Il fotovoltaico dei cacciatori di tetti

  • 19 Gennaio 2012

Quarto conto energia e stretta del credito provocano mutazioni nella struttura e negli attori del mercato italiano ddel fotovoltaico. Da qualche mese e per tutto il 2012 sempre più in uso è l'acquisizione in comodato d'uso dei tetti dei capannoni, soprattutto agricoli. Del fenomeno si parlerà alla sesta edizione di Microgenforum

ADV
image_pdfimage_print

Fare soldi prendendo in comodato le superfici e piazzandoci sopra impianti di generazione fotovoltaica, corrispondendo  qualcosa al proprietario e incassando gli ancora ricchi sussidi (con rendimenti dell’8-10 per cento l’anno per vent’anni sul capitale investito, meglio dei BTp). Si tratta di uno dei trend di sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese che è protagonista dell’annuale ”Rapporto sulle nuove energie in Italia”, giunto alla terza edizione, che verrà presentato nel corso di Microgen Forum a Milano il prossimo 21 marzo.


Il fenomeno della caccia ai tetti, presente in altri Paesi ma finora marginale da noi, ha iniziato a manifestarsi con forza negli ultimi mesi del 2011 a seguito di due condizioni. Da una parte, l’entrata in vigore del Quarto Conto Energia, che di fatto continua a garantire sussidi generosi solo agli impianti su edifici inferiori al MW di potenza; dall’altra, il credit crunch, che ha reso molto difficile l’accesso ai finanziamenti in prima persona da parte dei proprietari dei tetti, di solito aziende agricole o singoli agricoltori, anche per progetti di fatto garantiti.


La finestra resterà aperta per un tempo limitato: già dal gennaio 2013 i sussidi perderanno la componente acquisto dell’energia, che oggi rende per circa 10 centesimi a KWh, dando un taglio deciso ai rendimenti. Ed ecco i cacciatori di tetti  in giro per la campagne di tutta Italia, con privilegio per le aree con numerosi allevamenti zootecnici, che sono le aziende con i capannoni più grandi. Armati di brochure e macchine fotografiche digitali, con competenze di impianti fotovoltaici ma anche di strutture edilizie e coperture, si muovono per lo più guidati dal passaparola da un agricoltore all’altro. Sono aiutati anche dagli incentivi (crediti d’imposta) legati alla rimozione e smaltimento delle coperture contenenti amianto, e possono proporre di prendere due piccioni con una fava.


I “mandanti” dei cacciatori d tetti sono dei tipi più diversi. Ci sono le tradizionali utilities, come Sorgenia, appartenente a un gruppo pioniere nel campo dei comodati dei tetti. Ma ci sono anche aziende più specializzate, dei broker che si occupano delle pratiche burocratichee e di mettere insieme proprietari di tetti, impiantisti, smaltitori di rifiuti speciali e soprattutto finanziatori. Sono questi ultimi infatti i veri “dei ex machina” del business dei tetti. Fondi d’investimento,  coordinamenti di facoltosi privati, banche, tutti soggetti con a disposizione grossi capitali, che ragionano in termini di ritorno dell’investimento.


Per costoro le figure dei broker indipendenti cacciatori di tetti sono indispensabili, anche perchè consentono una flessibilità di dimensionamento degli impianti impossibile in altro modo. Per fare un esempio: diventa possibile aggirare il vincolo del MW  su una certa superficie previsto dal Quarto Conto Energia. Un singolo investitore non potrebbe per esempio sfruttare i tetti di un grosso allevamento con una superficie utile di 1,8 MW. Ma con un broker si può, perché vengono realizzati due impianti da 900 KW l’uno costruendo  l’impianto in unica soluzione, sfruttando le economie di scala, per poi piazzare le due metà a due investitori diversi.


In tutto questo giro di uova d’oro, cosa ci guadagna la gallina, ossia i proprietari di tetti? Le soluzioni di renumerazione proposte sono tre: sostituzione gratuita delle coperture (la meno sfruttata); cambio merce; denaro. L’ultima apparentemente è la più allettante, ma basta fare due conti per scoprire che non lo è poi tanto. Per un impianto da 200 KW (la “taglia” che probabilmente andrà di più nel 2012, stante la struttura dei sussidi) chi prende in comodato il tetto per vent’anni garantisce in media un canone anticipato in unica soluzione di 50.000 euro complessivi, che fanno 2.500 euro l’anno, sui quali poi però vanno calcolate le tasse. Considerando che i 200 KW nei vent’anni di funzionamento  garantiranno 1,5 milioni di euro a fronte di un investimento d’impianto e accessori (sistemi di videosorveglianza a distanza) non superiori a 550.000 euro, al proprietario rimangono le briciole.


Per questo sta prendendo piede l’alternativa del cambio merce, in due forme: energia elettrica (ma dipende qual’è la bolletta media) oppure un impianto fotovoltaico gratuito chiavi in mano completo di autorizzazioni e allacciamenti. Con 50.000 euro oggi si fa, ai prezzi che spuntano i grandi impianti, un’installazione da 20 KW, che produrranno in vent’anni 156.000 euro, se l’impianto viene realizzato nel primo semestre 2012.


Come si vede sono cifre considerevoli. La caccia ai tetti da parte di operatori broker specializzati è soprattutto importante nell’economia generale del fotovoltaico italiano perchè consente agli investitori professionali, che sono stati i veri driver dietro il boom del mercato, di rimanere in gioco anche a fronte del forte freno posto dal Governo alle grandi installazioni.


Nessun fondo d’investimento si sobbarcherebbe le pratiche e la direzione lavori per un impianto da 200 KW su un capannone, ma se tutto quel che deve fare è firmare un assegno e cominciare a incassare il sussidio, la cosa cambia. Per questo il Rapporto sulle nuove energie in Italia prevede che anche il 2012 sarà superiore alle previsioni per quanto riguarda lo sviluppo del fotovoltaico (esattamente come lo aveva previsto, contro il parere di molti esperti, nel 2011). Le proiezioni definitive verranno rilasciate nel corso di Microgen Forum il prossimo 21 marzo a Milano, ma già c’è il sospetto che a fine anno la meta dei 20 GW installati non sarà lontana.



Microgen Forum (www.microgenforum.it), giunto alla sesta edizione, è organizzato dal settimanale web e-gazette e da Updating con il patrocinio della Camera di Commercio di Milano. La giornata è in programma il prossimo 21 marzo a Milano a Palazzo Turati in Via Meravigli 9b.


(Da comunicato Microgen Forum)


 

ADV
×