Quando senza la rete il fotovoltaico batte il diesel

Nel mondo 1,4 miliardi di persone non hanno accesso all'elettricità, in Africa sono 600 milioni. Per portarla a chi non ce l'ha, in gran parte del continente africano il fotovoltaico è l'opzione economicamente più conveniente, mostra un report appena pubblicato dal Joint Research Center della Commissione europea.

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Il futuro dell’energia, è la visione di questa testata, non può che essere incentrato su efficienza energetica e fonti rinnovabili. Se questo è vero in sistemi energetici “maturi” come quelli occidentali, che vanno rivoluzionati sostituendo le fonti tradizionali con le fonti pulite, lo è tanto di più in quelle vaste zone del mondo in cui l’accesso all’energia è ancora un problema e il sistema è in larga parte ancora tutto da costruire.


Nel mondo (dicono dati 2010 di OECD-IEA) circa 1,4 miliardi di persone, di cui l’85% in aree rurali, non ha accesso all’elettricità e un altro miliardo è servito da reti inaffidabili. Servire questa grossa e crescente fetta di umanità con le rinnovabili, anziché con fonti inquinanti, non è solo una necessità ma anche un’opzione economicamente conveniente. Lo spiega  ad esempio uno studio sulle rinnovabili in Africa pubblicato ieri dal Joint Research Center della Commissione europea (vedi allegato).


In Africa a non avere accesso all’elettricità sono circa in 600 milioni di persone, una cifra che aumenta di circa 9 milioni all’anno. Lo studio JRC analizza in generale il potenziale delle rinnovabili nel continente (peraltro per sua stessa ammissione in maniera poco esaustiva), ma la parte interessante dello studio è quella in cui si fanno delle stime del modo più conveniente di portare l’elettricità nelle varie zone dove non c’è ancora: estendendo la rete elettrica, con mini-reti legate a generatori diesel o con mini-reti alimentate da impianti fotovoltaici (mancano purtroppo analisi sulla competitività di altre rinnovabili, come eolico, mini-eolico o mini-idroelettrico).


Per definire la convenienza, l’analisi incrocia vari dati per le diverse zone del continente: densità di popolazione, distanza dalla rete elettrica, costo del diesel e del suo trasporto e produttività del fotovoltaico. Come sappiamo in Africa un impianto FV in certe aree produce anche il doppio di quello che rende al Nord Italia o in Europa Centrale. D’altra parte in vari paesi africani il diesel è incentivato e fornito a prezzi stracciati: è il caso soprattutto del Nord Africa, dove lo sviluppo di un enorme potenziale sia di fotovoltaico che di eolico è frenato da combustibili fossili sottocosto. Se i governi iniziassero a incentivare anche il solare la sua convenienza non avrebbe confronti.


Nella due mappe sotto vedete il costo del chilowattora prodotto con le due fonti. A sinistra il fotovoltaico (ipotizzando un impianto da 15 kWp) con le zone più convenienti in giallo chiaro. A destra il diesel, con zone più scure dove questo costa meno.



Il risultato del confronto è che comunque, anche senza incentivi per il fotovoltaico e con il diesel sussidiato, il sole conviene in gran parte del continente. Lo si vede bene dalla mappa sotto: i paesi in cui il generatore diesel resta più conveniente sono in marrone, ma in tutti gli altri, a seconda delle diverse tonalità di giallo, dove la rete non arriva, costerebbe meno produrre con impianti fotovoltaici stand-alone o in mini-reti.



Estendere la rete elettrica non è mai conveniente in aree con popolazione al di sotto dei 50 abitanti per chilometro quadrato, come si verifica in vaste aree africane. Se nel confronto si inserisce anche il costo di portare la rete elettrica laddove non c’è otteniamo quest’altra mappa (vedi sotto). Qui viene fissato un limite di costo 30 centesimi di euro per kWh e si individua in quali aree le tre diverse opzioni riescono a non sorpassarlo.



Nelle zone in giallo il fotovoltaico è l’unica opzione competitiva, in quelle in marrone scuro lo è solo il diesel, mentre dove è arancione conviene estendere la rete. Nelle aree in rosso sia FV che diesel sono sotto al limite di costo, nel blu sono competitive sia rete che FV mentre dove è azzurro le tre opzioni sono più o meno equivalenti.


Restano le ampie zone in verde: qui né estendendo la rete, né con il diesel né con il fotovoltaico si riesce a stare sotto ai 30 cent/kWh. In queste aree sarebbe interessante analizzare i costi di altre opzioni, che potrebbero essere convenienti: si pensi al mini-idroelettrico nei molti villaggi sulle rive dei fiumi nell’Africa equatoriale.

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