Clini: revisione incentivi rinnovabili entro fine anno

  • 22 Novembre 2011

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Il governo intende completare la revisione degli incentivi alle rinnovabili "prima della fine dell'anno" perché "siamo già in ritardo". Lo dice Corrado Clini, neo Ministro dell'Ambiente, nel corso della sua prima audizione, alla commissione Ambiente del Senato. Clini ha parlato anche della Cop 17 di Durban e delle trivellazioni petrolifere.

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Il governo intende completare la revisione degli incentivi alle rinnovabili “prima della fine dell’anno” perché “siamo già in ritardo”. Lo dice Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente, nel corso della sua prima audizione, alla commissione Ambiente del Senato.

Quella dell’energia è “una tematica rilevante e urgente”, aggiunge Clini, e c’è la necessità di “portare a termine la regolamentazione relativa alle fonti rinnovabili”,  per quel che riguarda la loro incentivazione. Una regolamentazione “che dovrebbe essere finalizzata in pratiche capaci di combinare il consolidamento degli investimenti in innovazione – prosegue – con l’aumento della quota di energia elettrica, e anche termica, da rinnovabili”.

Un’azione sugli incentivi che riesca a premiare anche la produzione nazionale di elementi, spiega il Ministro dell’Ambiente, perché finora “i prodotti importati hanno fatto crescere l’occupazione legata all’utilizzo dei sistemi, ma non nella loro realizzazione”. Quindi, “il sistema degli incentivi va riorientato per generare valore aggiunto non solo nella presenza di impianti sul mercato interno italiano”, auspica Clini, ma anche tramite il “loro importante ruolo nella competizione internazionale” tra produttori di impianti.

Nella sua prima audizione alla commissione Ambiente il neoministro ha parlato anche della prossima conferenza internazionale sul clima di Durban, la Cop 17 che parte lunedì prossimo.”L’Italia contribuisce al sistema negoziale all’interno delle posizioni Ue”, ha dichiarato. Pur all’interno delle posizioni europee, “cercheremo di valorizzare al meglio le positive relazioni che abbiamo con Cina e Stati Uniti – aggiunge Clini – promettenti con la Cina e più problematiche con gli Usa, perché il Senato americano non ha dato seguito all’indicazione del presidente Obama per l’introduzione di obiettivi e strumenti per la riduzione della CO2 simili a quelli dell’Ue”, come ad esempio lo schema di scambio quote ETS. Perciò, Washington “si presenta a Durban senza impegni – sottolinea il ministro dell’ambiente – e con iniziative che non vincolano imprese e cittadini” a una riduzione delle emissioni.

Infine, Clini ha parlato anche di trivellazioni petrolifere nei nostri mari. ”Le normative che abbiamo adottato sono molto precise e intendiamo confermarle tutte. Intendiamo anche essere molto severi per quanto riguarda la possibilità che ci siano dei sotterfugi, delle situazioni nelle quali la norma possa essere aggirata”, tenendo presente che si tratta di “una problematica emergente e urgente in alcune regioni italiane”.

Il sistema delle coste “è enormemente importante per molti aspetti”, ricorda Clini, e “la protezione delle coste non può essere messa nella linea marginale degli investimenti per la salvaguardia dell’ambiente per poi diventare urgente quando ci sono sversamenti di idrocarburi”.  Il punto è che “i danni che vengono provocati dalla contaminazione ambientale delle coste e del mare sono di gran lunga superiori ai vantaggi – sottolinea il Ministro dell’Ambiente – soprattutto nei nostri mari, dove è veramente complicato immaginare che ci siano grandi riserve e giacimenti in grado di rispondere alla domanda di sicurezza energetica nel nostro paese”.

Oltretutto, “se come europei vogliamo contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra e di CO2 – conclude Clini – forse sarebbe meglio ridurre gli investimenti nella ricerca di petrolio invece di incentivarli”.

(da agenzia Dire)

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