Nuovi incentivi rinnovabili elettriche, la bozza del decreto

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La bozza del decreto che riforma gli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, che dovrebbe essere pubblicato entro fine anno.

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I decreti attuativi per la riforma degli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, prevista dal decreto del 3 marzo 2011 dovrebbero essere pronti per fine anno, assieme a quelli per l’incentivazione delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica. Il ministro all’Ambiente Corrado Clini in questi giorni lo ha assicurato pubblicamente diverse volte, i tecnici dei ministeri coinvolti sono al lavoro e circolano le prime bozze.


In allegato l’ultima in circolazione (ovviamente provvisoria) del decreto sulle rinnovabili elettriche (nuovi impianti in esercizio dal 2013 e meccanismi di transizione per gli altri), alla base delle trattative, in cui è lasciata però vuota la casella del valore degli incentivi.


Tra i punti più importanti del testo quello in cui si fissa un tetto di energia incentivabile e il relativo budget (art. 1, comma 2): una produzione elettrica tra fonti rinnovabili, diverse dal FV, compresa tra 99 e 108 TWh/anno al 2020, corrispondente a un costo cumulato per incentivi tra 6 e 7 miliardi di euro l’anno. Considerando anche il FV si arriverebbe a un limite complessivo di produzione incentivabile compreso tra 124 e 138 TWh/anno per un costo complessivo che va dai 12 ai 14 miliardi di €/anno fino al 2020. Il provvedimento rivede così al rialzo i numeri indicati nel piano d’azione nazionale (PAN), che stimava in circa 99 TWh la produzione da rinnovabili al 2020, come più volte chiesto dagli operatori non fotovoltaici per dare dignità anche alle altre fonti.


Il decreto assicura una certa stabilità per gli impianti esistenti, quando dal 2016 non ci saranno più i certificati verdi (art. 18-19). Per i nuovi fino a 1 MW è prevista una tariffa omnicomprensiva, dal MW fino alla soglia d’asta si applicheranno invece tariffe feed in premium. Dai 5 MW in su si procederà con aste al ribasso.


Le aste (art. 9) saranno tenute dal GSE ogni anno (ogni semestre per l’eolico) nei limiti di contingenti annui di nuova capacità produttiva: 650 MW per l’eolico onshore nel 2013, altrettanti nel 2014 e 550 MW nel 2015; per l’offshore si indicano invece 680 MW solo per il 2013; 150 MW per ciascuno dei tre anni per biomasse, biogas e bioloquidi (novità inserita in questa bozza rispetto alla versione Romani-Prestigiacomo-Romano); 50 MW all’anno per l’idroelettrico e 20 MW per il geotermoelettrico. Per il contingente 2013 la prima asta sarà indetta entro il 30 giugno 2012.


La durata degli incentivi è pari alla vita media utile convenzionale, fissata in 30 anni per impianti idroelettrici oltre i 5 MW, in 25 anni per eolico offshore, idroelettrico al di sotto dei 5 MW e geotermico e in 20 anni per tutte le altre fonti (bioenergie, eolico onshore). Previsto infine un meccanismo di decalage annuale, ma solo per gli impianti che entreranno in esercizio dal 2013.

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