni nel biennio 2011/2012, a discapito delle iniziative post-2012, denunciano Aper ed Anev.


“Bisogna ricordare come lo sviluppo del settore eolico e il comparto lavorativo ad esso collegato, rappresenti un’opportunità di sviluppo reale dell’industria e dell’economia nazionale che, se non sorretto da adeguate politiche di sostegno – non meramente economiche ma, soprattutto, di stabilità normativa – difficilmente potrà attrarre nuovi investimenti, come sollecitato a più riprese dalle Associazioni di categoria.”


L’occupazione del settore eolico, ricordano le due associazioni, è di circa 30.000 addetti, con una crescita media annua di circa 5.000 unità “cosa che, in un periodo difficile come questo, è estremamente opportuno preservare. Tra l’altro, il numero comunque importante che esprime la potenza installata nel 2011, con un valore cumulato di 6.737 MW, deve far riflettere sulla capacità del sistema eolico nazionale di realizzare una potenza intorno al gigawatt in soli dodici mesi, in un contesto geopolitico e burocratico sempre più complesso. Ciò conferma che il sistema collegato all’eolico possiede dei fondamentali di lungo termine solidi e che, se opportunamente sostenuto e messo in grado di operare al meglio delle sue potenzialità, può dare un contributo sostanziale all’economia del Paese.”

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