Caro benzina, consumatori sul piede di guerra

La benzina ha raggiunto il nuovo livello record di 1,738 €/litro, con punte di quasi 1,8 euro/litro soprattutto al Sud e nel Centro, dove è più forte l'effetto addizionali regionali. Gli automobilisti spenderanno per i propri pieni di benzina circa 200 euro in più nel 2012. Ma su tutti incideranno le ricadute indirette per il trasporto delle merci.

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Con il nuovo anno sono in vigore le addizionali regionali in cinque regioni. La Toscana ha aumentato l’imposizione fiscale sulla benzina di 5 centesimi (6,1 centesimi Iva inclusa), il Lazio di 2,6 centesimi, la Liguria di 2,5 centesimi, le Marche di 5 centesimi, l’Umbria di 4 centesimi. L’impatto sui prezzi praticati sul territorio è stato notevole.


Oggi la benzina ha raggiunto il nuovo livello record di 1,738 euro/litro, con punte di quasi 1,8 euro/litro in alcune aree del Paese, soprattutto al Sud e nel Centro, dove è più forte l’effetto addizionali. Poco conta che Tamoil abbia aumentato i prezzi raccomandati del prodotto leggero di 0,4 centesimi. Quello che impatta sono, come detto, le decisioni prese a livello regionale. Ne è la riprova la sostanziale stasi del diesel (non toccato dalle addizionali), attorno a quota 1,7 euro/litro.
Questo è quanto emerge dal consueto monitoraggio di Quotidianoenergia.it in un campione di stazioni di servizio rappresentativo della situazione nazionale per Check-Up prezzi Qe: a livello Paese, quindi, il prezzo medio praticato dalla benzina (in modalità servito) va oggi da 1,729 euro/litro degli impianti Shell all’1,738 di quelli Ip (no-logo in salita a 1,640). Per il diesel si passa dall’1,699 euro/litro di Eni all’1,702 di Tamoil (no-logo a 1,599). Il gpl è tra gli 0,744 euro/litro di Eni e lo 0,756 di Tamoil (no-logo a 0,726).


Le ricadute per gli automobilisti saranno drammatiche: solo in termini diretti, secondo le previsioni dell’Onf – l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori – gli automobilisti spenderanno per i propri pieni di benzina +192 euro nel 2012. Un aumento “incredibile”, dicono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, a cui vanno aggiunte le ricadute indirette (dovute all’aumento dei costi di trasporto dei beni di largo consumo). “Queste ultime, lo ricordiamo, non sono pagate solo dagli automobilisti, ma indistintamente da tutti i cittadini, dal momento che incidono sulla determinazione dei prezzi dei beni. Ad incidere in maniera indiretta sulla crescita dei prezzi, inoltre, contribuisce anche l’aumento delle tariffe autostradali”. Secondo le stime dell’Onf, solo per questi fattori (ricadute indirette carburanti e tariffe autostradali), si avrà un rincaro nel settore alimentare di +161 euro annui.


“Per questo si rende sempre più urgente intervenire sul fronte dei carburanti – dicono ancora i due presidenti delle associazioni di consumatori – prima di tutto con l’annullamento del nuovo aumento dell’Iva prospettato da settembre, che avrà effetti disastrosi sul potere di acquisto delle famiglie.


“La situazione dei prezzi dei carburanti in Italia è oramai drammatica, e senza interventi tesi a calmierare i listini ogni automobilista nel 2012 si troverà a spendere 202 euro in più solo per i rifornimenti di benzina e gasolio. Lo afferma, in una nota, CasperComitato contro le speculazioni e per il risparmio (formato da Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori). “Certo il caro carburanti è dovuto ai 5 aumenti delle accise decisi irresponsabilmente dal governo Berlusconi prima e da quello Monti poi, ma non solo – sottolinea Casper – Le compagnie petrolifere, infatti, continuano ad arrotondare gli incrementi delle imposte, aggiungendoci un ulteriore margine di profitto. Prosegue, inoltre, il solito meccanismo della doppia velocità ed infine, al netto delle tasse, i carburanti in Italia continuano ad avere un prezzo superiore a tutto il resto dell’Europa”.


Per questo le associazioni di Casper confermano lo sciopero della benzina del 5 e 6 gennaio, sciopero che Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori sono pronte a revocare “solo se il nuovo ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, deciderà, prima di quelle date, di convocare ad un unico tavolo di confronto l’Unione petrolifera, le associazioni dei gestori degli impianti e le associazioni di consumatori, per stabilire finalmente nuove regole finalizzate ad aumentare la concorrenza nel settore e punire le speculazioni sui prezzi”.


“Con benzina, trasporti e logistica che incidono complessivamente per circa un terzo sui costi della frutta e verdura l’effetto indiretto più evidente del record delle quotazioni dei carburanti è un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande in vendita nei supermercati”. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel sottolineare che il nuovo record a 1,74 euro/litro per la benzina contagia la spesa dal campo alla tavola in un Paese come l’Italia dove l’86% dei trasporti commerciali avviene per strada. “Solo nelle campagne – sottolinea l’associazione – il caro gasolio ha provocato un aggravio di costi stimabile in 250 milioni di euro su base annua, ma a subire gli effetti del record nei prezzi è l’intero sistema agroalimentare dove si stima che un pasto percorra in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole. Il maggior aggravio c’è quindi per i prodotti importati che devono percorrere lunghe distanze prima di giungere a tavola”.


A causa di questi rincari, “il costo familiare per trasporti, combustibili ed energia elettrica ha superato – conclude la Coldiretti – quello per alimenti e bevande con il prezzo di un litro di benzina ha infatti scavalcato anche quello di un chilo di pasta e di un litro di latte fresco, solo per fare altri esempi”. 


Fonte: Agenzia Dire

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